Cos'è Mastodon, l'alternativa al Twitter di Elon Musk
(Photo Illustration by Rafael Henrique/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
Social network

Cos'è Mastodon, l'alternativa al Twitter di Elon Musk

«It’s the end of the world as we know it», cantavano i REM. Si potrebbero usare le stesse parole per riassumere la reazione degli utenti di Twitter a quello che, a tutti gli effetti, appare come il canto del cigno - pardon, dell’uccellino - dell’app.

Sono sempre più numerosi gli utenti che, a seguito dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk per 44 miliardi di dollari, hanno deciso di abbandonare la piattaforma social e dopo l'annuncio delle dimissioni di centinaia di dipendenti, causate da un ultimatum del magnate che intenderebbe rivoluzionare l’app, c’è chi ritiene che la chiusura di Twitter sia ormai questione di giorni. La forza lavoro già dimezzata da Musk (da 7.500 persone a 2.900) sembra essere ormai ridotta all’osso con diversi team fondamentali al funzionamento dell’app ormai completamente o quasi dimessi. Tra questi figurano i team di traffico e front-end che instradano le richieste di ingegneria ai servizi di back-end corretti così come il team che gestisce le librerie di sistema di base di Twitter utilizzate da ogni ingegnere dell’azienda.

Nella giornata di ieri, tra i trending topic in Italia - gli argomenti più “twittati” dagli utenti - insieme a #RIPTwitter (1.04 milioni di tweet) e #TwitterOFF (23.500), appariva il termine Mastodon (390.000).

Sempre più numerosi gli utenti - sono già stati superati i 4.5 milioni di account - che hanno infatti deciso di approdare sulla piattaforma lanciata nel 2016 da Eugen Rochko. Il social, che prende il nome dal parente esistono di mammut ed elefanti - si definisce «una piattaforma di social media decentralizzata e open source gratuita», nonché «una valida alternativa a Twitter».

Al contrario di piattaforme image e video based come Instagram e TikTok, Mastodon è più similare a Twitter perché mette al centro le parole (500 caratteri, contro i 280 dell’uccellino blu). Sul social si possono pubblicare messaggi di testo, immagini, sondaggi e video, seguire persone e visualizzare i loro post in un home feed cronologico (invece che secondo un algoritmo). Anche la pagina profilo ricorda molto quella del social di Musk, con tanto di icona e header personalizzabile.

Registrarsi a Mastodon può apparire un po’ complicato a chi non ha mai avuto a che fare con piattaforme open source. La prima cosa da fare una volta scaricata l’app è infatti scegliere un server (ne esistono almeno 4.000 secondo le stime di fediverse.party) che possono riferirsi a un particolare interesse, zona geografica o possono essere assolutamente random (vedi «tutti i raver dell’universo»).

Ma non c’è da preoccuparsi. Il server funziona come un account di posta elettronica, cioè non limita in alcun modo le vostre interazioni con altre persone. Indipendentemente dal server con cui ci si registra, è possibile parlare con persone che utilizzano altri server Mastodon e persino passare liberamente a un altro server.

Una volta registrato il proprio account e scelto il proprio username, dove apparirà anche il nome del server scelto (ad esempio, @username@mastodon.world) si può iniziare a pubblicare i propri «toots» e potenziare quelli di altre persone, l’equivalente di un retweet. Per ogni «toots» si può decidere il proprio pubblico, dai membri del server, a tutti i presenti sull’app, fino solo coloro che menzioni nel post, come in un DM.

Gli hashtag funzionano in modo simile a Twitter per gli argomenti di tendenza e la verifica del proprio account (la famosa spunta blu che Musk voleva vendere a otto dollari al mese) può essere effettuato collegandosi a un sito web che controlli il singolo profilo, riconoscendo l’utente come proprietario. Un’altra interessante differenza: tutti i «toots» sono editabili.

Mastodon non include pubblicità e il suo corretto funzionamento si basa sulle donazioni degli utenti. Questo può rendere la piattaforma instabile. Ma non c’è da temere, ci sono altre piattaforme al lavoro per sostituire Twitter.

Una di queste è Discord, piattaforma statunitense di VoIP (telecomunicazione digitale), messaggistica istantanea e distribuzione digitale progettata per i gamer. Anche Discord, come le altre app funziona sia da desktop che da app, ed è nota per la sua alta stabilità. Gli utenti possono comunicare con chiamate vocali, videochiamate, messaggi di testo, media e file in chat private o come parte di comunità chiamate "server". Come Mastodon, i server sono ordinati in feed di canale basati su argomenti, e secondo molti sarebbe più flessibile e facile da usare.

I più letti

avatar-icon

Mariella Baroli