Xiaomi Mi 10 Pro, la recensione
(Xiaomi)
Tecnologia

Xiaomi Mi 10 Pro, la recensione

Lo smartphone della svolta è la dimostrazione dell'ambizione dei cinesi

Se ci fosse un premio per il marchio più attivo nel mercato smartphone, non c'è dubbio che per la prima parte del 2020 il riconoscimento sia da assegnare a Xiaomi. L'azienda di Pechino ha annunciato tante novità, ampliando la fortunata famiglia Redmi e registrando una inversione di tendenza rispetto alla contrazione di vendite dei leader di mercato (Samsung, Huawei e Apple), con una crescita costante (+306% nel primo trimestre dell'anno in corso) che è valso la conquista del gradino più basso dal podio sul mercato italiano. Tuttavia il segmento prediletto dai cinesi è quella più economico e l'intenzione dell'azienda è di cancellare il binomio Xiaomi-fascia bassa dimostrando di poter essere un'alternativa alle tre aziende (quelle citate sopra) che dominano i ricavi della fascia premium. Una scalata che la società guidata da Lei Jun ha iniziato con il lancio del suo miglior smartphone di sempre, il Mi 10 Pro.

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Uno dei migliori display su piazza

Uno smartphone che risalta per molti aspetti, dalle prestazioni all'autonomia e pure aspetti lasciati talvolta (e poco comprensibilmente) sullo sfondo, come il sistema audio. Avendolo provato per alcune settimane, il responso è nel complesso molto positivo, al netto di qualche pecca, e va riconosciuto a Xiaomi di aver centrato l'obiettivo, cioè il salto di qualità. Va bene l'apprezzamento estetico ma resta la funzionalità l'aspetto primario, e in questo caso basta impugnare lo smartphone per capire di trovarsi di fronte un modello di assoluta qualità, nei materiali e nella cura del dettaglio (e pure nella colorazione blu opaca, questa quella che abbiamo testato, bella da vedere ed efficace nel ridurre al minimo le impronte dopo il tocco. Il display da 6,67 pollici con risoluzione Full HD+ conta su una frequenza di aggiornamento a 90Hz, che per i modelli top di gamma è ormai assodata, tanto che alcuni si spingono fino a 120Hz (tenendo a mente che lo stacco tra 90Hz e 60Hz è ben più visibile rispetto al passaggio da 90Hz a 120Hz, senza dimenticare che maggiore è il refresh rate e maggiori sono i consumi) e assicura una buona luminosità anche all'esterno quando il sole picchia forte. Resta aperto, invece, il rapporto tra design e praticità per sfruttare i bordi; come in molti altri modelli visti negli ultimi tempi, la curvatura dei bordi è proposta come un plus estetico, peccato però che in tal modo gli stessi bordi risultino difficili da sfruttare in toto, poiché capita più spesso di quanto dovrebbe che uno sfioramento accidentale inneschi una delle applicazioni disponibili a lato quando non richieste.

Va al massimo

Nessun certezza e pieni voti per le prestazioni, ineccepibili sia per la forza del chip Snapdragon 865, il migliore su piazza, sia per la presenza di 8GB di RAM e 256GB di storage e per le opzioni per la connettività che contano su Bluetooth 5.1, Wi-Fi 6, NFC e 5G, per quanto quest'ultimo sia uno dei fattori chiave per giustificare la pesantezza del cartellino a fronte di un utilizzo che solo in futuro troverà un senso. Ad ogni modo, l'accoppiata schermo-processore è una garanzia tra performance e consumi per chi vuole sfruttare il Mi 10 Pro per giocare, sfruttando qui sì la frequenza di aggiornamento a 90Hz, ma l'efficacia del sistema si nota pure nella precisione del lettore per le impronte digitali integrato nel display e nella fluidità di Android 11 personalizzato da Xiaomi con la Miui 11 (e nei giorni scorsi è arrivato l'aggiornamento a Miui 12). Promossa senza esitazioni anche l'autonomia, con una media per singola carica che supera le 14 ore con un modulo da 4500 mAh, meno capiente del Mi 10, che conta su una ricarica rapida a 40W che consente di passare da 0 al 100% in 45 minuti (e c'è anche la ricarica wireless a 30W).

Foto e video promossi

Le quattro fotocamere posteriore sono disposte in un modulo verticale che sporge (quindi serve attenzione quando si poggia il telefono su un piano), con la quarta distanziata poco più in basso. In fase di presentazione le attenzioni si erano concentrate sulla camera principale da 108 megapixel (vista già a bordo del Mi Note10) che in realtà si rivela utile soprattutto quando si vuole andare sul sicuro e ampliare l'inquadratura per assicurarsi di focalizzare l'oggetto desiderato poi durante la post produzione. Questa camera, inoltre, è la più efficace negli scatti notturni, in cui si vede il lavoro di Xiaomi sul software. Il grandangolo da 20 megapixel sfrutta l'angolo di visione a 117 gradi e si può sfruttare pure per le foto macro, mentre i due zoom da 12MP e 8MP sono perfetti per gli ingrandimenti all'aperto e, in generale, in contesti abbastanza luminosi. Nel complesso, tanto per far chiarezza, parliamo di un comparto di alta qualità, ottimo anche per le riprese video. Il Mi 10 Pro consente di filmare in 8K a 30 fps ma la scelta consigliata è registrare in 4K a 60 fps per assicurarsi un buon prodotto, con immagini stabilizzate e una messa a fuoco puntuale.

Due sorprese

Tra le note positive che si discostano dalla media c'è l'audio, con il sistema Hi-Res Audio e doppio altoparlante distribuiti in maniera identica nella parte superiore e in quella inferiore del telefono che regalano una ottima resa, anche se resta inteso che l'esperienza di ascolto migliore passa sempre dall'utilizzo di un paio di cuffie, auricolari o cassa esterna. Si fatica a capire, invece, l'assenza di una certificazione protettiva contro l'azione di acqua e polvere, che non dovrebbe mancare su un modello del genere; a tal riguardo, comunque, va specificato che lo smartphone non fa crash se entra in contatto con l'acqua, come altresì va evitato di metterlo, e ancor più lasciarlo, ammollo.

Il verdetto

Il Mi 10 Pro è un telefono eccellente che per prestazioni non teme gli avversari più noti, ma manca pure di alcuni elementi ormai scontati su modelli così costosi. Il prezzo è pesante, perché 999,90 euro sono tanti, a maggior ragione in tempi difficili come questi che stiamo vivendo, ma non va dimenticato l'aumento registrato da diverse componenti. Tuttavia sconta il difetto condiviso da quasi tutti i modelli top di gamma degli ultimi due anni: super prestazioni, hardware eccellenti, ottime fotocamere e autonomia soddisfacente ma manca il tratto distintivo per convincere l'appassionato a compiere un sacrificio e investire mille euro. Questo, però, è il primo passo di Xiaomi verso la fascia alta del mercato, perciò se vi resta qualche riserva il consiglio è mantenere le antenne dritte e seguire il percorso dei cinesi, dai quali ci aspettiamo altre sorprese e miglioramenti.

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Alessio Caprodossi