I problemi della troppa domotica nella nostra vita
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I problemi della troppa domotica nella nostra vita

Elettrodomestici, allarmi, riscaldamento. Le nostre case si guidano sempre più in modo digitale ma non è sempre un bene

Lentamente stiamo delegando le funzionalità casalinghe alla domotica e all'automazione. Lo facciamo quasi senza rendercene conto, rinnovando un elettrodomestico, installando un sistema come Amazon Echo o Google Alexa. Dapprima magari con qualcosa di semplice, come avere una rete locale senza filo e lanciare la stampa di un documento per raccoglierla nella stanza accanto, perché la stampante era semplicemente in attesa, anche se si dice "in stand-by".

Lentamente ci abituiamo però a qualcosa di più complesso, come il frigorifero al quale abbiamo insegnato la data di scadenza del cibo, oppure al fatto che anche la lavatrice possa sfruttare la connessione internet per aggiornare il suo funzionamento con nuovi programmi e lavare anche la tuta in Lycra che usiamo per l'uscita in bicicletta.

C'è poi la televisione che ormai sostituisce il computer per fruire di programmazioni a pagamento, mentre il climatizzatore e l'impianto di riscaldamento, come l'allarme anti intrusione diventano accessibili da qualsiasi posto del mondo attraverso la medesima connessione.

Tutto questo ha due limiti: la necessità di energia elettrica e la disponibilità della rete. Riguardo la prima ogni inconveniente si può evitare installando un comune gruppo di continuità: nel momento in cui la corrente venisse a mancare, questo dispositivo interverrebbe mantenendo accese le utenze critiche come appunto il congelatore, il frigorifero, la connessione internet, il riscaldamento eccetera, finché la riserva di energia fosse disponibile. Per la seconda una buona soluzione è avere un modem-router su rete 3-4G o superiore che possa ospitare anche una scheda telefonica con la quale accedere alla rete in caso che la connessione in fibra (o altra tecnologia) dovesse per qualsiasi motivo non essere più disponibile. Ma sono, ovviamente, sempre nuovi costi aggiuntivi.

Tutto questo è senza dubbio utile ma bisogna fare anche i conti con altri fenomeni come la vulnerabilità del sistema d'allarme, specialmente se perennemente connesso perché gestibile da remoto (sono più sicuri quelli che usano ancora la connessione telefonica fissa), e soprattutto la stabilità delle connessioni qualora gli elettrodomestici fossero allacciati alla rete.

Ogni oggetto che abbia al suo interno la cosiddetta "internet delle cose" (IOT) è anche predisposto per l'aggiornamento dei firmware e dei software interni. Se però questa operazione non avviene in modo continuo e completo c'è il rischio che smettano di funzionare, bloccandosi.

La legge in questo caso è in rapida evoluzione, da un lato si chiede la certificazione della stabilità dei software, dall'altra la possibilità di vincolare le prestazioni di un congegno (lavatrice, frigorifero, eccetera), al pagamento di un canone di servizio. In pratica, per fare un esempio, il forno elettrico della cucina nascerebbe già con la possibilità di cuocere anche a microonde, ma soltanto pagando un supplemento sul prezzo base questo si attiverebbe, sempre se fosse collegato al WiFi. Lo stesso potrebbe accadere per lo spremi agrumi (che oggi si chiama estrattore), come per altri strumenti d'uso comune. Nessuno più, rotto il telecomando del televisore, pensa di poterla utilizzare alzandosi dalla poltrona ogni volta che vuole cambiare programma, piuttosto scarica immediatamente l'applicazione per usare il telefonino attraverso la tecnologia Bluetooh.

Quelli dell'eccesso di domotica e di tecnologia in genere sono anche rischi di natura psicologica derivanti dal fatto che ci si disabitua in fretta all'uso di apparecchi che in modo automatico si sostituiscono al nostro pensiero come alle nostre abilità fisiche. Questo vale dentro casa, nell'automobile, a piedi. Esattamente come l'uso del computer per scrivere ha ridotto la capacità di sillabare che era necessaria per andare a capo quando si usava la macchina per scrivere, così se una stessa operazione si compie sempre e soltanto con il telefonino (cercare l'automobile, usare la calcolatrice, cercare un indirizzo e farsi guidare), ecco che le nostre facoltà si ridurranno progressivamente fino a non saper più lavare a mano un indumento, programmare la lavatrice o saper cercare la data di scadenza su una confezione.

Già oggi oltre la metà dei giovani tra i 15 e i 25 anni non sono più in grado di utilizzare una carta geografica, di localizzare un punto utilizzando le coordinate di latitudine e longitudine, oppure utilizzare la scala per calcolare le distanze mediante una semplice proporzione. E peggio ancora, i loro fratelli minori hanno disimparato anche a cercare un termine sul dizionario, sostituito in casa da Google. Dopo l'enciclopedia, Alexa sta infatti sfrattando anche il celebre Devoto-Oli.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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