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(Ansa)
Difesa e Aerospazio

Il Congresso Usa pensa che gli Ufo esistano e li vuole studiare

Innanzi al Congresso cresce l’idea che esistano e possano essere studiati in ambito scientifico e non soltanto militare.

Per la prima volta in oltre 50 anni, ieri il Congresso degli Stati Uniti ha tenuto un'audizione pubblica sugli Ufo ribattezzandoli Uap, ovvero “fenomeni” aerei non identificati. L'udienza ha fatto seguito a un rapporto non riservato emesso da una task force del Dipartimento della Difesa nel giugno 2021 e all'istituzione di un ufficio dedicato presso il Pentagono. Sebbene sia positivo che il Congresso stia finalmente prendendo sul serio l’argomento, l'audizione in sé non ha fatto abbastanza per mettere in discussione uno degli aspetti più limitanti quando si tratta di comprendere gli avvistamenti, ovvero continua a considerarli una questione di interesse militare. L’incontro aveva l’obiettivo di trattare l’argomento come “possibile minaccia alla sicurezza nazionale e di grande interesse per il pubblico americano", così l'audizione americana si è concentrata sulla sicurezza intesa come pericolo alla stabilità delle istituzioni e sull'intelligence. Non a caso la relazione è stata presentata innanzi alla sottocommissione della Camera per l'antiterrorismo e il controspionaggio, con testimoni come Ronald Moultrie, sottosegretario alla Difesa per l'intelligence e la sicurezza, e Scott Bray, vicedirettore dell'intelligence navale.

Dalla Seconda guerra mondiale in poi i piloti di velivoli militari hanno costantemente segnalato strani avvistamenti di oggetti volanti, ma il rapporto dell'anno scorso si è concentrato soltanto sugli eventi osservati negli ultimi due decenni. Le descrizioni fatte dai piloti della Marina Usa si limitavano a oggetti volanti non identificati che in volo si comportavano in modi non coerenti con le leggi fisiche conosciute, presumibilmente quindi senza obbedire alle regole dell’aerodinamica oggi conosciute. Il che significa studiare con interesse qualsiasi possibile tecnologia che non sia conosciuta dagli Stati Uniti o dai suoi principali rivali militari come Russia e Cina, ognuno dei quali ha comunque in corso programmi per studiare gli Uap.

L'anno scorso il senatore repubblicano americano Marco Rubio incaricò il direttore dell'intelligence navale di produrre un rapporto riservato e una relazione non classificata su uno Uap osservato dai membri dell'esercito. I risultati furono deludenti e nella relazione si disse ben poco per stabilire se l’oggetto volante in questione potesse essere di origine aliena o meno. Dunque secondo la maggioranza dei media americani, l'udienza pubblica di martedì 17 maggio si è rivelata inconcludente come il rapporto dell'anno scorso, anche perché molte risposte potevano essere fornite solo durante la parte riservata dell'udienza. È stato rivelato che un solo evento sugli ormai circa 400 su cui sta indagando la task force era stato identificato come un drone e che nello stesso periodo si erano verificati 11 mancati incidenti tra aeromobili in volo e oggetti non identificati.

E’ parere degli analisti che per andare veramente in fondo a quello che il presidente del comitato di intelligence della Camera, Adam Schiff, democratico della California, ha definito “uno dei più grandi misteri del nostro tempo”, il Congresso e l’amministrazione Biden dovrebbero considerare la questione Uap come qualcosa di scientifico e non soltanto di intelligence militare, stanziando fondi adeguati e lasciando a istituzioni private la possibilità di indagare per favorirne la comprensione. Esattamente come se si trattasse di fenomeni spaziali. Il pericolo, ovviamente, è che i militari possano classificare e quindi secretare qualsiasi evento davvero significativo. Luis Elizondo, ex capo dell'unità investigativa Ufo del Pentagono, ha affermato che ciò che il pubblico ha visto finora è solo la “punta della lancia”. In passato, era il 1969, i militari Usa conclusero che questi fenomeni inspiegabili non rappresentavano una minaccia, portando l'Aviazione Usa in aria di risparmi a interrompere le ricerche. Tuttavia noti astronomi americani hanno affermato di non avere alcun interesse ad andare a fondo di questo argomento, tranne Garry Nolan, professore della Stanford University, che si occupa di Uap e che giudica la mancanza di interesse da parte dei suoi colleghi un freno ai progressi nella comprensione di tali fenomeni. Tanto da finanziare di tasca sua le ricerche che sta conducendo.

Parallelamente, la National Science Foundation, la cui missione è far progredire la ricerca di base, ha un budget annuale di 8,8 miliardi di dollari. Quando ho recentemente cercato nel database dei finanziamenti sull'intelligenza artificiale ha registrato oltre 50 progetti aperti, ma nessun risultato riguardante gli Uap. Un collega di Nolan, il professore di astronomia di Harvard Avi Loeb ha recentemente raccolto quasi 2 milioni di dollari da fonti private per il progetto Galileo per creare una rete di telescopi ottimizzati per osservare gli oggetti nei nostri cieli e ottenere dati scientifici non classificati da analizzare. Ma per ottenere qualche risultato e schierare un numero sufficiente di telescopi sufficienti per una ricerca capillare gli servirebbero oltre 100 milioni. Secondo quest’ultimo il problema di nascondere i migliori dati sugli Ufo/Uap in qualche angolo segreto del Pentagono è che gli scienziati non siano in grado di gettare le basi scientifiche necessarie per stabilire i criteri di osservazione e valutazione dei “fenomeni”. Al momento la scienza sostiene che la quasi totalità degli avvistamenti Ufo siano identificazioni errate di oggetti ordinari, come i palloni meteorologici, fatte da parte di testimoni ingannati da contesti particolari. Eppure, nel rapporto dello scorso anno, su 144 avvistamenti emersi dal personale militare – 80 dei quali rilevati da più fonti – 143 sono rimasti inspiegabili. Solo un avvistamento è stato spiegato con sicurezza: era un pallone a gas.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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