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Difesa e Aerospazio

Sommergibili nucleari con Usa e Regno Unito, l'Australia molla la francese Naval Group

La scelta di Camberra mette in crisi la Nato. La rabbia di Macron, il confronto tra i sottomarini e le ragioni strategiche della scelta

Il primo ministro del governo di Canberra, Scott Morrison, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro britannico Boris Johnson hanno annunciato insieme la formazione di una nuova alleanza che prende il nome di Aukus, in base alla quale la prima iniziativa sarà quella di costruire almeno otto sottomarini a propulsione nucleare per la Royal Australian Navy. Il governo australiano ha aderito alla Future Nuclear Submarine Task Force che lavorerà con le controparti del Regno Unito e degli Stati Uniti nei prossimi 18 mesi per determinare il modo migliore per acquisire nuovi sottomarini nucleari. Ancora non sono stati resi noti i dettagli tecnici dei nuovi vascelli, ma è probabile che la Marina di Canberra si doterà di unità d'attacco inglesi della classe Astute o di esemplari della classe Virginia prodotte dagli Stati Uniti. Ma soprattutto, questo trattato prevede che la costruzione delle unità avvenga a Osborne nel sud del territorio australiano.

Ad aggravare le reazioni internazionali a questo annuncio il fatto che Morrison ha anche annunciato che un precedente contratto da 30 miliardi di euro che l'Australia aveva siglato con il gruppo navale francese (Naval Group) per la costruzione di 12 sottomarini convenzionali che avrebbero dovuto essere conosciuti come la classe Attack è stato annullato. Mossa che ha provocato il richiamo degli ambasciatori francesi di Usa e Australia, un atto certamente molto simbolico, anche perché gli australiani tirano dritto sulla loro decisione. "Intendiamo costruire questi sottomarini nei pressi di Adelaide, in Australia, in stretta collaborazione con i nostri alleati e partner industriali", ha detto Morrison, "voglio essere chiaro: l'Australia non sta cercando di acquisire armi nucleari o di stabilire una capacità nucleare civile e noi continuerà a rispettare tutti gli obblighi di non proliferazione nucleare".

E' lecito pensare che questa decisione sia stata determinata dalla situazione di insicurezza che si è determinata nel Pacifico meridionale, dove sono sempre più presenti unità cinesi. Ma non è una decisione semplice, poiché fino ad oggi l'Australia ha speso circa 1,76 miliardi di dollari statunitensi per il progetto della classe Attack, ma il costo aggiuntivo per la risoluzione del contratto attuale con Parigi deve ancora essere negoziato, così come deve ancora essere determinato il costo delle nuove unità sommergibili. In una dichiarazione successiva all'annuncio australiano di giovedì, Naval Group ha descritto la decisione come una grande delusione.

"Naval Group offriva all'Australia un sottomarino convenzionale con prestazioni eccezionali, senza rivali in termini di tecnologia, generazione di posti di lavoro e indotto. Per cinque anni i team di Naval Group, sia in Francia che in Australia, così come i nostri partner, hanno dato il meglio di sé e la società ha mantenuto tutti i suoi impegni; per questo motivo nei prossimi giorni verrà condotta un'analisi delle conseguenze della decisione presa dall'Australia in modo unilaterale e imprevisto. "Il vicesegretario per il programma di costruzione navale australiano Tony Dalton ha dichiarato: "La decisione di non procedere con il programma dei sottomarini francesi è stata guidata da una considerazione delle circostanze strategiche e dell'impatto che ciò ha sui requisiti di capacità dei sottomarini australiani, ovvero delle mutate condizioni dello scenario operativo in cui dovranno operare.

Nei prossimi mesi il Dipartimento condurrà negoziati sia con Naval Group Australia, sia con Lockheed Martin Australia (che avrebbe costruito gli armamenti) per raggiungere un accordo equo al fine di fermare il programma di costruzione dei sottomarini di classe Attack." Dal punto di vista degli armamenti attuali è quindi probabile che gli attuali sei sommergibili di classe Collins in servizio con la Royal Australian Navy rimarranno attivi ancora per anni ma in numero progressivamente decrescente, almeno fino al 2049, sottoponendone però alcuni a programmi di aggiornamento dei sistemi e degli armamenti per garantire la loro efficacia fino al ritiro.

Le reazioni dei Paesi dell'area indo-pacifica

Pechino ha definito deprecabile e aggressiva la decisione del governo di Canberra di stringere un'alleanza più stretta con gli Stati Uniti e il Regno Unito, patto che include la condivisione della tecnologia dei sottomarini a propulsione nucleare. Più caute, invece, le reazioni delle altre nazioni del quadrante indo-pacifico, poiché preoccupato dall'aggressiva politica cinese in fatto di sfruttamento delle risorse ittiche e minerarie. Parlando durante una conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian ha affermato chela cooperazione sottomarina nucleare "ha seriamente minato la pace e la stabilità regionali, intensificato la corsa agli armamenti e minato gli sforzi internazionali di non proliferazione".

Ha anche affermato che l'accordo di sicurezza trilaterale serve come prova che gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno usando la tecnologia nucleare per ottenere più influenza geopolitica, definendolo un metodo "estremamente irresponsabile" e aggiungendo che l'Australia sta introducendo la tecnologia sottomarina nucleare "di valore strategico e militare" nonostante abbia aderito al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, o Npt, e parte del Trattato sulla zona libera da nucleare del Pacifico meridionale. Tuttavia, James Acton, co-direttore del programma di politica nucleare presso il Carnegie Endowment for International Peace, ha osservato su Twitter che il trattato in questione non vieta affatto agli stati non dotati di armi nucleari di acquisire sottomarini a propulsione nucleare. Il ministro degli Esteri australiano Marise Payne ha chiamato il suo omologo giapponese Toshimitsu Motegi dopo l'annuncio del quadro di sicurezza Aukus, in cui ha spiegato i dettagli dell'accordo trilaterale e Motegi ha accolto con favore l'istituzione dell'accordo e i continui sforzi dei tre paesi per realizzare una regione indo-pacifica libera e aperta.

Il Giappone continuerà quindi la cooperazione con gli occidentali per la realizzazione di tale obiettivo. In governo indonesiano, che per l'Australia rappresenta il vicino di casa, ha dichiarato di voler osservare con cautela quanto accadrà dopo la decisione di aderire al piano Aukus, esprimendo preoccupazione per una corsa agliarmamenti regionale che non sarebbe in grado di contrastare in alcun modo. Il governo ha però incoraggiato "l'Australia e le altre parti" a continuare il dialogo per risolvere pacificamente le divergenze. Per questo il ministero degli Esteri indonesiano ha anche invitato l'Australia, che in passato ha avuto controversie legate alla sicurezza con l'Indonesia, ad adempiere ai propri obblighi di mantenere la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione. Canberra ha stretti contatti di Difesa con Singapore poiché addestra sul proprio territorio i soldati asiatici. Per questo motivo il primo ministro australiano Scott Morrison ha chiamato il suo omologo Lee Hsien Loong comunicando che il programma Aukus contribuirà in modo costruttivo alla pace e alla stabilità della regione.

I sottomarini a confronto e le ragioni della scelta strategica

La scelta australiana di dotarsi di sommergibili nucleari costituisce un deciso salto di qualità ed efficacia in fatto di capacità operative. Sia le attuali unità della classe Collins, sia quelle in costruzione con Naval Group, le Attack, sono spinte da motori diesel-elettrici e hanno un'autonomia relativamente limitata per una regione come quella del Pacifico. Con un dislocamento di 4.500 tonnellate per le Collins e di 3.700 per le Attack appena cancellate, Canberra tra dieci anni non sarebbe stata più in grado di costituire un deterrente credibile contro le possibilità operative della flotta cinese. Le classi Astute e Virginia, sulle quali si basa il programma Aukus, sono invece da7.300 e 10.000 tonnellate, entrambe a propulsione nucleare, quindi con autonomia pressoché infinita. Differente anche l'armamento, tuttavia secondo i primi dettagli resi noti dalla Difesa australiana, le unità scelte non dovrebbero essere armate con ordigni nucleari ma soltanto con siluri, missili antinave e cannoni.

Con questa scelta è evidente che gli Usa e il Regno Unito intendono portare l'Australia a un livello di difesa quasi paritario al loro, almeno in fatto di contrasto al dilagare e all'avanzata delle unità cinesi che si muovono a supporto della gigantesca flotta di pescherecci di Pechino e a protezione degli investimenti che la Repubblica Popolare ha sostenuto per poter sfruttare zone di mare (e di terra) negli arcipelaghi circostanti. In particolare l'attenzione australiana e cinese va alla protezione (e alle possibilità di intercettazione) di quanto passa dalle infrastrutture sottomarine per le telecomunicazioni che entrambe le nazioni possiedono. In questo campo l'interesse degli Usa e non soltanto, nell'avere un alleato che possa supportarli nella guerra cyber è altissimo, anche alla luce delle indecisioni in ambito Nato e della scarsa probabilità che una prossima Difesa europea possa intervenire in una zona del pianeta nella quale, al momento, ha ben pochi interessi.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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