Pechino Express 3, Alessandra Angeli: "Più che cattiva, sono indisciplinata"
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Pechino Express 3, Alessandra Angeli: "Più che cattiva, sono indisciplinata"

Intervista al personaggio rivelazione della terza edizione dell'adventure game

Piccola indispensabile premessa. Leggendo quest’intervista non scoprirete chi ha vinto Pechino Express 3: in ballo c’è una penale salatissima che scoraggerebbe chiunque, anche una fuori dagli schermi e “indisciplinata” - così si definisce ironicamente - come Alessandra Angeli. La più cattiva delle Cattive, il personaggio rivelazione (etichetta cui è già allergica) della terza edizione dell’adventure game, si racconta a Panorama.it svelando alcuni lati inediti di sè e togliendosi qualche sfizioso sassolino dalle scarpe.

Alessandra, ti chiedono più spesso chi ha vinto oppure se il gioco è tutto vero?

(ride) Mi chiedono il nome della coppia vincitrice. Spiego a tutti che sono terrorizzata dall’altissima penale. Viviamo sotto embargo giustamente, sennò la narrativa del programma perderebbe d’interesse. In pochissimi conosco il nome dei vincitori.

Come sei arrivata a Pechino Express?

Tramite Silvia Gandolfi, la casting director di Magnolia. Ci siamo incontrare per caso in treno: lei era con Nicole Plaidit, la producer del programma, e sono rimaste colpite. Eravamo nella stessa carrozza anche al ritorno e mi hanno proposto Pechino.

E poi sei amica di Costantino della Gherardesca.

Costa non voleva che partecipassi, era terrorizzato perché diceva che le mie ginocchia non avrebbero retto alle prove. A gennaio mi hanno richiamato e ha cambiato idea: ho fatto palestra, bici, esercizi vari e sono arrivata super fit. Pensavano che sarei arrivata sempre ultima, visto il peso, invece ho corso come una matta. Con Antonella Ventura, ci conosciamo da tempo perché eravamo dirimpettaie a Roma: siamo diverse anni luce ma ci vogliamo bene. Ci ha “abbinato” l’autore Cristiano Rinaldi, che conosceva Antonella.

A proposito del tuo peso, Luca Betti degli Eterosessuali e Uberto Marchesi dei Benestanti ti hanno riservato un paio di sfrecciatine sarcastiche. Ti hanno ferito?

Per ora stiamo a obesofobia 0 e cicciona 2. La sottoscritta è dentro, loro no. Sono partita fregandomene di tutto quello che può pensare la gente. Certo, non è facile e vorrei perdere 50 chili ogni volta che inizio una dieta. Carattere e personalità mi hanno permesso di non farmi schiacciare. Non sono nata grassa, sono alta 1 e 83 e pesavo 68 chili: poi ho avuto un incidente, mi sono rotta sei vertebre e ho rischiato la paralisi. Il cortisone mi ha fatto lievitare.

Tornando a Pechino, qual è la coppia più detestabile?

I Coinquilini, perché sono rumorosi e un filo sessisti.

I più scorretti?

Quando Costa stoppava il gioco, c’erano diverse coppie che restavano in auto un chilometro in più per avere un vantaggio. Gli Etero ad esempio, ma ce ne siamo liberati. Senza petto di pollo e panca per gli addominali si sono sgonfiati.

La coppia che hai rivalutato?

I Benestanti, soprattutto quando sono usciti dal gioco. Mi è dispiaciuto per Sofia. Uberto voleva strafare, quando era se stesso era più accettabile.

E’ più facile strappare un passaggio o sopportare i decibel delle Immigrate?

(ride) Strappare un passaggio ai Birmani. Mariana Rodriguez sembra un citofono rotto di Caracas, ma poi ci si fa l’abitudine. Per la verità si fa il callo a tutto, anche ai ragni che io detesto.

La coppia con cui tu e Antonella avete creato un bel rapporto?

I Coreografi. Alessandra Celentano e Corrado Giordani sono persone per bene e due giocatori corretti. Alessandra è una grandissima signora, molto simpatica, ci siamo volute bene da subito. Con Corrado ci vediamo spesso, abita dietro casa mia.

Nessuno di loro sapeva che tu fossi una transessuale.

La Pina e suo marito Emiliano Pepe sì, perché ci conosciamo e ci frequentiamo. Ma non mi sono presentata come la trans del gruppo. Mi salvo perché passo inosservata, anche nella vita di tutti i giorni.

Non avremmo saputo della tua transessualità se non l’avesse rivelata Costantino della Gherardesca, durante un’intervista al Corriere. La cosa ti ha infastidito?

Costa ha fatto bene a farlo. Andava detto. Poi qualche blogger ha fatto del sensazionalismo da quattro soldi: nel 2014 l’orientamento sessuale non dev’essere un metro di giudizio per valutare le persone, è sono una sfaccettatura.

Dunque la scelta di non parlarne durante il programma è stata tua?

Sì. L’ho chiesto alla produzione e alla rete e ho trovato delle persone moderne e progressiste. Ho spiegato che secondo me questo programma non era la sede per parlarne: sono una concorrente, con due braccia e due gambe, benché più grosse del normale (ride). Nella mia vita non ho mai fatto della transessalità una condizione lavorativa: non cado nella trappolina, come altre persone note.

Ti riferisci a Vladimir Luxuria, che hai attaccato anche di recente su Twitter?

Non mi piacciono le persone populiste e cerchiobottiste e Luxuria lo è. Quando era parlamentare ha tradito gli elettori, non si è occupata dei diritti come aveva promesso.

Lo scorso anno a Ballando con le stelle partecipò Lea T, forse la più famosa modella trans.

È lontana anni luce da me. In un’intervista dalla Bignardi disse un sacco di sciocchezze. La disforia di genere non è una scelta, ci si nasce. Fare sensazionalismo becero e contorto non mi va bene. Penso a Stonewall a Sylvia Rivera (attivista transgender statunitense, ndr) e mi si stringe il cuore.

Qualche giorno fa su Facebook hai scritto un lungo post dal retrogusto agrodolce, uno sfogo contro chi ha aspettato la tua ribalta tivù per rivalutarti. Con chi ce l’avevi?

Di mio sono una matta, mi butto a capofitto: non mi faccio problemi, non ho paura di fare figuracce, cadere e rialzarmi. Alcune persone che già mi conoscevano mi hanno scritto “ti sto scoprendo”. Ma de che? Per me non è una cosa lusinghiera: l’apparizione in tivù come riscatto sociale, è segno di una mentalità piccolo borghese. Mi hanno scritto anche persone che dal punto di vista lavorativo potrei sfruttare, ottenendo qualcosa da questa popolarità momentanea. Ma non sono una serva, non faccio joint venture. Sono la solita disgraziata.

Tu sei una make up designer e lavori nel mondo della moda. Da poco c’è stata la Milano Fashion Week, come sei stata accolta?

Con molto entusiasmo. Rendo più umano l’ambiente cadendo dai camion. Mi piace il mio lavoro: prima facevo la copy in pubblicità, poi ho lasciato perché non mi dava soddisfazione. A sei anni ho iniziato a truccarmi con i caran d’ache acquerellabili. Mi piacciono le auto e la moda: ho cercato di trasformare la passione in professione.

Nel tuo futuro c’è la tivù?

Detto con gran sincerità mi farebbe piacere capitalizzare economicamente la cosa. Mi scapriccia l’idea, ma non saprei condurre, benché il fatto che lo facciano Facchinetti o Fiammetta Cicogna autorizza tutti a fare un tentativo. Scherzi a parte, vorrei fare Ballando con le stelle o partecipare a Storie Maledette perché amo Franca Leosini: l’unico problema è che dovrei finire in galera per farmi intervistare.

 

 

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Francesco Canino