Nba, firmato il nuovo contratto collettivo. Che cambia tutto
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Nba, firmato il nuovo contratto collettivo. Che cambia tutto

Lega e giocatori approvano il nuovo accordo di 7 anni: ecco con quali conseguenze

Negli uffici al ventesimo piano dell'Olympic Tower di New York, sulla quinta strada, l'Nba e l'associazione giocatori hanno firmato il nuovo contratto collettivo, l'accordo che detta le regole più importanti (fuori dai 28 metri di gioco) per la lega, i suoi atleti e le sue 30 franchigie riguardo i contratti, gli scambi, la distribuzione degli utili, il salary cap.

Non si tratta quindi di un contratto qualsiasi - il disaccordo su questo tema aveva portato l'Nba al lockout (blocco totale delle partite) in 4 occasioni, di cui l'ultima nel 2011 -. Per fortuna questa volta giocatori ed Nba, nelle persone del commissioner Adam Silver e dei proprietari delle squadre, si sono trovati in pieno accordo, firmando un patto garantito fino alla stagione 2022-2023; anche perché il nuovo collective bargaining agreement (nella dicitura anglossassone) prevede la spartizione di una mole di guadagni molto più alta di quella del precedente, frutto sorpattutto dell'entrata in vigore dell'accordo sui diritti tv che porterà nelle casse dell'Nba 24 miliardi di dollari nei prossimi 9 anni.

Qui abbiamo raccolto le 6 principali conseguenze dell'entrata in vigore del nuovo accordo..

Stipendio medio dei giocatori (quasi) raddoppiato

Non sono ancora stati rilasciati i dati ufficiali, ma secondo le previsioni il nuovo accordo collettivo dovrebbe far schizzare lo stipendio medio di un giocatore Nba da 5 a 9 milioni di dollari a stagione! Allo stesso modo altri accordi salariali verranno rivisti al rialzo, come quello dei rookie e dei free agent, ma anche dei giocatori con il contratto minimo che dovrebbero vedere raddoppiato il loro stipendio.

Un contratto record per Stephen Curry

Il due volte Mvp Stephen Curry, in scadenza del suo contratto da 44 milioni di dollari in 4 anni, potrebbe teoricamente firmare un nuovo accordo record - sarebbe il più alto di sempre per l'Nba - con Golden State al massimo salariale: 207 milioni in 5 anni!

Niente più 'Amnesty clause'

Non sono solo conseguenze economiche quelle del nuovo accordo collettivo che, secondo le indiscrezioni, dovrebbe contenere anche la cancellazione della clausola di amnistia che permetteva alle squadre di 'eliminare' un giocatore dal proprio roster non facendolo pesare nel conteggio del salary cap.

6 anni di contratto per i veterani

Il nuovo accordo dovrebbe andare a vantaggio delle franchigie più piccole che ora potranno rifirmare i loro veterani con accordi fino a 6 anni di durata.

17 giocatori per squadra

Le squadre Nba possono ora avere due giocatori in più sotto contratto, portando il roster da 15 a 17, i quali, come accade in NHL, potranno fare la spola tra NBA e D League.

Da over 36 a over 38

Il nuovo accordo prevede la modifica della regola per cui le franchigie Nba non potevano avere contratti in essere della durata di 4 o 5 anni con giocatori di età superiore a 36. Con l'età massima portata ora a 38 anni LeBron James, ad esempio, potrebbe firmare un contratto di 5 anni fino all'età di 33.

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Teobaldo Semoli