Il Papa domenica all'Olimpico con 50 mila "carismatici"
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Il Papa domenica all'Olimpico con 50 mila "carismatici"

Francesco varcherà per la prima volta i cancelli dello stadio romano per una serata di preghiera e di festa. Intervista con Salvatore Martinez

Appuntamento domenica 1 giugno allo Stadio Olimpico di Roma. Papa Francesco scenderà sul terreno di gioco di uno dei luoghi più significativi e simbolici dello sport. Ci saranno oltre 50 mila persone da tutta Italia e da altri 54 Paesi del mondo ad accoglierlo, oltre a 1.300 volontari, 1.000 sacerdoti, 150 seminaristi, 350 religiose, 3mila bambini e ragazzi, centinaia e centinaia di giovani e famiglie, tanti ammalati.

Una grande festa organizzata dal movimento di Rinnovamento nello Spirito, che ha voluto trasformare l’annuale «convocazione» del movimento, che avviene tradizionalmente a Rimini, con un grande evento a Roma. «Vorremmo fare dello Stadio Olimpico un grande “Cenacolo a cielo aperto” per invocare una rinnovata effusione dello Spirito sulla Chiesa e sul mondo», spiega Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento. É la prima volta che Papa Francesco varca l’ingresso di uno stadio e l’appuntamento sarà ricco di momenti di riflessione di preghiera, ma anche musica, canti, intense esperienze di fede come è nella tradizione del movimento carismatico che in Italia si ritrova ormai da 45 anni sotto le insegne del Rinnovamento dello Spirito. 

Salvatore Martinez, siciliano, musicologo e scrittore, dal 1997 guida il movimento in Italia. Panorama lo ha intervistato.

Qual è il significato di questo appuntamento?

"Ci avviciniamo a festeggiare il cinquantennale del Rinnovamento carismatico cattolico in Italia. Un traguardo importante che vogliamo «tagliare» sotto lo sguardo del pontefice. Vorremmo che lo Stadio Olimpico diventasse una sorta di «cenacolo a cielo aperto» per invocare, proprio alla vigilia della Pentecoste, per una rinnovata effusione dello Spirito santo sulla Chiesa e sul mondo".

Come è nata questa idea?

"Sono stato in udienza dal Papa lo scorso 9 settembre e gli ho parlato della nostra convocazione annuale, che da 36 anni si svolge a Rimini. Francesco ha espresso la volontà di partecipare a questo appuntamento e così abbiamo deciso di trasferirci allo Stadio Olimpico. Un luogo anche simbolico: uno di quei nuovi «areopaghi», per dirla con san Paolo, della nuova evangelizzazione della società di oggi. C’è bisogno di tornare a credere. Conversione non è solo una parola confessionale. É anche termine laico: significa cambiamento. Per riuscirci c’è bisogno di nuova assistenza divina e di fede nello Spirito Santo. É quello che proporremo insieme con il Papa allo Stadio Olimpico".

Qual è il bilancio di questo primo anno di pontificato dalla prospettiva di un movimento molto diffuso in Italia, come quello carismatico?

"È senza dubbio un pontificato di «annuncio» e di «missione». Il Papa ci invita a non chiuderci nella nostalgia del passato o in una visione ristretta della Chiesa. Ci spinge ad avere coraggio, a uscire da noi stessi, ad avere fiducia nel futuro. In questo senso questo è un pontificato carismatico, che sorprende e interroga tutti, credenti e non credenti, cristiani «accesi» o «spenti». Inoltre ci provoca a testimoniare il Vangelo con gioia, affinché si propaghi uno spirito di fraternità e di carità in ogni angolo del mondo. In fondo è lo straordinario messaggio contenuto nell’enciclica Evangelii Gaudium. Infine Francesco spinge a ritornare alla dimensione  spirituale, cioè a ridare libertà interiore e quindi vitalità spirituale alla nostra fede".

In passato il movimento carismatico è stato anche criticato, perché secondo alcuni rischiava di rappresentare una forma di fuga dalla realtà e dall’impegno sociale. Ora i tempi sono cambiati?

"Papa Francesco conosce molto bene la realtà del Rinnovamento, perché in Argentina è stato il referente del movimento. Ma non è tanto questo il punto. La realtà è che ormai da tempo è superata, in Italia e non solo, la contrapposizione tra cattolicesimo sociologico e pneumatologico, cioè spirituale. Finalmente si comprende che il cristiano che parte decisamente dalla preghiera, non fugge dalla realtà, anzi è più stabile e pronto ad impegnarsi nella società, a spendersi in aiuto ai fratelli, come dimostra l’esperienza del nostro movimento che registra numerose iniziative sociali e di promozione umana.. Lo Spirito è un sempre forza dinamica, che spinge ad uscire da se stessi, non a rinchiuderci nelle sacrestie".

L’8 giugno, festa della Pentecoste, si terrà in Vaticano lo storico incontro di preghiera per la pace tra il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese Abu Mazen. Cosa si attende da questo appuntamento?

"La pace è un dono dello Spirito. E allo Stadio Olimpico naturalmente pregheremo anche per questo appuntamento storico. Ero in Terra Santa al seguito del Papa e ricordo che la proposta di Francesco è maturata in un contesto di preghiera. Con questa iniziativa, il Papa indica quale deve essere lo stile e l’atteggiamento di tutti coloro che vogliono essere autentici «artigiani di pace» come ama dire Francesco: la pace è un dono che si riceve e che si offre. La diplomazia, la politica devono ritrovare un cuore, un principio unificatore. Pensando al Medio Oriente, c’è anche un’altra novità che riguarda il nostro movimento: il Papa ci ha affidato la guida del centro internazionale per la famiglia a Nazareth. Il sogno risale al 1997, durante il pontificato di Giovanni Paolo II. Nel 2009, recandosi in Terra Santa, Benedetto XVI rilanciò l’iniziativa. Ora sta per diventare realtà in collaborazione con il Pontificio consiglio per la Famiglia. Il centro sorgerà sulla sommità della collina di Nazareth, farà capo a una Fondazione di diritto pontificio affidata al Movimento, accoglierà le famiglie pellegrine, promuoverà studi e riflessioni sulla famiglia, aiuterà i nuclei familiari in difficoltà nella regione e avrà anche un osservatorio internazionale sulla famiglia, con un occhio particolare alla regione del Medio Oriente. Un modo concreto per contribuire al grande sforzo pastorale che la Chiesa sta facendo per sostenere e rafforzare la famiglia anche con il prossimo Sinodo dei vescovi a ottobre a questo tema dedicato".

  

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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