Tim Geithner: contro Berlusconi fu complotto
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Tim Geithner: contro Berlusconi fu complotto

L'ex segretario al Tesoro Usa dichiara che in piena crisi dell'euro ci fu una trama orchestrata per far cadere il governo dell'ex presidente del Consiglio italiano

Nell'autunno del 2011 fu ordito un complotto per far cadere il governo di Silvio Berlusconi . A rivelarlo è Tim Geithner, ex segretario del Tesoro americano, che ha appena dato alle stampe il suo libro di memorie intitolato "Stress Test. Riflessioni sulla crisi finanziaria". A riportare l'anteprima di alcuni passaggi del libro è il quotidiano La Stampa.

Geithner racconta che alla fine del 2011, in piena crisi economica e con l'euro mai così debole, alcuni funzionari europei lo hanno avvicinato, proponendogli un piano che mirava a far cadere il governo dell'allora presidente del Consiglio italiano. Ma l'ex ministro di Barack Obama rifiutò, preferendo puntare sull'alleanza con il presidente della BCE, Mario Draghi, per tentare di allontanare dal baratro l'Unione europea e - con lei - l'intero assetto economico globale.

Scrive Tim Geithner nel suo libro: "Ad un certo punto, in quell'autunno, alcuni funzionari europei ci contattarono con una trama per cercare di costringere il premier italiano Berlusconi a cedere il potere; volevano che noi rifiutassimo di sostenere i presti dell'Fmi all’Italia, fino a quando non se ne fosse andato". 

Secondo quanto scrive La Stampa , tutto ha inizio nell'estate del 2011, quando la situazione economica in Europa è fortemente peggiorata, e tuttavia - secondo le parole di Geithner - "la cancelliera Merkel insisteva sul fatto che il libretto degli assegni della Germania era chiuso", anche perché "non le piaceva come i ricettori dell’assistenza europea - Spagna, Italia e Grecia - stavano facendo marcia indietro sulle riforme promesse".

Poi venne settembre e durante l'Ecofin che si teneva in Polonia l'ex ministro del Tesoro Usa suggerì agli alleati di adottare un piano come il Talf americano, ovvero "un muro di protezione finanziato dal governo e soprattutto dalla banca centrale, per impedire insieme il default dei paesi e delle banche". Ma, secondo il suo racconto, venne quasi insultato. Fu in quell'occasione che per la prima volta arrivò alle sue orecchie la proposta di un piano per far cadere Silvio Berlusconi.

"Parlammo al presidente Obama di questo invito sorprendente, ma per quanto sarebbe stato utile avere una leadership migliore in Europa, non potevamo coinvolgerci in un complotto come quello. Non possiamo avere il suo sangue sulle nostre mani, io dissi", rivela Geithner nel suo Stress Test.
 
Gli eventi si susseguono rapidi, mentre la crisi raggiunge il suo apice. A novembre del 2011 si tiene il G20 a Cannes. Il Financial Times scrive che il Fondo Monetario Internazionale ha proposto un piano di salvataggio all'Italia per 80 miliardi di euro, ma il governo Berlusconi lo ha rifiutato. Subito dopo Cannes in Grecia si sbriciola il governo del premier Papandreu e in Italia Mario Monti viene fatto prima senatore a vita da Giorgio Napolitano, e poi viene incaricato di formare un nuovo governo di tecnici e prende il posto di Silvio Berlusconi, mentre in Spagna viene eletto il conservatore Mariano Rajoy.

Immediata la reazione di Forza Italia alle rivelazioni di Tim Geithner. "Chiediamo con ogni forza, solennità e urgenza l’istituzione di una Commissione di indagine parlamentare, dotata dei più ampi poteri che la Costituzione le assegna. E siamo francamente meravigliati che nessuna Procura della Repubblica abbia aperto un fascicolo dinanzi all'evidenza di un attentato contro la Costituzione dello Stato", dichiara Renato Brunetta, capogruppo di FI alla Camera, che aggiunge: "Dall’America di Obama arriva la prova decisiva del golpe europeo contro l’Italia per abbattere Silvio Berlusconi. La democrazia dopo quei fatti del 2011 è sospesa. E la estromissione politico-giudiziaria del leader di Forza Italia è il coronamento di quella trama". L'ex ministro chiede poi che il Parlamento indaghi, stante il silenzio del presidente Giorgio Napolitano e dell'attuale presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

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Anna Mazzone