Il sistema elettorale giusto secondo la Consulta
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Il sistema elettorale giusto secondo la Consulta

Le 26 pagine di motivazioni della bocciatura del Procellum: ecco che cosa non andava bene. E che cosa accadrà. Come funziona negli altri Paesi

Un proporzionale con voto di preferenza, con un premio di maggioranza limitato. Alla fine la Corte costituzionale ha parlato. E ha stabilito, con 26 pagine di motivazioni, quali siano i requisiti ai quali deve attenersi una legge elettorale per essere «costituzionale». La Consulta, che il 4 dicembre scorso aveva bocciato il sistema elettorale varato nel dicembre 2005 con la legge Calderoli, spiega oggi perché lo ha fatto. A essere illegittime, tra le norme del ribattezzato «Porcellum», sono state giudicate soprattutto l'elevato premio di maggioranza e i listini bloccati, che nelle ultime tornate elettorali erano preconfezionati dai partiti.

In particolare, è stato reso chiaro che è necessaria una soglia che renda la rappresentanza proporzionata rispetto al voto espresso dagli elettori. Alle ultime elezioni, per esempio, il Pd come primo partito alla Camera aveva avuto il 29% dei voti, ma una quota assai più elevata di 293 deputati su 630 proprio grazie al premio di maggioranza. Questo vantaggio è stato reputato eccessivo dalla Corte costituzionale.

Scrivono i giudici: «Non c'è un modello di sistema elettorale imposto dalla carta costituzionale, in quanto quest'ultima lascia alla discrezionalità del legislatore la scelta del sistema che ritenga più idoneo ed efficace, in considerazione del contesto storico». E sottolineano, così tagliando l'erba sotto ai piedi della contestazione grillina, che gli effetti della sentenza valgono solo per il futuro: l'attuale Parlamento è pienamente legittimo in nome del «principio fondamentale della continuità dello Stato, che non è un'astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità degli organi costituzionali». E aggiungono: «Le elezioni svolte (nel 2013, ndr) sono un fatto concluso, posto che il processo di composizione delle Camere si compie con la proclamazione degli eletti» e «di pari passo non sono riguardati (dalla sentenza, ndr) gli atti che le Camere adotteranno prima che si svolgano nuove elezioni».

Ora, al Parlamento legittimo, spetta il compito di scrivere un nuovo sistema elettorale. Potrebbe optare per un sistema proporzionale o uninominale, purché siano chiari (e moderati) i limiti di un eventuale premio di maggioranza, e siano resi liberi i cittadini di scegliere il voto di preferenza. Se il Parlamento non dovesse riuscirci, il vuoto legislativo sarebbe comunque riempito dalla sentenza del 4 dicembre. Infatti la Consulta, cassando con quel provvedimento i «pezzi» incostituzionali della legge Calderoli, ha di fatto imposto un sistema proporzionale puro, con voto di preferenza.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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