I grillini e le intercettazioni: una proposta
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I grillini e le intercettazioni: una proposta

Da buoni giacobini, i M5s si stupiscono dello stupore di chi vede le proprie parole pubblicate per intenti di gogna. Allora facciamone un sistema

Stamattina, intervistato dal bravo Alessandro Milan su Radio24, un grillino giacobino sosteneva di non vedere assolutamente nulla di male o di negativo nella pubblicazione delle conversazioni intercettate di un qualsiasi personaggio pubblico, anche di quelle "sputtananti".

Anzi. A giudizio del grillino giacobino, devono sempre prevalere l'interesse pubblico e la trasparenza. La privacy? Le regole violate? L'ininfluenza giudiziaria di conversazioni private? La gogna mediatica? Balle, ubbie, stupidaggini: i cittadini, l'opinione pubblica hanno il sacrosanto diritto di sapere. Sempre e comunque.

Vi pare errato? Nutrite qualche perplessità garantista? Macché, sbagliate. Il grillino giacobino ha perfettamente ragione e andrebbe preso sul serio. Molto sul serio. Bisognerebbe così sottoporre a intercettazione preventiva il suo telefono. I suoi telefoni. Tutte le sue conversazioni, in formato audio e anche trascritte, per comodità del "cittadino lettore", andrebbero quindi riversate su Internet, e rese pubbliche.

Dato però che potrebbe sospettarsi che il grillino giacobino sfugga al controllo usando il cellulare di amici o parenti (non è il caso, perché ovviamente trattasi di galantuomo, ma sicuramente l'interessato non avrebbe nulla in contrario), anche amici e parenti andrebbero tutti sottoposti a controllo. E anche le loro telefonate dovrebbero essere pubblicate su Internet. Del resto, i cittadini, l'opinione pubblica, hanno il sacrosanto diritto di sapere quel che dice, con chi parla, che cosa pensa.

Sarebbe bello, a questo punto, che il grillino giacobino di cui sopra prendesse sul serio se stesso e presentasse una proposta di legge ben strutturata, per concretizzare questa modesta ideuzza. Per sovrapprezzo, potrebbe proporre anche di collocare una serie di telecamere in ufficio e magari nella propria abitazione, al fine di pubblicare in streaming il lavoro e la propria vita privata.

Non avendo ovviamente nulla da nascondere, il grillino giacobino potrebbe farlo senza alcun timore. Del resto, i cittadini, l'opinione pubblica, hanno il sacrosanto diritto di sapere quel che fa quando è da solo, quanto lavora a casa, se guarda la tv e che cosa guarda.

P.S.
Nota per i grillini giacobini (che magari mi prendono sul serio): sto scherzando. Loro, al contrario, quasi sempre fanno paura. E non se ne rendono nemmeno conto... Dovrebbero però ricordarsi di un vecchio, saggissimo detto: prima o poi ogni puro trova uno più puro di lui, che lo epura.


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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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