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Isis: attacchi nell'est della Siria

Nuovi combattimenti a Dayr az Zor: forse rapiti tre americani, rivendicata la cattura di 400 militari siriani, 300 i morti tutti civili

Prosegue l'attacco dell'Isis nell'est della Siria. Nuovi combattimenti sono stati segnalati a Dayr az Zor, la città dove sabato scorso centinaia di civili sarebbero stati uccisi, secondo Damasco, o rapiti secondo l'Osservatorio nazionale siriano sui diritti umani (Ondus).

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L'Isis, con un comunicato e delle foto, rivendica la cattura di circa 400 militari governativi siriani, che si teme possano essere uccisi nelle prossime ore. Le immagini mostrano dei prigionieri senza indumenti.

Mentre restano i dubbi sul bilancio della battaglia: l'Isis afferma di aver ucciso oggi almeno 50 militari, un altro centinaio nelle ultime 48 ore. Per Damasco i morti sono stati invece 300, "tutti civili", molte le vittime crocifisse. L'agenzia governativa Sana afferma inoltre che le forze lealiste hanno ripreso il controllo di buona parte del villaggio di Baghaliya e dei dintorni di Ayash. Nel centro abitato di Dayr az Zor, invece, l'esercito ha respinto un attacco dei jihadisti al quartiere di Al Rashediya. Si combatte anche attorno all'aeroporto militare situato a sud della città e in mano al regime di Damasco.

Tre americani rapiti
Nel vicino Iraq sono in corso invece le ricerche di tre cittadini americani scomparsi venerdì a Baghdad e che secondo fonti locali lavoravano a un impianto industriale della capitale. Se venisse confermato che i tre sono stati rapiti si tratterebbe del primo caso di sequestro di occidentali in Iraq da diversi anni. La notizia della loro scomparsa èstata diffusa solo oggi. Secondo media iracheni vicini all'Iran, i tre sono "contractor" e per questo il loro rapimento sarebbe "legittimo" in quanto considerati "militari occupanti". Testimoni locali affermano di aver visto "uomini armati in uniforme" portare via i tre militari nel quartiere di Dora, nella parte sud di Baghdad.

La presenza dell'Isis in Iraq ha da più di un anno legittimato la presenza di milizie filo-iraniane usate nella "lotta al terrorismo", ma anche per sostenere la politica di Teheran nel Paese arabo sostenuto anche dagli Stati Uniti. Non si esclude che i tre americani siano stati rapiti da miliziani sciiti nel contesto dell'inasprimento della tensione tra l'Iran, i suoi alleati e i rivali arabi e statunitensi.

Già nel recente passato miliziani iracheni filo-iraniani avevano rapito a Baghdad e nel sud del Paese camionisti turchi e cittadini del Qatar. Sia la Turchia che il Qatar fanno parte del fronte che si oppone all'espansionismo khomeinista in Medio Oriente.

Il gioco dei numeri
Dall'altra parte del territorio controllato dallo Stato islamico, nell'est siriano continuano a giungere notizie non confermate del bilancio degli scontri armati tra jihadisti e militari governativi nel sobborgo di Baghilye. Fonti locali interpellate dall'ANSA e altre presenti al confine turco-siriano in contatto con loro parenti in città smentiscono voci di un "massacro" con l'uccisione di "300 civili", secondo quanto riferito dal regime siriano.

Per il momento - riferiscono le fonti - sono documentate le uccisioni di circa 30 militari governativi. Ma anche l'Ondus, filo-opposizione siriana, ne ha stimate almeno 135. Tra loro numerosi militari e i loro familiari, accusati di appoggiare il regime di Assad. 

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