Imu, negozi e botteghe i più penalizzati
Le due categorie colpite da un prelievo di 1,8 miliardi, più del doppio della vecchia Ici
Il passaggio dall'Ici all'Imu ha penalizzato in misura particolare gli immobili destinati a negozi e botteghe, colpiti da un prelievo pari a 1,8 miliardi, ossia 1,050 miliardi in più rispetto ai 700 milioni derivanti dalla vecchia imposta. L'aumento rispetto alla vecchia Ici è del 140% e si scarica in gran parte sulle Pmi. Lo rileva uno studio di Confesercenti secondo cui si tratta di quasi due milioni di unità immobiliari (1.941.458, secondo l'indagine 2012 sugli immobili in Italia, prodotta dal Dipartimento Finanze e dall'Agenzia del Territorio) che al Catasto sono censiti come categoria C1 e che per l'80% sono di proprietà di persone fisiche, per metà utilizzati direttamente e per l'altra metà detenuti in locazione.
L'associazione chiede quindi di restituire gli aumenti deliberati dai Comuni . Ad accrescere la tassazione Imu su negozi e botteghe, secondo Confesercenti, hanno contribuito tre fattori: l'aumento di base imponibile, per effetto del più elevato coefficiente da applicare alla rendita catastale rivalutata, che da solo, spiega quasi il 62% dell'incremento rispetto a quanto pagato in precedenza con l'Ici; l'aumento dell'aliquota standard fissata ai fini Imu (0,76% rispetto allo 0,664% dell'aliquota media Ici nazionale), che spiega un altro 14%; infine, l'ulteriore aumento di aliquota deciso da ciascun Comune (aumento o riduzione pari allo 0,30%).
In sostanza, spiega l'associazione delle imprese, "sugli immobili strumentali all'attività imprenditoriale grava a partire dal 2012 un prelievo immobiliare pari a 2,4 volte (+ 140%) quello dell'Ici, che si scarica in larghissima parte (oltre i 2/3) sulle Pmi: quelle che sono proprietarie dell'immobile in cui svolgono la propria attività; ma anche quelle che conducono l'immobile in locazione e che si vedranno aumentare il canone dal proprietario colpito dall'Imu". Il forte aumento dell'Imu, per Confesercenti, "è anche la conseguenza di una scelta che caratterizza l'intero impianto dell'imposta: quella di riservare allo Stato una parte consistente del gettito".
(AGI)