Le manipolazioni da ufficio

Dopo aver scritto “Fucking Monday” mi sono arrivate un’infinità di mail nelle quali molte persone mi raccontavano di essere state manipolate. Sono in molti a chiedermi come è possibile uscire dallo status di “manipolato”. La risposta è sempre la …Leggi tutto

Dopo aver scritto “Fucking Monday” mi sono arrivate un’infinità di mail nelle quali molte persone mi raccontavano di essere state manipolate.

Sono in molti a chiedermi come è possibile uscire dallo status di “manipolato”. La risposta è sempre la stessa. Credo molto nella psico-educazione quindi il primo passo è quello di … accorgersi di essere stati manipolati (o esserlo ancora !).

Se intanto riconosciamo i meccanismi machiavellici rivolti contro di noi, una soluzione per uscirne possiamo trovarla. Se invece vogliamo continuare a godere dello status di “manipolato” vuol dire che ci va bene così … e ci piace delegare a qualcun altro la causa della nostra insoddisfazione … congratulazioni!

Ormai sono quasi in disuso quelle modalità old school per mettere in soggezione i propri dipendenti. Offese esplicite, percosse fisiche o urla a mille decibel suonano un po’ vintage … e sicuramente sono meno efficaci delle modalità manipolatorie più subdole e destrutturanti.

Cerchiamo anzitutto di capire cosa significa “atteggiamento manipolatorio”. La manipolazione è un condizionamento volto a farci assumere determinati comportamenti che normalmente non adotteremmo. Le leve possono essere diverse: il senso di colpa, la soggezione psicologica, la paura ecc. Riporterò un po’ di queste tecniche, poi ditemi quante volte ci siete cascati!

Creare senso di colpa è un modo molto comune ed efficace. Si induce nel soggetto un senso di colpa per una qualsiasi cazzata, anche irrilevante. La scrivania in disordine, una sigaretta fuori orario o un piccolo errore lavorativo. Non è necessario strapazzare eccessivamente il malcapitato, a volte basta uno sguardo o una parola. Questo meccanismo crea un legame col carnefice basato sul senso colpa. Il soggetto si sente sbagliato e quindi disposto a tutto per rientrare nelle grazie del manipolatore. Anche un presunto perdono può essere utilizzato in modo strumentale in quanto può spingerci a contraccambiare il favore con il servilismo.

Far sentire sempre inadeguati. Non importa quanti soldi tu abbia fatto guadagnare all’azienda! E’ superfluo anche l’impegno, la dedizione, gli straordinari (a volte non pagati) o i sacrifici per raggiungere gli obiettivi. Il primo piccolo errore viene pesantemente ripreso come se non avessi fatto niente di buono fino a quel giorno. Nessuna gratitudine, solo l’esercizio di un potere per farti sentire sempre e comunque un inetto … asservito.

Comunicazione frammentaria. “Sapere è potere” , chi comanda questo lo sa bene. Fornire poche informazioni frammentarie è un modo per creare una dipendenza “dall’erogatore”. Anche in questo caso si crea un legame malsano fra il carnefice e la vittima che sarà costretta a pendere costantemente dalle labbra di qualcun altro. Una modalità decisamente subdola.

Dividi et impera. Davanti ad una compatta formazione di scudi si può fare ben poco. Fratturando invece il tessuto sociale alcuni soggetti sono i grado di esercitare il potere assoluto. Disgregare è relativamente facile, bastano poche mezze verità, voci messe in giro al momento giusto, cavalcare qualche piccola insoddisfazione quotidiana e … le jeux sont fait !

Queste modalità riportate sono fra le più comuni, ma potremmo andare avanti a lungo. Nel caso vi riconosciate sappiate che siete oggetto di una manipolazione … e quindi di un’azione strumentale. Pensateci!

Nei prossimi post inizierò un nuovo filone che si intitolerà: “ostaggio di”. Metteremo in relazione alcuni nostri modi di agire alla nostra incapacità di abbandonare alcuni schemi tossici per il nostro delicato equilibrio psicologico.

Alla prossima settimana!

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Matteo Marini