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Light, lo smartphone da 16 fotocamere

Light, lo smartphone da 16 fotocamere

Una startup vuole portare le fotocamere mobile alla qualità di una reflex combinando diverse lenti e sensori. Si parla di 52 megapixel

Problema: vuoi integrare in uno smartphone una fotocamera capace di eguagliare la qualità garantita dalle DSLR, ma non è ancora possibile ridurre a sufficienza i costi e le dimensioni della tecnologia necessaria. Che fai?

Soluzione: Cerchi di aggirare il problema utilizzando più lenti e più sensori.

L’idea è venuta a una startup californiana di nome Light, che attualmente sta approntando un prototipo con l’ambizione di rendere questa tecnologia disponibile per smartphone e altri dispositivi entro il 2016. Per ora, Light ha allestito un array di 16 fotocamere (ognuna costituita da una coppia lente-sensore), caratterizzate da lunghezze focali di 35, 70 e 150 millimetri.

L’obbiettivo finale è sviluppare una fotocamera multilente e multisensore che a ogni scatto catturi diverse immagini in simultanea utilizzando prospettive leggermente differenti. Combinando poi gli input di tutti i sensori sarebbe possibile ottenere un’immagine finale a 52 megapixel.

Sulla carta, le fotocamere Light consentiranno di aggiustare il fuoco di un’immagine dopo averla scattata, una funzionalità su cui Lytro ha basato il suo successo. La differenza tra Light e Lytro è che nel primo caso per ogni lente c’è un diverso sensore ottico, mentre nel secondo un array di lenti fa capo a un solo sensore.

Ma anche nel caso in cui la tecnologia di Light si rivelerà efficace, perché la startup possa avere successo e raggiungere il mercato dovrà prima riuscire a ridurre sufficientemente i costi e le dimensioni del suo prototipo. Allo stato attuale infatti l’array confezionato da Light richiederebbe uno smartphone di spessore leggermente superiore alla media, e un costo per i materiali di base compreso tra i 50 e i 60 dollari (significativamente maggiore a quello delle fotocamere incluse negli smartphone di fascia alta).

Per ora Light sembra avere il vento in poppa, nell’ultima tornata di finanziamenti ha portato a casa ben 9 milioni di dollari e a breve è attesa l’ufficializzazione di un contratto con Foxconn.

In parole povere, il problema posto a inizio pezzo sembra essere stato risolto correttamente, e se tutto va come deve andare, a breve un colosso hi-tech (Samsung?) potrebbe decidere di promuovere a pieni voti l’alunno californiano.

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