Musical travolgenti, horror di rara potenza e originalità, sci-fi insoliti, commedie famigliari divertenti… Tra i film uscita al cinema in Italia nel 2025, ecco i più belli secondo noi.
1) Emilia Pérez di Jacques Audiard
Trascinante e artisticamente spettacolare, Emilia Pérez racconta una transizione di genere in musical come mai fatto prima. Con canzoni e coreografie che fan venir voglia di salire su un tavolo a ballare insieme a Zoe Saldana, di magnetico carisma e meritatamente premio Oscar. Non c’è polemica – legata ai puntigliosi dei social e alle dichiarazioni poco felici della sua protagonista Karla Sofía Gascón – che possa oscurarne la carica d’energia.
2) Io sono ancora qui di Walter Salles
Ricostruzione di una drammatica storia vera durante la dittatura militare brasiliana negli anni ’70, mostra tutta la forza della moglie e madre Eunice Facciolla, rimasta sola a combattere per la verità sulla sparizione del marito Rubens Paiva. La interpreta una meravigliosa Fernanda Torres. Nonostante la brutalità subìta, non rinuncia a sorridere e a vivere. Un film luminoso, Oscar al miglior film internazionale.
3) Giovani madri di Jean-Pierre e Luc Dardenne
I fratelli belgi fanno sempre centro con la loro capacità instancabile di pennellare la verità di vite ai margini. Con sguardo acuto e sensibile, entrano in un istituto per giovani madri in difficoltà a Liegi, restituendoci una narrazione corale di paure, speranze e tanta umanità. Non a caso Prix du scénario all’ultimo Festival di Cannes.
4) 28 anni dopo di Danny Boyle
Di potenza visiva e narrativa totalizzante, un film che è molto più di un sequel e di un horror. Insieme ad Alex Garland, il regista di Trainspotting consegna un’opera epica immersiva e impetuosamente coinvolgente, da gustare tutta d’un fiato. Torna nel mondo creato da 28 giorni dopo, in un Regno Unito devastato dal virus della rabbia, e, a cavallo di una colonna sonora torreggiante, cattura ogni senso.
5) Itaca. Il ritorno di Uberto Pasolini
Una storia di amore, responsabilità deluse ed eroismo che trova la sua forza senza tempo nelle interpretazioni giganti di Juliette Binoche, pulsante e bellissima Penelope che tesse e disfà la tela, e Ralph Fiennes, Ulisse in cenci e sensi di colpa, al ritorno nella sua Itaca. Essenziale e potente.
6) La voce di Hind Rajab di Kawthar ibn Haniyya
È il film (o forse il non film) che ha sconquassato qualsiasi stomaco e preso a cazzotti cuori. Fa male, anzi, malissimo. La voce vera della bambina palestinese Hind Rajab che chiede aiuto, prima di essere assassinata dai colpi di fuoco dell’esercito israeliano, è una lama che squarcia e mai arretra. Si apre il solito straziante interrogativo: come può il genere umano arrivare a tanto? Leone d’argento – Gran premio della giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia.
7) Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof
Meno riuscito del film precedente di Rasoulof, Il male non esiste, ma sempre così forte nell’essere specchio di un Iran di repressioni e censure. Attraverso le dinamiche interne di una famiglia iraniana, Il seme del fico sacro riflette le reazioni da orco di un regime che opprime, ingabbia e uccide. La resistenza ha il volto e il coraggio dei giovani e delle donne.
8) Love di Dag Johan Haugerud
Film di parole, fa parte della trilogia Sex-Love-Dreams del regista norvegese. È un’ode alla libertà sessuale e alla tenerezza degli incontri, oltre le convenzioni. A mo’ di guida filosofica, seguendo le quotidianità di un’urologa (Andrea Bræin Hovig) di mezza età e del suo giovane infermiere gay (Tayo Cittadella Jacobsen), apre l’interpretazione dell’esistenza e dell’amare a strade innumerevoli.
9) The Brutalist di Brady Corbet
Un’opera monumentale e ambiziosa. Come l’architettura brutalista perseguita dal suo protagonista, un architetto scampato all’Olocausto interpretato da Adrien Brody, premiato con l’Oscar, The Brutalist è un film che affascina, nonostante la durata monstre. Superbo Guy Pearce, mecenate di sinistro carisma.
10) La mia famiglia a Taipei di Shih-Ching Tsou
Un film tenero e gustoso, che mentre segue fatiche e quotidianità di una famiglia di sole donne, intanto offre uno spaccato sulla Taipei di mercati notturni, luci, strade e noci di betel vendute da ragazze in tacchi e minigonne. La piccola bambina protagonista (Nina Ye) riempie il cuore con la sua ingenuità solerte. Con tanto di colpo di scena.
Non a caso, Tsou, taiwanese-statunitense, è collaboratrice storica di Sean Baker, il regista di Anora, che ha dato il suo tocco in sceneggiatura, montaggio e produzione.
11) Presence di Steven Soderbergh
Un’autentica chicca dei ghost movie, con Lucy Liu matriarca risoluta e Callina Liang adolescente scossa da una perdita. Minimalista e intrigante, è girato dal punto di vista di una presenza misteriosa, giocato su soggettiva e piano sequenza. Con colpo di scena finale da palati fini.
11) Lo schiaffo di Frédéric Hambalek
Una sceneggiatura originale e insolita, che porta a svolte di trama a tratti esilaranti e a riflessioni interessanti: cosa penserebbero di noi i nostri figli se vedessero cosa pensiamo davvero e cosa facciamo quando non loro ci sono? Intrecciando realismo psicologico ed elemento fantastico, il regista tedesco esplora i limiti della verità e della comunicazione familiare.
13) Bird di Andrea Arnold
Bird è un racconto esistenzialista prezioso, miglior film ad Alice nella Città 2024. Una storia di formazione speciale dove la dodicenne protagonista (Nykiya Adams), che vive con il padre (Barry Keoghan) poco presente in una casa occupata nel Kent settentrionale, trova un insolito alleato in uno strano forestiero (Franz Rogowsky)… Tanta durezza, percorsa da un meraviglioso realismo magico.
14) I peccatori di Ryan Coogler
Horror folk black di seducente estetica e musica trascinante, è candidato a sette Golden Globe. Ambientato nei paesaggi polverosi e battuti dal sole del Mississippi degli anni Trenta, tratta con originalità razzismo ed eredità blues. Con un doppio e carismatico Michael B. Jordan che riempie la scena, dà alla narrazione sui vampiri una prospettiva nuova.
15) Un semplice incidente di Jafar Panahi
Palma d’oro al Festival di Cannes, una storia tra dramma e ironia, con un forte elemento grottesco. È il primo film di Panahi dopo la sua incarcerazione, girato di nascosto, senza il permesso delle autorità iraniane.
Per la prima volta dopo quindici anni, il regista inviso al regime non mette in scena se stesso. Un semplice incidente diventa la scintilla di una catena di conseguenze sempre più travolgenti. Un atto ennesimo di resistenza e impegno civile.
16) Eternal – Odissea negli abissi di Ulaa Salim
Film danese in bilico tra tema ecologista e storia d’amore, è uno sci-fi intimista che riflette su cambiamenti climatici e aspettative sulla propria vita. Potente la scena iniziale, con un terremoto che apre una misteriosa frattura nella crosta terrestre. Intrigante il viaggio del protagonista (Simon Sears) al centro della Terra, mentre l’odissea negli abissi si interseca ai dubbi su scelte personali del passato.
17) I colori del tempo di Cédric Klapisch
I colori del tempo è uno di quei film che fa uscire dal cinema con il sorriso in viso, soddisfatti, e il cuore sollevato da una bellezza gentile e sussurrata. Muovendosi tra contemporaneità e Ottocento, tra inaspettati Claude Monet e Victor Hugo, una storia di ricordi di famiglia ed eredità emotive che rendono migliori. Ah, come sanno ricamar bene insieme profondità e leggerezza i francesi!
LEGGI ANCHE:
- I film più belli del 2024
- I film più belli del 2023
- I film più belli del 2022
- I film più belli del 2021
- I film più belli del 2020
- I film più belli del 2019
- I film più belli del 2018
- I film più belli del 2017
- I film più belli del 2016
- I film più belli del 2015
- I film più belli del 2014
- I film più belli del 2013
- I film più belli del 2012
