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Fair play finanziario: ecco tutte le squadre escluse e sanzionate dall'Uefa

Dal 2014 una lunga serie di settlement agreement ed esclusioni dalle coppe europee. I casi italiani di Milan, Inter e Roma

Dal 2014 è l'incubo delle società europee. Si chiama Fair Play Finanziario ed è lo strumento di cui si è dotata l'Uefa per tenere sotto controllo debiti e bilanci dei club che stavano correndo verso un calcio non più sostenibile dal punto di vista economico. Una lunga gestazione prima della piena operatività con controlli assidui e un sistema di sanzioni che può arrivare fino alla revoca di titoli vinti o all'esclusione dalle manifestazioni.

Ora che il sistema si è rodato è possibile anche cominciare a fare il primo bilancio. Quante squadre si sono viste precludere la partecipazione alla Champions League o Europa League a causa dei propri conti? Quante hanno dovuto firmare impegni vincolanti per riavvicinarsi alla situazione ottimale di pareggio? Insomma, come è andata a finire al di là dei casi dei grandi club di cui tutti hanno scritto e parlato?

Il bilancio aggiornato al maggio 2018 racconta di 18 società che sono state sanzionate con l'esclusione dalle coppe europee per non aver rispettato i parametri del Fair Play Finanziario e di altre 29 che, in tempi diversi, hanno sottoscritto il cosiddetto settlement agreement che rappresenta una sorta di patteggiamento riabilitativo. Da rispettare, però, pena la successiva esclusione dalle manifestazioni.

Tutti i club esclusi dalle coppe per il FFP

Sono 17 le squadre che si sono viste negare l'accesso alle manifestazioni organizzate dall'Uefa. Si tratta dei casi più gravi in cui il club si è macchiato della colpa di non aver onorato debiti nei confronti di altri club, mettendo a rischio l'equilibrio complessivo del sistema, oppure di mancato rispetto degli accordi sottoscritti in regime di sanzione con il settlement agreement.

Non è vero che si tratta solo dei pesci piccoli e che l'Uefa ha evitato di punire i big. Basti pensare che nell'elenco degli esclusi spicca il nome del Galatasaray (provvedimento deliberato il 2 marzo 2016) che ha nel suo palmarès 20 scudetti turchi e la Coppa Uefa del 1999-2000 con successiva Supercoppa Europea. O lo stesso Dnipro escluso nel dicembre 2015, pochi mesi dopo aver disputato e perso la finale di Europa League contro il Siviglia.

I primi ad essere sanzionati con il massimo della pena nel 2014 sono stati Stella Rossa Belgrado (Serbia), Ekranas (Lituania), Cluij (Romania) e Bursaspor (Turchia). Un anno più tardi è toccato a Pallohonka (Finlandia), Inter Baku (Azerbaigian), Dinamo Mosca e Cska Sofia (Bulgaria) e Targu Mures (Romania), quest'ultimo come il Dnipro dopo aver ricevuto un warning, non rispettato, con obbligo di rientro dai debiti entro pochi mesi. Nel 2017 il Partizan Belgrado si è visto escludere nuovamente salvo poi essere riammesso dopo ricorso al Tas di Losanna. 

Gli ultimi in ordine di tempo, anno 2018, sono stati Panathinaikos (Grecia) e il Sion (Svizzera) con in più gli irlandesi dell'Irtysh, ma già nella stagione precedente era toccato al Partizan Belgrado (Serbia) e al Karabukspor (Turchia). Poi il Milan, punito per lo sforamento dei parametri dal 2014 al 2017 per complessivi 120 milioni di euro e riammesso dal Tas mentre in ottobre è stato il turno del Rubin Kazan, messo fuori per non aver rispettato gli accordi sottoscritti con il settlement firmato nel 2014.

Tutti i club che hanno firmato il settlement agreement

L'elenco dei club che hanno dovuto sottoscrivere il patteggiamento con la Uefa sotto forma di settlement agreement è molto più lungo e conta 27 nomi. Non tutti gli accordi sono uguali perché non tutte le situazioni di partenza erano identiche e gli esperti dell'Uefa hanno modellato con i dirigenti delle società interessate il percorso di sanzione e rientro nei parametri del fair play finanziario.

Nella prima tornata ci sono gli sceicchi di Psg e Manchester City, tenuti sotto stretta ossevazione dalla Uefa e poi, un po' per volta, liberati dai vincoli essendosi riportati all'interno del sentieri disegnato dal Fair Play Finanziario. Ecco, anno per anno, chi ha sottoscritto il settlement agreement:

Anno 2014 (8 squadre)

Manchester City (Inghilterra)

Psg (Francia)

Galatasaray, Trabzonspor e Bursaspor (Turchia)

Zenit San Pietroburgo, Rubin Kazan e Anzhi (Russia)


Anno 2015 (14 squadre)

Besiktas e Karabukspor (Turchia)

FC Krasnodar, Lokomotiv Mosca e Rostov (Russia)

Monaco (Francia)

Sporting Lisbona (Portogallo)

CSKA Sofia (Bulgaria)

Inter e Roma (Italia)

Ruch Chorzòv (Polonia)

Hapoel Tel Aviv (Israele)

Panathinaikos (Grecia)

Hull City (Inghilterra)


Anno 2016 (4 squadre)


Fenerbache e Trabzonspor (Turchia)

FC Astana (Kazakistan)

GNK Dinamo Zagabria (Croazia)


Anno 2017 (1 squadra)

Porto (Portogallo)


Anno 2018 (2 squadre + 3 multate)

Galatasaray (Turchia)

Maccabi Tel Aviv (Israele)

Marsiglia (Francia) multata

KF Tirana (Albania) multata

Vojvodina (Serbia) multata

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Giovanni Capuano