Apple fa pace con HTC. Ma la guerra dei brevetti continua
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Tecnologia

Apple fa pace con HTC. Ma la guerra dei brevetti continua

Dopo due anni di vertenze legali, Apple e HTC stringono un accordo decennale sull'utilizzo dei reciproci brevetti. Per Apple potrebbe essere il primo passo fuori dalla trincea della guerra dei brevetti

E pace fu. Una pace con la data di scadenza, 10 anni di tregua che, si spera, porterà vantaggi economici per entrambi i fronti. L’annuncio ufficiale è stato affisso sul sito di Cupertino nella giornata di sabato: Apple e HTC hanno deposto le armi, la guerra dei brevetti, almeno in questa porzione del panorama hi-tech, è finita.

HTC e Apple® hanno raggiunto un’intesa a livello globale che comprende l’abbandono di tutte le vertenze legali in corso e un accordo di licenza della durata di dieci anni. Questa licenza estende i brevetti attuali e futuri di entrambe le parti. I termini dell’accordo sono confidenziali.

Non è dunque dato sapere se la pace tra l’azienda californiana e quella taiwanese sia stata edificata a suon di dollari, o consista in una semplice tregua. Quello che invece è chiaro è che questo trattato di pace rappresenta un primo passo di Apple verso un nuovo approccio alla guerra dei brevetti.

La battaglia legale contro HTC è stata avviata nel 2010. Al tempo Steve Jobs era ancora sul trono, e la causa contro HTC rientrava nell’ambito della ormai celebreguerra termonucleare contro Android”. A due anni di distanza, le vertenze hanno portato ai due colossi soltanto grane: decine di milioni di dollari sono volati per tenere in piedi le quasi 20 cause legali (avviate da entrambe le parti). A differenza del contenzioso tra Apple e Samsung, in questo caso i due colossi si danno battaglia su brevetti che riguardano il software. Lo scorso dicembre, dopo aver visto rimandare al mittente diverse pretese, Apple ha portato a casa una “vittoria”, ottenendo il blocco dell’importazione di alcuni modelli HTC negli Stati Uniti. Blocco che la compagnia taiwanese ha prontamente aggirato , ritornando sugli scaffali nell’aprile del 2012, appesantito da un crollo dei profitti. Sebbene, secondo diversi analisti , i problemi di HTC siano dovuti a errori di strategia aziendale, piuttosto che alle cause contro Apple, i due anni di battaglie legali sicuramente non hanno aiutato.

Ma cosa succederà, ora che Peter Chou e Tim Cook hanno seppellito il martelletto da giudice qualche centimetro nella terra?

Molti non esitano a vedere nella mossa di Cook un altro segno della sua intenzione di smarcarsi dal suo ingombrante predecessore . Tanto Steve Jobs era determinato a caricare i cannoni legali e a puntarli contro la concorrenza, tanto Tim Cook è determinato a bagnare le polveri. In questi giorni, un altro fronte della battaglia contro Google è stato smantellato, per ordine del giudice distrettuale Barbara Crub, che ha deciso di sciogliere la vertenza legale contro Motorola . Qualche giorno fa, poi, Apple ha perso la causa su FaceTime , per la quale dovrà versare più di 368 milioni di dollari.

Nel frattempo, lungi dall’essere fiaccato dagli attacchi giudiziari di Apple, Android prospera sul mercato smartphone (nel terzo trimestre del 2012 tre quarti degli smartphone venduti erano Android) e su quello tablet (la quota di mercato Apple è passata da 65,5% a 50,4% nell’ultimo trimestre). Insomma, nonostante la sentenza miliardaria che quest’estate ha visto Apple calpestare Samsung, la guerra dei brevetti a quanto pare non paga. Tim Cook sembra essersene accorto da tempo, e più volte ha espresso i suoi dubbi sull’utilità di combattere i rivali in tribunale invece che sul campo.

Quanto ci vorrà prima che anche il pesante, ingombrante martelletto della causa Apple-Samsung venga definitivamente seppellito?

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Fabio Deotto