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Ucraina, cronache di guerra. Febbraio - marzo 2015

Diario quotidiano delle notizie e delle narrazioni della crisi nella regione del Donbass

Martedì 31 marzo 2015

Dal marzo del 2014 almeno 42 bambini sono stati uccisi e 109 feriti da mine e ordigni inesplosi nelle regioni di Donetsk e Luhansk dell'Ucraina orientale. I dati sono diffusi dall'Unicef, che precisa anche come il numero delle vittime potrebbe essere significativamente più alto, se venissero incluse le aree che non sono sotto il controllo del governo di Kiev. In queste zone gli operatori umanitari non hanno libero accesso.
Lo State Emergency Service in Ucraina sta ripulendo le aree controllate dal governo di Kiev dalle mine e dagli ordigni inesplosi, nell'area di Donetsk e Luhansk.
Finora più di 33.717 ordigni sono stati individuati e rimossi. Una parte delle mine è però ancora presente e ciò rappresenta un rischio, soprattutto nelle aree precedentemente abbandonate per fuggire dagli scontri a fuoco, e dove ora la popolazione sta rientrando, approfittando della tregua firmata a Minsk a fine febbraio 2015.



Lunedì 30 marzo 2015

Ore 12:00 -  Paracadutisti americani addestreranno i soldati ucraini a partire dal 20 aprile nella base militare di Iavoriv, nella regione di Leopoli, in Ucraina occidentale.
L'addestramento si svolgerà in tre fasi, ognuna delle quali durerà otto settimane e coinvolgerà 300 militari ucraini.
Lo fa sapere il ministro dell'Interno di Kiev, Arsen Avakov, su Facebook precisando che un'intesa a tal proposito è stata raggiunta durante un colloquio tra il presidente ucraino Petro Poroshenko e il vice presidente Usa Joe Biden e che ad addestrare gli ucraini saranno 290 paracadutisti della 173esima brigata di stanza in Italia.

11:50 - Il finanziere statunitense George Soros si è detto pronto a investire un miliardo di dollari in Ucraina se l'Occidente prometterà di aiutare il paese.
"L'Ucraina sta difendendo l'Unione Europea dall'aggressione della Russia", ha dichiarato Soros in un'intervista al quotidiano austriaco Der Standard.
Secondo il finanziere, Kiev ha bisogno di 50 miliardi di euro per rimettersi in piedi e lui stesso è pronto a fare la sua parte con un miliardo di dollari da investire in progetti infrastrutturali e agricoli.
"L'occidente può aiutare l'Ucraina rendendola più attraente per gli investitori assicurando loro contro i rischi politici", ha aggiunto Soros, "ciò potrebbe portare la forma di finanziamento molto vicina ai tassi di interesse europei, prossimi allo zero".
L'economia Ucraina è sull'orlo del collasso a causa del conflitto nell'Est del paese (le aree controllate dai separatisti erano tra le più importanti dal punto di vista industriale) e al crollo della valuta locale. Secondo le stime degli analisti di Icu, il Pil di Kiev quest'anno scenderà del 7,6% per poi tornare a crescere solo nel 2017.

Lunedì 23 marzo 2015

Continuano le accuse reciproche di violazione della tregua tra ribelli separatisti ed esercito ucraino. Le forze armate di Kiev, in un comunicato diffuso su Facebook, sostengono che "la scorsa notte, attorno alle 5 ora locale (le 4 in Italia), il nemico ha sparato contro le posizioni "delle truppe in tutti i settori del fronte". Gli attacchi, spiega l'esercito, sono avvenuti nei pressi di Shirokino, nel sud della regione di Donetsk, ma sono stati respinti. "In tutto - precisa la nota - dalle 20 fino alla mezzanotte di ieri il nemico ha aperto il fuoco in 12 occasioni. Altre cinque violazioni al cessate il fuoco si sono registrate da mezzanotte alle 5 di oggi".
Da parte loro però anche le milizie dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk denunciano violazioni da parte dell'esercito di Kiev. In particolare parlano di 52 violazioni della tregua e dell'utilizzo, in almeno 24 occasioni, di mortai contro le postazioni ribelli. Secondo i separatisti, almeno cinque ribelli sono rimasti feriti negli attacchi delle forze armate.

Martedì, 17 marzo 2015

Il parlamento ucraino oggi ha approvato un emendamento che stabilisce che i territori orientali del paese, controllati dai separatisti filo-russi, otterranno l'autonomia politica soltanto dopo elezioni regolari tenutesi secondo le leggi dell'Ucraina.
I leader separatisti hanno subito condannato l'emendamento, votato a maggioranza da 265 dei 347 deputati, dicendo che sono una violazione agli accordi di Minsk.

Lunedì 16 marzo 2015

16:00 - Ha ripreso lo sciopero della fame Nadia Savchenko, la pilota militare ucraina detenuta in un carcere di Mosca. Ad annunciarlo e' stato Anton Tsvetkov, capo della Commissione sicurezza della Camera pubblica russa, secondo quanto riporta il Kyiv Post.

La top gun è agli arresti in Russia dal luglio 2014 con l'accusa di complicità nell'uccisione nel Donbass di due giornalisti della tv russa. Agli inizi del mese, la Savchenko aveva deciso di interrompere un lunghissimo sciopero della fame durato oltre 80 giorni e che l'aveva condotta in fin di vita.

15:00 - "In caso di emergenza siamo pronti a nuove sanzioni" nei confronti della Russia. Lo ha detto Angela Merkel a Berlino, in conferenza stampa con Petro Poroschenko. La cancelliera ha sottolineato che la "tregua non è ancora stata realizzata".

Mosca era pronta a porre in stato di allerta la propria forza nucleare durante la crisi di Crimea la scorsa primavera. Lo dice Vladimir Putin in un documentario trasmesso dalla tv russa domenica 16 marzo, a un anno dall'annessione della Penisola che apparteneva all'Ucraina.

Il presidente russo nel documentario afferma anche che la Russia ha salvato la vita all'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, costretto alla fuga dalle manifestazioni per la democrazia e l'avvicinamento di Kiev all'Unione europea dello scorso anno. Putin ha detto di avere avuto informazioni chiare sulle intenzioni di eliminare Yanukovich da parte dei "rivoluzionari"

Intanto Putin ha innalzato lo stato d'allerta per la Flotta del Nord, di alcune unità del distretto militare occidentale e delle forze aeree, come parte di test a sorpresa ordinati per verificare il livello di preparazione a possibili scenari bellici.
L'ordine è operativo dalle 8 di questa mattina (le 6 in Italia), come ha fatto sapere il ministro della Difesa Serghei Shoigu, spiegando che le nuove minacce che affronta la Russia richiedono maggiori capacita' militari.

In tutto sono coinvolti, 38.000 soldati, 3.360 veicoli militari, 41 navi, 15 sottomarini e 110 aeri ed elicotteri. Il 5 marzo, a Sud della Russia sono già state lanciate esercitazioni militari su vasta scala, in cui sono impegnati oltre 2.000 uomini. In precedenza, il 4 marzo, si erano tenute ispezioni a sorpresa all'arsenale nucleare di una delle base militari centrali del Paese, vicino alla città di Yoshkar-Ola. (AGI)

L'annessisone della Crimea "azione di democrazia"
L'annessione della Crimea da parte della Russia avvenuta un anno fa è stata "una vera azione democratica" e la Penisola non tornerà mai a far parte dell'Ucraina.
Lo ha detto il presidente della penisola sul Mar Nero, Serghiei Aksionov, in un'intervista alla Bbc. "Si è trattato di una scelta degli abitanti della Crimea - ha affermato Aksionov -. Non sarebbe potuto avvenire nulla senza il sostegno della popolazione locale ed è per questo che non si è trattato di un'aggressione ma di una vera azione democratica".

L'annessione della Crimea da parte di Mosca - che ha strappato la penisola all'Ucraina dopo che la rivolta di Maidan ha portato al potere a Kiev un governo filo-occidentale - ha profondamente deteriorato i rapporti della Russia con Ue e Usa.
Aksionov venne eletto capo del governo dal parlamento crimeano il 27 febbraio, dopo che uomini armati ma senza mostrine e insegne militari di riconoscimento issarono il tricolore di Mosca sull'edificio che ospita l'organo legislativo locale.
Aksionov era prima solo il leader di un piccolo partito filorusso che alle elezioni del 2010 in Crimea aveva raccolto il 4% dei voti. (ANSA).

Tusk: scettico sulla volontà dei russi
"L'accordo di Minsk non è un duro trattato di pace con regole chiare". "Minsk contiene parti insidiose, non si sa se parla di autonomia o decentralizzazione, né quali sono i confini da rispettare".

Così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk in un'intervista alla Stampa e Secolo XIX torna sulla tregua nell'Est Ucraina e sottolinea: "sono scettico sulla buona volontà dei russi e persuaso che tutto ciò di cui c'è bisogno è mantenere la pressione, non discutere sui dettagli".

Sottolinea la necessità di non cancellare le sanzioni: "l'accordo di Minsk ha senso solo se attuato sino in fondo. E ciò non è possibile senza mantenere la pressione. Chi invita a credere alla buona fede dei separatisti e dei russi è naif o ipocrita. Se vogliamo sostenere lo sforzo di Merkel e Hollande dobbiamo tenere le sanzioni sino al pieno rispetto delle intese". (ANSA)

Venerdì, 13 marzo 2015
Il Consiglio Ue ha prolungato di altri sei mesi l'applicazione delle sanzioni contro 150 persone e 37 entità ritenute responsabili dell'azione contro la sovranità territoriale, l'integrità e l'indipendenza dell'Ucraina.
Le misure dureranno così fino al 15 settembre. Si dà così effetto legale alla decisione politica presa al Consiglio straordinario esteri Ue sull'Ucraina del 29 gennaio.

L'Ucraina ha dato il via ai negoziati con i creditori per una ristrutturazione del debito. Il ministro delle finanze ucraino, Natalie Jaresko, ha spiegato che la ristrutturazione potrebbe "essere la combinazione di un taglio del capitale, una estensione delle scadenze e una riduzione delle cedole" per risparmiare 15 miliardi di dollari in 4 anni.

Secondo quanto scrive il Financial Times, agli investitori potrebbe essere chiesto un 'haircut' fino al 50% per salvare Kiev dalla bancarotta. Tra i principali creditori dell'Ucraina c'e' anche la Russia che ha sottoscritto un bond da 3 miliardi di dollari, in scadenza proprio quest'anno. Mosca potrebbe quindi bloccare qualsiasi tentativo di ristrutturazione del debito ucraino. In totale Kiev nel corso del 2015 deve rimborsare titoli per 8 miliardi di dollari ad investitori esteri.
Il Fmi qualche giorno fa ha annunciato il suo accordo preliminare per un nuovo prestito a Kiev di 17,5 miliardi di dollari in quattro anni, in cambio di riforme. La somma rientra in un piu' ampio piano di aiuti stimato in 40 miliardi di dollari in quattro anni.
(Ansa, Radiocor)

Mercoledì 11 marzo 2015
Truppe regolari russe in azione dallo scorso agosto

Un rapporto diffuso dal Royal United Services Institute (Rusi, un Think Tank britannico molto prestigioso specializzato in difesa e sicurezza) dimostra che le truppe regolari russe hanno incominciato il loro intervento su larga scala in Ucraina in agosto del 2014, raggiungendo il massimo numero in dicembre, con 10mila soldati presenti. Da allora Mosca ha mantenuto la scala di operazioni nell'est dell'Ucraina su questi livelli.
Il report del Rusi - sottolinea poi che i primi gruppi di ricognizione e le unità speciali di Spetsnaz hanno varcato il confine già in luglio, dopo che le forze ucraine avevano ottenuto una serie di vittorie spingendo i separatisti filo russi fuori dsi territori che avevano precedentemente occupato.

Confermato anche quanto attestato lo scorso febbraio da un altro studio del gruppo di giornalismo investigativo Bellingat: l'artiglieria russa ha bombardato le posizioni dell'esercito ucraino sparando dall'interno del territorio russo.

Oggi la Nato ha invece espresso preoccupazioni a proposito del ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte. Il capo dell'alleanza atlantica ha evidenziato la possibilità che le armi rimosse siano posizionate in altre zone per un utilizzo in altri combattimenti.

13:00 - La Russia ha il diritto di schierare armi nucleari nella penisola della Crimea, sul Mar Nero, che Mosca ha annesso lo scorso anno. Lo ha sottolineato un alto responsabile del ministero degli Esteri, il direttore del dipartimento per il controllo e la non proliferazione delle armi. "In via di principio, abbiamo questo diritto. Sebbene Kiev può pensarla diversamente", ha detto rispondendo a una domanda in proposito. 

12:40 - Angela Merkel non presenzierà alla cerimonia ufficiale con cui, il 9 maggio prossimo, sarà celebrato a Mosca il settantesimo anniversario della conclusione della II Guerra Mondiale: lo hanno riferito fonti governative tedesche, motivando il rifiuto del cancelliere con le tensioni suscitate tra l'Occidente e il Cremlino dal conflitto in Ucraina orientale.

12:30 Un soldato ucraino morto e quattro feriti
Malgrado il cessate-il-fuoco previsto dal recente accordo di Minsk, in Ucraina orientale almeno un soldato regolare è rimasto ucciso e altri quattro feriti nel corso delle ultime 24 ore: lo ha denunciato Vladyslav Seleznyov, portavoce dello stato maggiore interforze di Kiev.

Durante una conferenza stampa congiunta un rappresentante del comando operativo centrale, Anatoliy Stelmakh, a sua volta ha riferito che la notte scorsa i ribelli filo-russi avrebbero commesso una decina di violazioni della tregua, attaccando località controllate dai governativi con armamenti di varia natura.

Nel frattempo le autorità separatiste dell'auto-proclamata Repubblica Popolare di Donetsk hanno affermato che nello stesso lasso di tempo l'Esercito ucraino avrebbe infranto la sospensione delle ostilita' in sedici occasioni. Nel complesso dal 15 febbraio scorso, data di entrata in vigore del cessate-il-fuoco, i combattimenti hanno registrato una diminuzione d'intensità, ma i contendenti hanno continuato ad accusarsi a vicenda di non rispettarlo. (Agi)

Lunedì 9 marzo 2015

Una riunione d'emergenza segreta durata tutta la notte, la notte che ha cambiato la Russia e il mondo: quella in cui Vladimir Putin ordinò non solo di salvare l'allora presidente ucraino Viktor Ianukovich dai suoi oppositori dell'Euro Maidan ma anche un piano per l'annessione della Crimea, alcune settimane prima del referendum sull'autodeterminazione.

Lo ha rivelato - riferisce l'Ansa - per la prima volta lo stesso leader del Cremlino in un documentario, di cui il primo canale statale ha anticipato un trailer con una colonna sonora drammatica e vedute amene della costa crimeana.

Una versione che contrasta con le dichiarazioni fatte finora dal presidente russo, che inizialmente aveva smentito di aver inviato truppe nella penisola sul Mar Nero, salvo poi ammetterlo come appoggio alle "forze di autodifesa".

Putin inoltre aveva sostenuto di aver preso la sua decisione finale sulla Crimea dopo un sondaggio segreto, effettuato in un periodo non meglio precisato, secondo cui l'80% dei suoi abitanti era a favore di un'unione con la Russia, risultato poi ampiamente confermato dall'esito del referendum del 16 marzo scorso. Ecco invece la nuova 'narrativa' di Putin: "Ho convocato i dirigenti dei nostri servizi speciali e del ministero della Difesa al Cremlino e ho affidato loro la missione di salvare la vita del presidente ucraino, che sarebbe stato semplicemente liquidato.

Era la notte tra il 22 e il 23 febbraio, abbiamo finito verso le sette del mattino", ha raccontato Putin, secondo il quale i russi erano pronti a mettere in salvo Ianukovich portandolo fuori da Donetsk "via terra, via mare o via aerea".

"Lì furono piazzati mitragliatori pesanti, per non perdere tempo a discutere", ha ricordato. Ma fu alla sette del mattino, a riunione ormai finita, che zar Vladimir prese la decisione fatale. "Quando stavamo congedandoci, ho detto a tutti i miei colleghi: siamo costretti ad iniziare il lavoro per riportare la Crimea in Russia". Quattro giorni dopo, il 27 febbraio, uomini armati non identificati presero il controllo del Parlamento regionale della Crimea, a Sinferopoli, che in tutta fretta voto' per un nuovo governo. Tra loro apparvero soldati senza insegne militari, i cosiddetti "omini verdi".

Kiev denunciò l'invasione russa, con l'arrivo di migliaia di soldati senza mostrine che avevano preso il controllo dei siti strategici.

La Crimea fu annessa da Mosca il 18 marzo, due giorni dopo il referendum, tra le condanne internazionali. Un'operazione che ora, dopo le rivelazioni di Putin, sembra essere stata prontamente pianificata con anticipo e che getta nuova luce anche sugli sviluppi successivi.

Lo scorso aprile, sull'onda della secessione della penisola sul Mar Nero, scoppiò la rivolta filorussa nell'est ucraino.

In maggio arrivarono i referendum che proclamarono l'indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, anch'essi tra le proteste della comunita' internazionale. Nel frattempo Kiev aveva lanciato la sua operazione anti terrorismo e, insieme all'Occidente, aveva accusato Mosca di orchestrare, finanziare e sostenere con uomini e mezzi i separatisti filorussi. Putin finora ha negato, ammettendo solo la presenze di volontari russi, anche se Ucraina, Europa ed Usa continuano a non credergli.

Dopo quanto da lui stesso rivelato nel documentario, hanno un motivo in più per credergli ancora meno. (Ansa)

Venerdì 6 marzo 2015

17:00 - I capi delle diplomazie di Mosca e Berlino, Serghiei Lavrov e Frank-Walter Steinmeier, sono d'accordo sulla necessità di aumentare fino a 1.000 il numero degli osservatori Osce in Ucraina. Lo sostiene il ministero degli Esteri russo in una nota su una conversazione telefonica tra i due ministri. 

14:35 - Consegnare armi all'Ucraina "servirebbe solo ad attizzare il fuoco". È il giudizio del ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, sulla richiesta del Congresso americano di avviare la consegna di armi al governo di Kiev. "Il nostro obiettivo - aggiunge - deve essere il cessate il fuoco, non una escalation".

14:30 - Un'autobomba è esplosa a Kharkiv ferendo il comandante di un battaglione speciale della polizia ucraina, Andrii Iangolenko, e sua moglie. Lo riporta l'agenzia Unian, secondo cui i due sono ricoverati in ospedale e la donna è in gravi condizioni.

13:00 - L'Europa non raccoglie la richiesta del Congresso Usa di mandare armi letali all'Ucraina e rafforzare le sanzioni contro la Russia. "Nella vita e nella politica si può sempre fare di più e meglio - ha detto oggi Federica Mogherini - ma posso dire che quello che la Ue sta facendo sul terreno, con le nostre delegazioni a Kiev, e con il sostegno che stiamo dando all'attuazione dell'accordo di Minsk è la strada giusta" dice rispondendo sulle pressioni Usa. I 28, aggiunge, sono "sempre uniti" e "sanno bene che la unità è la nostra forza" sia sulle sanzioni sia sul sostegno all'accordo di Minsk.

12:20 - L'Ucraina ha versato alla Russia altri 15 milioni di dollari come prepagamento per le forniture di gas per il mese di marzo. Lo fa sapere il portavoce del colosso russo del gas, Gazprom, Serghiei Kuprianov, precisando che Kiev ha ora a disposizione 63,3 milioni di metri cubi di metano: una quantità che - sempre secondo Gazprom - basterà fino a metà mese.
Ieri Mosca aveva annunciato di aver ricevuto altri 15 milioni di dollari da Kiev per il gas.

10:30 - Il ministro degli Esteri britannico, Phillip Hammond, ha annunciato che l'Unione Europea preparerà possibili nuove sanzioni alla Russia per la crisi in Ucraina, in modo che possano essere varate rapidamente in caso salti definitivamente la tregua siglata a metà febbraio a Minsk. "L'Ue rimarra unita sulla questione delle sanzioni, e le sanzioni devono rimanere in vigore fino a che non c'è il pieno rispetto (degli accordi di Minsk)", ha detto Phillip Hammond, ricevuto a Varsavia dal collega polacco.
"Prepareremo possibili nuove sanzioni, che potranno essere imposte rapidamente se c'e' un'ulteriore l'aggressione russa o se l'accordo di Minsk non verrà pienamente rispettato". Hammond ha chiarito che il governo di Londra non ha in programma di fornire armi al governo di Kiev, ma ha aggiunto che non si può "escludere nulla per i futuro" perché la situazione nel Donbass è "dinamica".

9:25 - Boris Nemtsov era in contatto con alcuni militari russi che combattono in Ucraina. Lo sostiene un altro esponente di spicco dell'opposizione, Ilia Iashin, pubblicando su Twitter la foto di quello che dice essere un bigliettino scritto dallo stesso Nemtsov: "Con me - si legge sulla presunta nota dell'ex vice premier - si sono messi in contatto i paracadutisti di (...). 17 uccisi, ma i soldi non li hanno dati. Per ora hanno paura di parlare".

Giovedì 5 marzo 2015

Un gruppo di parlamentari - di entrambi i partiti - della camera dei rappresentanti Usa ha inviato una lettera al Presidente Obama per chiedere di inviare armi all'Ucraina. "Davanti all'aggressione russa, la mancanza di chiarezza nella nostra strategia complessiva ha fatto poco per rassicurare i nostri amici e alleati nella regione, che, comprensibilmente, si sentono vulnerabili", scrivono nella lettera, e aggiungono: "Ora questa situazione deve cambiare". Attualmente gli Stati Uniti forniscono aiuti definiti "non letali", in sostanza sistemi di protezione del corpo - come i giubbotti antiproiettile e le humvees, le auto per i trasporto di piccoli quantitativi di truppa, i mezzi che hanno sostituito le jeep.
È però noto come l'amministrazione Obama sia divisa al suo interno, con il Segretario alla difesa, Ashton Carter e il direttore della National Intelligence, James Clapper, che da tempo spingono per l'invio di armi all'Ucraina.

Mercoledì, 4 marzo 2015

20:00 - La crisi in Ucraina sta contribuendo a rallentare chiaramente il processo di disarmo a livello internazionale, in particolare nel settore degli armamenti nucleari.
Lo si legge nel rapporto annuale sul disarmo preparato dal governo tedesco della cancelliera Angela Merkel, presentato oggi a Berlino.

La crisi tra il governo di Kiev e i separatisti filo-russi, sostenuti dal Cremlino, sta mettendo un freno ai "progressi urgentemente necessari" nel campo del disarmo.

11:30 -  Un militare di Kiev è stato ucciso e un altro è rimasto ferito nell'Ucraina orientale. Lo ha reso noto il portavoce dell'esercito Vladislav Seleznyov, che ha accusato i ribelli filo-russi di aver aperto il fuoco ben 47 volte nelle ultime 24 ore.

L'esercito ucraino e i separatisti si scambiano accuse di ripetute violazioni del cessate il fuoco concordato a metà febbraio a Minsk.

Secondo Kiev, i ribelli tengono prigionieri 195 militari ucraini e al governo ucraino mancano all'appello altri 340 soldati.

Nel precipitoso ritiro da Debaltseve, il 17 febbraio scorso, l'esercito ucraino ha perso 19 uomini, 135 sono rimasti feriti, 9 fatti prigionieri e 12 risultano dispersi.

11:00 - Questa mattina si è verificata una esplosione in una miniera di carbone - Zasyadko - nella zona di Donetsk, in un'area controllata dai ribelli filorussi.
Non è ancora chiaro né il numero delle eventuali vittime né dei dispersi. Secondo la Bbc i parenti dei minatori si stanno radunando attorno all'ingresso dei pozzi e dicono di temere le autorità separatiste inadeguate ad affrontare l'emergenza.
Nel 2007 nella stessa miniera un incidente aveva provocato oltre 100 morti.

7:00 - Il capo di Stato maggiore della Difesa statunitense (il più alto ufficiale in grado), il generale Martin Dempsey, per la prima volta ha detto che è giunta l'ora di fornire armi alle truppe ucraine affinché riescano a difendersi dai separatisti filo-russi: "Penso che dovremmo assolutamente fornire aiuti letali (armi)" a Kiev "nel contesto Nato", ha detto alla commissione Difesa del Senato ipotizzando quindi non un'azione dei soli Stati Uniti ma coordinata con gli altri 27 membri dell'Alleanza. 

L'opzione di armare Kiev è ormai da mesi sul tavolo del presidente Barack Obama che ha già avuto il via libera del Congresso a maggioranza repubblicana.

Martedì, 3 marzo 2015

Oggi è stata una giornata intensa nelle relazioni fra Ucraina e Russia, con i funerali di Boris Nemtsov, oppositore di Putin, assassinato venerdì notte a Mosca, vicino al Cremlino.
Nemtsov era molto critico dell'intervento russo nel Donbass, e secondo alcune fonti stava per presentare uno dei suoi famosi dossier, questa volta proprio dedicato a mostrare le prove della partecipazione dei soldati russi ai combattimenti e della fornitura delle armi pesanti. Inoltre, la donna che era con Nemsov al momento dell'omicidio è una modella ucraina, Anna Duritskaya, la cui testimonianza, secondo quanto trapelato fino a oggi, è decisamente confusa.

15:00 - Tre soldati ucraini sono morti e altri nove sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel Donbass nonostante la tregua. Lo riferisce il portavoce delle truppe di Kiev, Andrii Lisenko, citato dall'agenzia Interfax

14:29 - Il presidente Barack Obama parteciperà oggi ad una videoconferenza con i leader europei sull'Ucraina, a cui parteciperanno la cancelliera Angela Merkel, il premier Matteo Renzi, il presidente Francois Hollande, il premier David Cameron e il presidente del consiglio Ue Donald Tusk.

5:36 - Il colonnello Michael Foster, comandante della 173esima brigata aerotrasportata (paracadutisti), di stanza a Vicenza alla caserma Ederle, ha annunciato che "prima della fine della settimana invieremo sei compagnie (della Guardia Nazionale Usa) in Ucraina per addestrare sei compagnie delle truppe di Kiev per tutta l'estate" e che dovrebbero restare nel Paese per almeno sei mesi.

Questo l'annuncio fatto da Foster da Washington al 'Center for Strategic and International Studies' dove ha sottolineato che in questa missione di addestramento non e' previsto il trasferimento di armi americane all'esercito ucraino. Questa eventualità, sempre allo studio alla Casa Bianca, se avverrà, ha specificato, sarà attuata attraverso altre procedure.

Lunedì, 2 marzo 2015

17:20 - Il cessate il fuoco in Ucraina "è fragile" ma "regge": lo ha affermato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo un incontro a Parigi con il presidente francese, Francois Hollande. Stoltenberg ha rinnovato l'appello affinché sia consentito agli osservatori dell'Osce pieno accesso alle zone di guerra. 

16:00 - Un soldato ucraino è morto e quattro sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nell'est del Paese, nonostante la tregua prevista dagli accordi di Minsk. Lo ha reso noto il portavoce militare ucraino Andrei Lisenko.

15:30 - Con una operazione ad alto rischio, un'unità speciale della organizzazione rabbinica Zaka ha recuperato a Donetsk la salma di un soldato ucraino ebreo morto in combattimento con unità ribelli cinque settimane fa e venerdì gli ha dato sepoltura religiosa nel cimitero ebraico di Kiev.
Lo rende noto in Israele il sito di Zaka, l'organizzazione rabbinica specializzata nella ricomposizione dei cadaveri delle vittime di attentati. "La missione è riuscita grazie ad un intervento divino", afferma il sito.

11:00 - Il segretario di Stato Usa, John Kerry, incontrerà oggi il suo omologo russo, Sergei Lavrov a Ginevra dove parleranno di Ucraina.
È la prima volta che si incontrano dopo che Kerry nelle scorse settimane ha apertamente accusato Mosca di mentire a proposito del coinvolgimento russo nella guerra nel Donbass. Kerry probabilmente chiederà a Lavrov anche delle indagini sull'omicidio di Boris Nemtsov, avvenuto venerdì scorso a Mosca. L'oppositore del regime di Putin era particolarmente critico del coinvolgimento russo in Ucraina, compresa l'annessione della Crimea della primavera del 2014.

L'incontro coincide con la diffusione parte dell'Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu di un rapporto sulla guerra in Ucraina: i morti sarebbero ben più dei 6000 fin qui indicati. Oltre un milione e 250 mila gli sfollati.
Inoltre, il rapporto dell'Onu indica come il flusso di armi - anche pesanti- dalla Russia in Ucraina non si sia affatto interrotto.

Zeid Raad Al Hussein, presentando il rapporto sulle violenze scoppiate nell'ex repubblica sovietica lo scorso aprile, ha spiegato: "Più di 6mila persone sono morte in meno di un anno nei combattimenti nell'est dell'Ucraina". In una nota ha anche rinnovato l'appello a tutte le parti a rispettare il fragile accordo di Minsk e farla finita con i "bombardamenti indiscriminati e altre ostilità che hanno causato una situazione terribile per i civili". Inoltre, l'Alto commissario ha denunciato una "seria escalation" del conflitto dall'inizio di quest'anno.

Intervenendo a Ginevra alla presentazione del rapporto, Ivan Simonovic, assistente del segretario generale Onu per i diritti umani ha sottolineato che "colpire deliberatamente le zone abitate da civili può costituire un crimine di guerra e se compiuto in modo diffuso e sistematico un crimine contro l'umanità".

Nel rapporto si analizza nel dettaglio il conflitto e si denunciano vittime civili, detenzioni arbitrarie, torture e la scomparsa di persone: crimini commessi principalmente da gruppi armati volontari, ma in alcuni casi anche dalle forze di sicurezza di Kiev.

Esecuzioni sommarie
L'Onu denuncia inoltre esecuzioni sommarie di soldati ucraini, trovati "con le mani legate con cavi elettrici" all'aeroporto di Donetsk, dopo la conquista dello scalo da parte dei ribelli filorussi nel gennaio scorso.

La situazione di sicurezza e di rispetto dei diritti umani nell'est dell'ex repubblica sovietica "si è drammaticamente deteriorata" dall'inizio di quest'anno e l'escalation ha creato una "situazione insostenibile per le persone rimaste bloccate o tenute in ostaggio nelle zone controllate dai gruppi armati", si sottolinea nella nota.
Dal rapporto è emerso che armi pesanti e milizie straniere, arrivate da Paesi tra cui la Russia, stanno continuando a entrare nelle roccheforti dei ribelli a Donetsk e Lugansk.

Venerdì, 27 febbraio

13:40 - Tre militari ucraini sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel conflitto nel Donbass, nonostante la tregua.
Lo fa sapere il portavoce delle forze armate ucraine Andrii Lisenko. Ieri Kiev aveva annunciato il ritiro delle armi pesanti dopo che non aveva registrato caduti tra le sue file per 48 ore.

12:00 - Nadia Savchenko, la pilota dell'aviazione militare ucraina detenuta a Mosca e in sciopero della fame da 77 giorni, "rischierebbe di morire" a breve.
La France Presse riferisce la testimonianza di Elena Masyuk, membro del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, sotto la presidenza russa, la quale - dopo aver visitato la pilota ucraina in carcere - ha scritto una lettera aperta, esortando a trasferire la donna agli arresti domiciliari. 

Dal Servizio penitenziario nazionale, però, hanno subito smentito le condizioni critiche della detenuta.

8:55 - L'Ucraina ha versato 15 milioni di dollari a Mosca per il pagamento anticipato del gas.

Lo sostiene il ministro dell'Energia russo, Aleksandr Novak, citato dall'agenzia Tass, senza pero' escludere l'interruzione delle forniture minacciata nei giorni scorsi dal Cremlino dato che "il denaro non e' ancora arrivato". Secondo il ministro, "se in questi giorni arriva il pagamento, oggi o entro lunedì, verranno inviate anche le prossime forniture".
Il nuovo versamento da parte di Kiev di 15 milioni di dollari per il gas russo basterà "ancora per un giorno, cioè fino a martedì, lunedì incluso".
Lo ha precisato il ministro dell'Energia russo Aleksander Novak che sembra così escludere un'interruzione delle forniture all'Ucraina prima del vertice Kiev-Mosca-Ue di lunedì a Bruxelles.

Giovedì, 26 febbraio

16:54 - Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha invitato papa Francesco in Ucraina.

La diplomazia vaticana non ha ancora risposto. Lo riferisce l'agenzia cattolica Cna citando come fonte l'Ambasciata dell'Ucraina presso la Santa Sede. L'Ambasciata ha trasmesso la lettera alla Segreteria di Stato vaticana il 18 febbraio, due giorni prima dell'incontro Ad Limina dei vescovi ucraini con papa Francesco.

Secondo il vescovo ucraino Borys Gudziak, dell'Eparchia di San Vladimiro il Grande di Parigi, il papa ha avuto una "reazione positiva" all'invito. Fonti diplomatiche spiegano tuttavia che ci sarà ancora un lungo cammino da percorrere prima che un viaggio del papa in Ucraina possa avere effettivamente luogo. Secondo tali fonti, ne' la sicurezza, ne' le relazioni con la Chiesa ortodossa russa rallenterebbero l'organizzazione del viaggio, ma il viaggio stesso dev'essere attentamente gestito, e ciò richiederebbe tempo.

"Quando Giovanni Paolo II ha visitato l'Ucraina nel 2001, ha trascorso cinque giorni nel paese, ed era considerato una corsa. La visita di papa Francesco dovrebbe durare almeno tre giorni, tra Kiev, Lviv e forse un'altra città", spiega la fonte diplomatica.
Nel corso della visita Ad Limina, anche l'arcivescovo maggiore di Kiev, mons. Svjatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica, ha presentato un invito al papa a visitare l'Ucraina.


13:00 Il governo ucraino comincia oggi il ritiro delle sue armi pesanti dalla linea del fronte, "esclusivamente con il monitoraggio dell'Osce": lo ha annunciato lo stato maggiore ucraino e la notizia è stata confermata anche dai ribelli.
- Intanto il segretario della Nato Stoltenberg ribadisce il no a "un ulteriore ampliamento dei territori in mano ai separatisti".
- Gazprom invece minaccia il taglio delle forniture di gas all'Ucraina se Naftogas non completerà i prepagamenti.


Mercoledì, 25 febbraio 2015

18:00 - Kerry: nessuno rispetta la tregua di Minsk. Tanto la Russia quanto i ribelli separatisti che Mosca "sta appoggiando" sono "finora" ben lungi dal rispettare i termini del cessate-il-fuoco in Ucraina orientale previsto dall'accordo di Minsk, malgrado si tratti d'impegni che pure entrambi hanno "assunto": così il segretario di Stato americano John Kerry in una dichiarazione scritta consegnata al Congresso, nella quale il capo della diplomazia Usa avverte inoltre che "ci saranno ulteriori conseguenze se tali omissioni continueranno".
Conseguenze, puntualizza Kerry, che "esporrebbero a sollecitazioni aggiuntive la già indebolita economia russa".
L'amministrazione di Washington, conclude, vigileranno per accertare se la tregua sarà osservata, oppure "se possano verificarsi altre iniziative meritevoli immediatamente di una risposta assai più significativa".

15:00 - Oltre che alla questione del gas e del pagamento da parte dell'Ucraina, l'attenzione oggi - e probabilmente per i prossimi giorni - è sulla città portuale di Mariupol, sul mare di Azov, importante nodo strategico, anche in funzione di un collegamento fra la Crimea (russa) e i territori in Ucraina controllati dai filorussi. A questo proposito, parlando a France Info, il ministro degli Esteri francesi, Laurent Fabius, ha detto che se i ribelli dovessero attaccare Mariupol, sarebbero inevitabili nuove sanzioni contro la Russia.

13:30 - Nessun militare ucraino è morto nelle ultime 24 ore nel Donbass e uno solo è rimasto ferito. Lo riferisce il portavoce delle truppe di Kiev, Andrii Lisenko, citato dall'agenzia Unian. Si tratta del primo giorno senza vittime tra i militari delle forze armate di Kiev da quando è scattata la tregua.

13:00 - "Stiamo cercando di convocare un incontro trilaterale molto molto presto, e stiamo valutando una data possibile perché questa questione richiede un'azione immediata". Così il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic sulla disputa sul gas tra Gazprom e Kiev, con cui è in "contatto costante". La proposta Ue è "trattare separatamente l'applicazione del pacchetto invernale" e assicurare le forniture all'Ue "dalla questione delle forniture a Donetsk e Lugansk" nell'Est dell'Ucraina.

7:00 - Diritti umani violati. Amnesty International: in Ucraina, entrambe le parti del conflitto, usano "armi illegali. Lo dice l'organizzazione dei diritti umani nel suo rapporto annuale, che critica i due schieramenti anche per l'alto numero di vittime tra i civili derivanti dal fuoco indiscriminato di colpi di mortaio o razzi non guidati sparati in aree popolate: in Ucraina orientale "entrambe le parti non sono riuscite a prendere le precauzioni necessarie per proteggere i civili, in violazione delle leggi di guerra", afferma Amnesty.

L'organizzazione per i diritti umani ha anche registrato rapimenti, torture e uccisioni sommarie da parte di battaglioni di volontari al fianco del governo e da parte di unità combattenti dei separatisti.

Martedì, 24 febbraio 2015

12:07 - La missione speciale di monitoraggio Osce in Ucraina non è ancora in grado di confermare il ritiro dell'artiglieria pesante dalla linea di contatto in Donbass, nelle regioni separatiste dell'Ucraina orientale.

"Da settembre, quando è stato firmato l'accordo di Minsk, non abbiamo avuto possibilità di osservare il ritiro delle armi pesanti e faccio notare che questo e' uno dei punti chiave degli accordi", Michael Botsyurkiv, portavoce della missione Osce, a poche ore dalla riunione a Parigi dei ministri degli Esteri di Ucraina, Russia, Germania e Francia che diovranno fare il punto sull'attuazione della tregua concordata il 14 febbraio a Minsk.

"Per monitorare in modo corretto e verificare il ritiro dell'artiglieria dalla linea del fronte abbiamo bisogno di tre condizioni - ha spiegato - che le parti forniscano informazioni a loro disposizione e l'ubicazione delle armi pesanti in questo momento, il percorso del loro ritiro e il posto dove intendono in futuro custodirle".

Questa mattina, i rappresentanti dei filorussi a Lugansk e Donetsk hanno annunciato l'inizio del ritiro come previsto dagli accordi di Minsk-2, mentre Kiev ha denunciato che non vi sono ancora le condizioni necessarie per procedere con la formazione della zona di sicurezza in quanto i separatisti stanno continuando a bombardare nonostante il cessate il fuco in vigore.

9:51 - Rappresentanti della repubblica popolare di Donetsk hanno annunciato l'avvio del ritiro "su vasta scala", delle armi pesanti dalla linea del fronte per creare una zona cuscinetto tra loro e l'esercito di Kiev, come previsto dagli ultimi accordi di Minsk.

Lo ha reso noto il sedicente viceministro della Difesa dei separatisti, Eduard Basurin. Il ritiro è iniziato alle 9 di questa mattina, ora locale. Rappresentanti dei separatisti di Lugansk hanno riferito alla Tass che il ritiro delle armi pesanti riguarderà anche le zone più tranquille sotto il loro controllo. Qui il ritiro dovrebbe avere inizio alle 12, ora locale.

Oggi, come ha riportato l'agenzia Interfax, Kiev ha denunciato di non vedere ancora le precondizioni necessarie al ritiro delle sue armi pesanti dal fronte, perché i separatisti stanno continuando ad attaccare le postazioni dei governativi.
Secondo il portavoce delle forze armate di Kiev, Anatoli Stelmakh, i filorussi avrebbero violato il cessate il fuoco 12 volte, durante la notte passata.

Lunedi, 23 febbraio 2015

16:30 Il presidente del consiglio Matteo Renzi la prossima settimana andrà a Kiev per incontrare il presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko e poi, il 5 marzo, volerà a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin.

13:00 - Sono morti due soldati e un ragazzo di 15 anni e ci sono stati 10 feriti nelle ultime 24 ore: lo riferisce un portavoce militare ucraino, Valentin Fediciov, aggiungendo che le posizioni dell'esercito di Kiev nell'est ucraino sono state bombardate 27 volte nell'ultima notte nonostante la tregua prevista dagli accordi di Minsk

9:00 - Il vice ministro della Difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Eduard Basurin, ha annunciato che i ribelli inizieranno a ritirare le armi pesanti da domani e che l'operazione sarà conclusa in 14 giorni. L'esercito ucraino, invece, ha dichiarato tramite il portavoce delle operazioni militari di Kiev, Anatoliy Stelmakh, che non ritirerà le armi pesanti dal Donbass finchè i separatisti florussi bombarderanno le posizioni dei militari. "Il primo passo per l'attuazione dell'accordo di pace è il cessate-il-fuoco. Non appena i terroristi smetteranno di attaccare le nostre posizioni con l'artiglieria, andremo avanti con la seconda opzione", ha spiegato. Finora, ha aggiunto, "il nemico non ha smesso di sparare".

Domenica, 22 febbraio 2015

13:30 - Attentato contro il ricordo di Maidan. Tre morti e una decina di feriti il bilancio di un attentato a Kharkiv, città dell'Ucraina orientale controllata da Kiev, contro un corteo che celebrava il primo anniversario della cacciata del regime filo-russo di Viktor Yanukovich. Gli inquirenti hanno hanno riferito che "l'attacco terroristico" è stato compiuto da ignoti che da un'auto di passaggio hanno lanciato una bomba contro la folla, vicino a una stazione della metropolitana.
Al corteo di Kharkiv, che si trova a 200 chilometri dalla zona dei combattimenti, partecipavano 500 persone. La manifestazione era una delle tante organizzate a Kiev e in altre città del Paese per ricordare la svolta filo-occidentale seguita alla rivolta della Maidan.

9:00 - Si è concluso nella notte il primo scambio di prigionieri tra l'esercito ucraino e i ribelli separatisti, in base a quanto concordato negli accordi di Minsk. Secondo un rappresentante dei ribelli, l'operazione ha riguardato 139 militari di Kiev e 52 miliziani e si è svolta nella terra di nessuno vicino al villaggio di Zholobok, a circa 20 chilometri a ovest dalla città di Lugansk, in mano ai ribelli.
Tra i militari ucraini diversi avevano le stampelle e uno era in barella. Gli accordi di Minsk prevedono lo scambio di tutti i prigionieri, ma non è chiaro quanti siano in totale. I separatisti di Donetsk sostengono che Kiev trattiene circa 580 ribelli e che molti dei prigionieri rilasciati dalle autorità ucraine mostrano segni di maltrattamenti. Kiev non ha risposto alle accuse, ma nei giorni scorsi c'erano state denunce per il trattamento inflitto dai separatisti ai prigionieri.

Sabato, 21 febbraio 2015

Eduard Limonov, il noto e controverso (cfr. il libro di Manuel Carrère, edito da Adelphi) leader del partito ultra nazionalista "Altra Russia", ha partecipato oggi a San Pietroburgo alla cerimonia funebre di Yeugeny Pavlenko, 35 anni, ucciso durate i combattimenti contro i militari di Kiev vicino a Debaltsevo.
Un evento dal forte carattere simbolico e insieme molto significativo politicamente, perché sottolinea il coinvolgimento delle forze del nazionalismo-tribale russo nelle vicende ucraine.

15:05 - "L'integrità terriroriale dell'Ucraina è la base per una soluzione pacifica del conflitto". Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel nella visita alla Comunità di Sant'Egidio. "Bisogna trovare una soluzione diplomatica. Ci sono ostacoli ma dobbiamo lavorare per questo", ha detto la cancelliera alludendo a quello che lei stessa ha definito "un problema di territori e di confini" che rappresenta "una minaccia per la pace".

12:45 - Sono 179 i militari di Kiev morti in un mese di battaglia con le milizie filorusse a Debaltsevo, lo strategico nodo ferroviario nell'est dell'Ucraina. Lo ha riferito un consigliere del presidente ucraino, Yuri Biryukove.

Kiev aveva fornito un bilancio ufficiale di 13 soldati uccisi tra martedì e mercoledì, quando la città è stata conquistata dai separatisti.
A Debaltsevo la tregua siglata a Minsk non è stata mai rispettata e sono proseguiti per settimane gli scontri a fuoco tra l'esercito e le milizie filorusse.

Venerdì, 20 febbraio 2015

18:05 - Putin: "Nessuno può rivaleggiare con la forza militare russa"
Tanto per confermare i peggiori timori e gli allarmismi dei paesi della Nato, Putin oggi ha pensato di bene di mostrare ancora un po' i suoi muscoli dicendo che la Russia fornirà sempre "un'adeguata risposta" a qualsiasi tipo di "avventurismo" o pressione esterna: è il monito del presidente russo, Vladimir Putin, che ha avvertito che nessun Paese può farsi l'illusione di rivaleggiare con la superiorità militare del suo esercito.
Il capo del Cremlino ha parlato a un gala in vista della festa dell'Armata Rossa, lunedì prossimo, ma le sue parole hanno una eco particolare nel clima di estrema tensione creato dalla crisi in Ucraina. "Nessuno dovrebbe avere l'illusione di poter ottenere una superiorita' militare sulla Russia, di poter metterci un qualche tipo di pressione. Avremo sempre un'adeguata risposta a qualsiasi avventurismo". "I nostri soldati e ufficiali -ha aggiunto- hanno dimostrato la loro prontezza a combattere con risolutezza, in modo coeso, professionale e coraggioso, a cogliere gli obiettivi non convenzionali più difficili proprio come si addice a un esercito moderno e pronto al combattimento che conserva le sue tradizioni e il suo dovere militare".

17:42 - Generale inglese: "Putin potrebbe attaccare i paesi baltici"
Adrian Bradhsaw, il generale britannico più alto in grado nell'Alleanza Atlantica, ha detto che c'è il pericolo che la Russia metta in atto "su territorio Nato" lo stesso dispiegamento di forza che l'ha portata all'annessione della Crimea. Toni allarmistici che seguono quelli usati dal ministro della Difesa britannico Michael Fallon sul rischio di attacco di Mosca ai paesi del Baltico.

La Russia "rappresenta una minaccia per tutti noi", ha insistito il generale secondo quanto riportato da Skynews.

17:00 - Papa Francesco: "Rispettare la tregua"
Nella situazione del conflitto in Ucraina vanno "applicate le intese raggiunte di comune accordo" e rispettata "la legalità internazionale": in particolare, va osservata "la tregua recentemente sottoscritta" e applicati "tutti gli altri impegni", in modo da "evitare la ripresa delle ostilità".
È l'appello che papa Francesco ha lanciato "a tutte le parti interessate", incontrando oggi in Vaticano i vescovi ucraini in visita Ad Limina: quelli della Chiesa greco-cattolica Ucraina, quelli di rito latino, cioè della Conferenza episcopale Ucraina, e i meno numerosi del rito bizantino (i cosiddetti "ruteni").

15:01 - Francia e Germania sono più convinti che mai che gli accordi di Minsk per il cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina debbano essere pienamente rispettati: lo ha affermato il presidente francese, Francois Hollande, nel corso di una conferenza stampa congiunta con Angela Merkel a Parigi.

Hollande ha minacciato nuove sanzioni per chi non osserva la tregua e la Merkel ha confermato che "sono un'opzione". "Con il cancelliere tedesco non abbiamo mai smesso di discutere dagli accordi di Minsk (del settembre 2014) e siamo più convinti che mai che debbano essere applicati tutti gli accordi", ha affermato Hollande .

Nonostante il cessate il fuoco, proseguono gli scontri nell'est del Paese tra i separatisti filorussi e l'esercito di Kiev. Le forze armate ucraine hanno parlato di una nuova violazione degli accordi, denunciando che oltre 20 carri armati russi di ultima generazione, 10 batterie missilistiche e mezzi carichi di soldati hanno varcato negli ultimi giorni la frontiera orientale Ucraina.

Un'accusa che, secondo Hollande, non trova riscontri. Il portavoce dello Stato maggiore di Kiev, Vladyslav Seleznyov, ha denunciato che nelle ultime 24 ore due militari ucraini sono stati uccisi e altri tre feriti, nelle ostilità nell'Est del Paese, nonostante la tregua firmata a Minsk.

12:35 - La Ue non farà missione di polizia
"Dobbiamo concentrarci sulla concreta applicazione degli accordi di Minsk e non fare speculazioni su altre opportunità." Così il commissario Ue per la politica di vicinato, Joahnnes Hahn, ha risposto oggi in conferenza stampa a Bruxelles a chi gli chiedeva se l'Unione europea stia considerando l'ipotesi di una missione di polizia in Ucraina, come voluto dalle autorità di Kiev. Un'eventuale missione non e' parte degli accordi di Minsk.

9:00 - L'esercito ucraino è stato attaccato 15 volte nella notte dalle milizie separatiste, che nelle ultime 24 ore hanno violato 49 volte l'ultimo cessate il fuoco, deciso a Minsk. Lo ha denunciato il servizio stampa dell'esercito di Kiev. Le località di Avdiyivka e Tonenke sono state bombardate due volte, usando sistemi di lanciarazzi multipli nella regione di Donetsk e sistemi Grad sono stati usati contro il villaggio di Kurakhove.
L'esercito ucraino ha poi riferito che il villaggio di Vodyane è stato colpito dall'artiglieria e da colpi di mortaio per tre volte. Colpita anche la località di Berdyanske, vicino a Mariupol. Alle denunce di Kiev i separatisti hanno risposto rendendo noto che il fuoco dell'esercito regolare, ieri, ha ucciso una donna a Donetsk.

8:06 - Uno scambio di prigionieri di guerra tra le due autoproclamate repubbliche separatiste del Donbass (Donetsk e Lugansk) e l'Ucraina "è atteso per domani". Lo ha reso noto Daria Morozova, commissario per i diritti umani della Repubblica popolare di Donetsk.
"Non si tratterà di uno scambio sul principio di 'tutti per tutti', ma sarà eseguito in base a delle liste", ha aggiunto.

7:46 - Un convoglio russo, con aiuti umanitari destinati al Donbass, ha attraversato oggi il confine con l'Ucraina. Lo hanno riferito alla Tass rappresentanti del ministero delle Emergenze di Mosca, che organizza le operazioni.

Giovedì, 19 febbraio 2015

17:05 - Sempre più a rischio il cessate il fuoco in Ucraina, con i ribelli e Mosca che hanno bocciato la proposta Kiev di schierare i caschi blu dell'Onu lungo la frontiera con la Russia. Da parte sua il presidente ucraino Petro Poroshenko ha accusato la Russia di essere un Paese "aggressore" e ha assicurato che si opporrà alla presenza di militari russi in qualsiasi forza di pace. Secondo Mosca invece le recenti attività della leadership ucraina indicano la volontà di espandere le operazioni militari in Donbass. Il ministero degli Esteri russo ha inoltre avvertito che le attività militari della Nato ai confini con la Russia sono considerate da Mosca come una "minaccia diretta" alla sicurezza nazionale.

La richiesta di una missione di peacekeeping, che finora era stata giudicata inutile da Kiev, riflette evidentemente l'allarme del governo ucraino che teme di non riuscire a contenere l'offensiva dei ribelli. Ma l'idea dei caschi blu è stata subito respinta dai ribelli e addirittura definita "allarmante" dall'ambasciatore russo all'Onu, Vitaly Churkin. Per Mosca gli unici ammessi a vigilare sul rispetto degli accordi sono gli osservatori dell'Osce e le forze ucraine potranno presidiare la frontiera solo dopo che si saranno svolte le elezioni nell'est del Paese. E intanto il premier russo, Dmitri Medvedev, ha ordinato al a ministero dell'Energia e Gazprom di preparare "forniture di gas" per le regioni separatiste dell'est Ucraina: "Li' la gente -ha detto- non deve congelare"  

12:25 - Malgrado il cessate il fuoco, 14 soldati ucraini sono stati uccisi e 172 feriti nelle ultime 24 ore nel sud-est dell'Ucraina, nei combattimenti con i ribelli filo-russi. Lo ha reso noto un portavoce militare di Kiev, Andriy Lysenko.

11:26 - Sull'irregolarità nel rispetto del cessate il fuoco si è espresso il quartetto Hollande-Merkel-Putin-Poroshenko in una telefonata avvenuta dopo che le truppe ucraine sono state costrette ad abbandonare l'enclave di Debaltsevo, sotto la pressione dei separatisti. I ribelli filo-russi infatti sostengono che l'offensiva è giustificata perchè la città non rientra sulla linea del fronte, ma si trova nell'area sotto il controllo dei separatisti. In considerazione degli ultimi avvenimenti, Hollande, Merkel, Poroshenko e Putin - si legge nel comunicato della presidenza francese - hanno concordato di applicare "con rigore" la totalità del pacchetto di misure.

Il cessate il fuoco, hanno insistito, deve applicarsi "su tutta la linea del fronte senza eccezioni". Inoltre deve continuare il ritiro delle armi pesanti in modo che si rispettino le scadenze previste e gli osservatori dell'Osce devono tenere accesso "libero" alle zone per verificare l'applicazione delle misure; deve inoltre accelerarsi, segnalano ancora, il processo di liberazione dei prigionieri. Nel corso della telefonata Poroshenko ha ribadito che la cattura da parte dei ribelli della città di Debaltsevo è stata un'azione contraria all'accordo di tregua. Poroshenko, riferisce il suo sito web, ha chiesto loro di "non avere la pretesa che quel che è accaduto a Debaltsevo sia in linea con gli accordi" di Minsk.

07:58 - l presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha chiesto l'invio di peacekeeper dell'Onu in Donbass per assicurare la tregua, stabilita dagli accordi di Minsk-2. L'idea è stata, però subito respinta dal capo negoziatore dei filo-russi, Denis Pushilin, secondo il quale si tratterebbe di una violazione degli stessi accordi.

Mercoledì, 18 febbraio 2015

17:00 - Negli ultimi giorni sono morti 22 soldati ucraini, di cui 6 durante il "ritiro organizzato" da Debaltsevo: lo riferisce un portavoce dell'operazione militare nel Donbass, citando le cifre di un rapporto del primo vice capo di stato maggiore, Ghennadi Vorobiov, svelato in un incontro presieduto da Poroshenko.
Negli ultimi tre giorni i feriti sono stati invece 150. Secondo la Tv Hromatske, i corpi dei soldati giunti nell'obitorio sono almeno 40, mentre i ribelli parlavano di 2000-3000 militari morti solo a Debaltsevo

13:30 - Oggi è prevista una nuova conference call tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande, i quattro leader del formato Normandia che hanno negoziati i recenti accordi di Minsk per porre fine al conflitto nel Donbass.

Lo ha reso noto Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, il quale ha confermato che i quattro discuteranno anche di Debaltsevo.

12:34 - La Germania ha definito l'offensiva dei separatisti filorussi sulla strategica città di Debaltsevo, abbandonata oggi dalle truppe di Kiev, un "grave colpo" alle speranze di pace.

Berlino "condanna con forza le azioni militari dei separatisi a Debaltsevo", ha detto il portavoce del cancelliere Angela Merkel, Steffen Seibert, definendo l'offensiva "una pesante violazione" al recente accordo per la tregua, firmato a Minsk.
L'offensiva "arreca gravi sofferenze alla popolazione" della regione e assicura "un grave colpo all'accordo e alle speranze di pace nell'est dell'Ucraina".

11:30 - Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha confermato che le truppe di Kiev hanno cominciato il ritiro da Debaltsevo, attaccata da mercoledì dai separatisti filorussi.
Poroshenko ha spiegato che le truppe stanno finendo il ritiro "programmato e organizzato" dalla zona, che è ormai completato "all'80%".Lo strategico nodo ferroviario a metà strada tra Lugansk e Donetsk era diventato una 'sacca' in cui, secondo i separatisti, erano da giorni assediate le truppe ucraine. Poroshenko ha negato "l'accerchiamento" e spiegato che i soldati hanno lasciato l'area con le armi. 

9:30 - Gli ucraini si ritirano da Debaltsevo
I soldati ucraini hanno iniziato a ritirarsi da Debaltsevo, circondata dalle milizie filorusse.
Lo riferiscono giornalisti ucraini presenti sul posto e Semen Semenchenko, un deputato che guida il battaglione Donbass. Una inviata della tv ucraina indipendente Hromadske ha visto decine di soldati uscire a piedi, altri si ritirano sui blindati.

I militari dicono che hanno ricevuto l'ordine per il ritiro dal comando alle 06.00 e si stanno dirigendo verso Artemivsk, a 40 km da Debaltsevo.
A Debaltsevo, aggiungono, rimangono ancora alcune unità delle forze ucraine e anche civili. Fonti militari citati dall'inviata dicono che il bombardamento della città da parte delle forze ribelli continua e non c'è un corridoio sicuro per l'uscita delle truppe e dei civili. 

Martedì 17 febbraio 2015

16:41 - Non regge la tregua nell'Est dell'Ucraina. In particolare a Debaltsevo - dove i filorussi avevano da alcuni giorni circondati reparti dell'esercito di Kiev - si sarebbero arresi 72 soldati ucraini. La tv russa ha mostrato le immagini di una colonna di militari ucraini circondati dai miliziani filo-russi. Nel video (qui sotto) si sottolinea che si tratta della più numerosa unità di soldati di Kiev catturata dai separatisti.
Secondo il ministro della Difesa ucraina, "si combatte in strada" e i ribelli filo-russi "hanno conquistato parte della città". I separatisti "sono sostenuti da bombardamenti di artiglieria e di mezzi blindati".
In una telefonata con Putin e Poroshenko, la cancelliera tedesca Merkel ha ribadito la necessità del rispetto degli accordi di Minsk. I tre hanno anche concordato "passi concreti per rendere possibile una missione di controllo Osce".

15:37 - L'escalation del conflitto nell'est ucraino "minaccia non solo l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina ma anche la sicurezza in Europa e in tutto il mondo": lo sottolinea il presidente ucraino Poroshenko in un appello ai Paesi del negoziato di Minsk (Ucraina, Russia, Germania, Francia) e a quelli Ue e Nato che lo hanno appoggiato.

13:50 - Sono 5.665 le persone morte in dieci mesi di conflitto armato nell'est dell'Ucraina; e 13.961 sono rimaste ferite. I dati, aggiornati a domenica, sono stati forniti dal portavoce dell'Ufficio Diritti Umani delle Nazioni Unite, Rupert Colville.
Secondo i tecnici dell'Onu, è previsto "un aumento" della contabilità delle vittime nei prossimi giorni, perché le ostilità tra le parti sono aumentate nei giorni che hanno preceduto l'inizio del cessate il fuoco, entrato in vigore alla mezzanotte di sabato.

12:17 - I tentativi di cambiare lo status quo nelle zone del conflitto intorno a Debaltsevo violano gli accordi di Minsk. L'ammonimento è arrivato dal vice capo osservatori della missione speciale dell'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), Aleksandr Hug.

"Cinque mesi fa tutte le parti hanno concordato sulla necessità di un cessate il fuoco e di evitare offensive. Il 12 febbraio, le stesse parti hanno concordato l'attuazione, dalla mezzanotte del 15 febbraio, di un cessate il fuoco completo e non temporaneo o parziale", ha ricordato Hug in una conferenza stampa a Kramatorsk.
"La violazione di questi accordi mette a rischio i risultati di altre misure concordate a Minsk", ha avvertito Hug, invitando le parti in conflitto ad astenersi da "tentativi di creare 'nuove situazioni di fatto sul campo' e in particolare da azioni offensive".

11:57 - Sarebbe iniziato il ritiro delle armi pesanti da parte dei separatisti filorussi che controllano Lugansk, nell'est dell'Ucraina.
Il leader dell'auto-proclamata repubblica, Igor Plotnitsky, ha annunciato il rispetto degli accordi di Minsk: "Ieri ero sulla linea del fronte e i nostri carri armati, la nostra artiglieria si stanno ritirando, la notte scorsa abbiamo iniziato a rispettare i nostri impegni", ha riferito il leader separatista.

L'esercito ucraino invece "non ha notato" alcun ritiro delle armi pesanti da parte delle milizie separatiste in Donbass, come invece dichiarato da Plotnitsky.

I ribelli dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk (Dpr) invece hanno confermato che ritireranno le armi pesanti solo quando lo farà anche Kiev.
"Non abbiamo il diritto di fermare i combattimenti per Debaltsevo", ha ammonito il capo negoziatore dei ribelli, Denis Pushilin, "è una questione morale. Si tratta di un territorio interno", ha detto Pushilin. "Siamo pronti in ogni momento (a iniziare il ritiro delle armi pesanti)", ha aggiunto, "abbiamo tutto pronto per un ritiro comune, ma non faremo niente in modo unilaterale, poiché questo significherebbe rendere i nostri soldati bersagli".

11:00 - Secondo le forze armate ucraine, i separatisti nella notte hanno lanciato 15 attacchi contro le posizioni dei militari ucraini nella zona di Debaltseve, dove migliaia di soldati sono circondati dai ribelli.

I separatisti russi invece, attraverso la loro agenzia di stampa, sostengono che nella notte non sono state registrate violazioni del cessate il fuoco nei territori della regione di Donetsk da loro controllati.

Dovrebbe iniziare oggi il ritiro delle armi pesanti dall'Ucraina, ma la tregua nel paese vacilla.
Ancora morti e scambi di accuse tra Kiev e forze ribelli. La situazione della tregua è di fragilità, ammette Angela Merkel.
Nella lista nera dell'Ue entrano intanto anche due viceministri della Difesa russi. Putin oggi a va Budapest, da un governo nazionalista simpatizzante, che condivide con il boss del Cremlino l'idea "dello Stato illiberale" come soluzione migliore.

7:00 - Colloquio telefonico tra Vladimir Putin, Angela Merkel e Petro Poroshenko sugli accordi di Minsk che hanno sancito il cessate il fuoco nell'est dell'Ucraina. Secondo quanto riferito dal Cremlino, il presidente russo, il cancelliere tedesco e il presidente ucraino hanno discusso della fragile tregua nell'est e in particolare della situazione nella citta' di Debaltsevo e del ruolo degli osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Un portavoce dell'esercito di Kiev aveva accusato ieri i separatisti filorussi di non rispettare il cessate il fuoco entrato in vigore alla mezzanotte tra sabato e domenica.

Lunedì 16 febbraio 2015

La sorte della tregua di Minsk, come previsto, si gioca, per ora, a Debaltseve, dove i ribelli filo russi non sembrano aver intenzione di rispettare il cessate il fuoco. La città è occupata da un reparto dell'esercito ucraino, quasi circondato dai separatisti.

17:35 - "I separatisti filorussi del Donbass non osservano la tregua, nelle ultime 24 ore abbiamo registrato 112 colpi di artiglieria da parte dei terroristi di Donetsk e Lugansk".Lo ha dichiarato oggi a Sofia il ministro degli esteri ucraino, Pavlo Klimkin, in una conferenza stampa al termine del suo incontro con il ministro degli esteri bulgaro, Daniel Mitov. Klimkin ha sostenuto che invece le forze armate ucraine "osservano scrupolosamente gli accordi di Minsk", richiamandosi ad essi come "all'unica via d'uscita per raggiungere la pace".Klimkin ha smentito le informazioni circa una mobilitazione militare di massa tra l'etnia bulgara (circa 200 mila persone in Ucraina) imposta dal ministero della difesa di Kiev.

16:38 - "Debaltseve è nostra, non ce ne andiamo"
L'esercito ucraino ha respinto la proposta dei ribelli di creare un corridoio di sicurezza per le truppe governative intorno a Debaltsevo. Il portavoce militare Vladislav Seleznyov ha ribattuto che la citta', teatro di scontri a fuoco nonostante la tregua entrata in vigore domenica scorsa, e' sotto il controllo ucraino, in base all'accordo di Minsk. "Esistono gli accordi di Minsk, in base ai quali Debaltseve è nostra, e noi non ce ne andiamo", ha affermato.

16:03 - Mosca continua a flettere i muscoli sullo sfondo della crisi ucraina. Nuove manovre militari a sorpresa sono state ordinate oggi a una brigata di paracadutisti nella regione di Volgograd, nella Russia meridionale. Lo riferisce il ministero della Difesa di Mosca precisando che le esercitazioni continueranno fino alla fine della settimana.

14:00 - La tregua tiene, per ora
Secondo l'Unione europea, in base ai rapporti di "osservatori sul campo", la tregua nell'Ucraina orientale "sta tenendo, nonostante un certo numero di incidenti" ma "e' imperativo che gli accordi di Minsk siano messi in atto in pieno e per il cessate-il-fuoco, questo significa che ogni scambio di colpi si deve fermare".

Lo dice Maja Kocijancic, portavoce di Federica Mogherini, ricordando che "continua il lavoro preparatorio su ulteriori sanzioni che possono essere aggiustate in modo positivo o negativo" a seconda degli sviluppi.

13:55 - L'ampliamento delle "sanzioni antirusse appare assurda alla luce dell'accordo di Minsk" al cui "raggiungimento hanno partecipato i leader dei principali Paesi Ue".
Lo scrive il ministero degli Esteri russo in una nota rispondendo alla decisione dell'Ue di allungare la lista dei sanzionati per la crisi ucraina con altre 19 persone e 9 entità, tra cui Arkadi Bakhin e Anatoli Antonov, primo viceministro e viceministro della Difesa russi.
Mosca avverte inoltre che risponderà "in modo adeguato" alle nuove sanzioni.

12:00-  A più di 36 ore dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, i separatisti ucraini continuano a martellare con colpi di artiglieria la città di Debaltsevo dove da giorni sono assediati 5.000 soldati ucraini. Secondo fonti militari di Kiev almeno 5 soldati sono stati uccisi e 21 sono rimasti feriti. Dalle 11 ora italiana i separatisti filorussi stanno cannoneggiando con artiglieria pesante parte della citta di Donetsk

Per bocca di un portavoce dell'esercito regolare, Kiev ha fatto sapere che "al momento  assolutamente escluso il ritiro delle armi pesanti" dal fronte di guerra, come previsto dal documento siglato nella capitale bielorussa dopo una lunga maratona negoziale dei leader di Germania, Francia, Russia e Ucraina. "Come possiamo ritirare le armi se i ribelli ci attaccano con blindati e ci sparano continuamente addosso?", ha detto Vladyslav Seleznyov in conferenza stampa. I separatisti, secondo Kiev, hanno colpito anche la città di Shyrokine, vicino all'importante porto Mariupol, sula mare d'Azov, che i separatisti hanno già in passato tentato di conquistare. 

E dopo l'esercito ucraino, anche i separatisti filo-russi non intendono ritirare le armi pesanti dalle regioni orientali, nonostante sia uno dei punti dell'accordo di Minsk sulla tregua. In Donbass "non vi sono le condizioni" per la rimozione dell'artiglieria pesante della milizia separatista. Lo ha denunciato uno degli alti esponenti del "ministero" della Difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Eduard Basurin, secondo il quale le armi verranno ritirate solo a condizione del rispetto degli accordi di Minsk.

Domenica 15 febbraio 2015

9:37 - Sembra sostanzialmente tenere dopo la prima notte il cessate il fuoco nell'est ucraino previsto dagli accordi di Minsk. Residenti e inviati nei luoghi più caldi del conflitto, come Debaltsevo, Donetsk e Mariupol, hanno segnalato qualche raffica di arma automatica ma non colpi di artiglieria. Eduard Basurin, portavoce del ministero della difesa dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, ha denunciato che l'esercito ucraino ''ha violato la tregua e che i civili continuano ad essere uccisi in località popolate'' ma non ha fornito dettagli, limitandosi a dire che i miliziani ''hanno risposto selettivamente al fuoco nemico dei nazionalisti e dei sabotatori di Kiev''. Svyatoslav Tsegolko, portavoce della presidenza ucraina, ha scritto invece su Facebook che ''le prime ore sono molto importanti'' ma che ''è troppo presto per trarre conclusioni''

Sabato, 14 febbraio 2015

18:49 - Poroshenko, Hollande e Merkel, in una conference call, hanno espresso oggi preoccupazione per la situazione a Debaltsevo e hanno chiesto un rigoroso rispetto da parte di tutti, Russia inclusa, dell'accordo raggiunto giovedì a Minsk sul conflitto nell'est ucraino.

15:59 - Mosca si dice "fortemente preoccupata" dai tentativi di Kiev e dell'Occidente di "deformare" gli accordi di Minsk 2 per la pace in Ucraina, dopo il negoziato tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. E auspica che tutti i firmatari del documento e le parti che lo hanno sostenuto facciano "il possibile perché l'accordo sia strettamente osservato".

14:25 - Gli accordi di Minsk sono una "grande vittoria della Repubblica popolare di Donetsk, una vittoria della nostra diplomazia": lo ha sostenuto oggi in una conferenza stampa il capo dell'autoproclamata repubblica di Donetsk, Oleksandr Zakharcenko, citato dalle agenzie russe. "Gli accordi dimostrano anche che l'Ucraina soffre di agonia, un'agonia politica", ha aggiunto.
"Se non sarà soddisfatta la nostra richiesta di una indipendenza di fatto - ha aggiunto Zakharcenko - rivendicheremo tutto il territorio della regione di Donetsk".

I separatisti dell'est ucraino hanno confermato che rispetteranno il cessate il fuoco in programma da mezzanotte, secondo quanto concordato giovedì scorso a Minsk, ma che reagiranno a una eventuale violazione.

I separatisti, che rifiutano di far uscire i soldati ucraini bloccati a Debaltsevo, pur assicurando che 'non gli spareranno', hanno poi invitato Kiev ad iniziare un dialogo sulle modifiche alla costituzione Ucraina in un prossimo incontro del gruppo di contatto.

13:00 - Il comando ucraino ha reso noto che intensi combattimenti sono in corso a Shirokino, un villaggio situato sulla costa del mare di Azov, una decina di chilometri ad est di Mariupol, la seconda città della regione di Donetsk, controllata dalle autorità di Kiev.
Il villaggio è stato praticamente raso al suolo dal fuoco dell'artiglieria dei separatisti, che successivamente hanno cercato di assaltare le posizioni del battaglione ucraino di volontari Azov, ha spiegato un portavoce di questa unita' all'agenzia Ostrov. "C'è un gran numero di feriti", ha raccontato il militare, aggiungendo che le forze ucraine sono riuscite a impossessarsi di un blindato da combattimento dei filorussi e hanno fatto prigionieri.

12:00 Gli Usa hanno mostrato le prove dello schieramento di forze russe nelle regioni orientali e separatiste ucraine dove sono in corso durissimi scontri. L'ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, (@GeoffPyatt)ha postato su twitter foto satellitari che mostrano batterie anti-aeree russe e altri sistemi d'arma nell'area di Debaltsevo, lo snodo ferroviario chiave nella regione di Donetsk, dove sono in corso i più feroci combattimenti a poche ore dall'entrate in vigore del cessate il fuoco, alle 23 ora italiana.

10:00 - Non si fermano i combattimenti nell'est separatista dell'Ucraina alla vigilia del cessate-il-fuoco che scatterà a mezzanotte (le 23 in Italia). I separatisti sono nel pieno dell'offensiva per cercare di catturare metri di territorio in particolare a Debaltsevo, lo strategico nodo ferroviario a metà strada tra Lugansk e Donetsk, entrambe controllate dai filorussi, dove sostengono di aver circondato migliaia di soldati.

Secondo varie stime, si contano a decine, tra civili e soldati, le vittime sotto le bombe tra venerdì e sabato. "Il nemico continua a bombardare villaggi e città senza tregua", ha denunciato il quartier generale delle forze ucraine. "Non c'è stata alcuna tregua e in più i ribelli continuano gli attacchi a Debaltsevo", ha aggiunto un portavoce dell'esercito, Anatoly Stelmakh.

Secondo il comando militare di Kiev, le milizie separatiste hanno sferrato un nuovo assalto alle posizioni delle truppe governative alle porte della città.

I filorussi sostengono che a Delbaltsevo e nei suoi dintorni sono riusciti ad accerchiare 6mila militari ucraini, ma il ministero della Difesa lo nega. Il 'numero due' delle milizie dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, Eduard Basurin ha dichiarato che le truppe ucraine tentano senza successo di rompere l'accerchiamento e che le milizie separatiste non permetteranno il ripiegamento delle truppe ucraine se non depongono le armi.

"Sicuramente (i soldati ucraini) moriranno di fame. Non li attaccheremo (dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco), ma neanche gli permetteremo di uscire dall'accerchiamento", ha aggiunto Basurin, secondo la Dan, l'agenzia dei separatisti.


Venerdì, 13 febbraio 2015

Ore 18:00 - "L'ultima vittoria di Putin". Così il Wall Street Journal sull'accordo raggiunto a Minsk per il cessate il fuoco in Ucraina, col leader del Cremlino descritto come un vero e proprio "satrapo".

Ma che al tavolo dell'estenuante vertice a quattro a vincere sia stata la Russia lo sostiene anche il New York Times, che parla di "pillola amara" che il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha dovuto mandare giù a forza, pressato da Angela Merkel e Francois Hollande. Non bisogna farsi illusioni - scrive il Times - perché ancora una volta starà al leader del Cremlino "decidere se questo accordo è un vero passo verso la pace o solo un'altra cinica finta nella sua campagna per smembrare l'Ucraina".

Più duro il Wsj, secondo cui l'ennesimo cessate il fuoco, dopo quello che era stato deciso lo scorso settembre, avvantaggia solo Putin: "Consolida le sue nuove conquiste territoriali, strappa ulteriori concessioni politiche da parte di Kiev, allontana ulteriori sanzioni da parte dell'Occidente e fornisce a Barack Obama un nuovo alibi diplomatico per non fornire armi da difesa alle truppe ucraine demoralizzate e mal equipaggiate".

Secondo il Wsj, quindi, Putin "continuerà ad alternare la forza bruta con la falsa diplomazia", mentre l'Occidente "userà il cessate il fuoco come una scusa per continuare a fare poco o niente".

Ore 16:30Il governo ucraino ha in queste ore denunciato che ribelli filo-russi stanno"continuando ad ammassare forze nelle aree principali
del conflitto armato".

Andriy Lysenko, portavoce della cosiddetta operazione anti-terrorismo lanciata da Kiev nell'aprile 2014 contro i separatisti all'est, non ha specificato di quali aree si tratti.
Gli insorti sono stati accusati  nelle scorse ore di preparare una nuova offensiva sullo strategico nodo ferroviario di Debaltsevo, situato a metà strada tra i bastioni secessionisti di Donetsk e Lugansk, e il porto di Mariupol: ancora in mano ai lealisti, è l'unico ostacolo rimasto a impedire la saldatura tra le regioni russofone orientali e la Crimea, già annessa da Mosca.

Secondo il vice-ministro ucraino, Petro Mekhed, i ribelli hanno ricevuto l'ordine di issare la loro bandiera su Debaltseve e Mariuopol prima che scatti la tregua. Putin -che avrebbe voluto ritardare la tregua, secondo alcune fonti, proprio per consentire ai ribelli di conquistare Debaltsevo - ha dato disposizioni perché esperti militari russi partecipino all'analisi della situazione nella città.

Kiev ha inoltre fatto sapere che non sarà concesso l'indulto presidenziale ai leader delle milizie separatiste.
L'inserimento dell'amnistia nel piano di pace aveva suscitato allarme in Olanda per le conseguenze che avrebbe potuto avere in relazione all'inchiesta sull'abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines, che si schianto' a terra con tutti i 298 occupanti.

Il ministro degli Esteri, Pavlo Klimkin, parlando oggi alla Verkhovna Rada, ha precisato che l'amnistia non si applica ai leader separatisti, colpevoli di "crimini contro l'umanità" e comunque sarà decisa "solamente con una legge", adottata dal Parlamento e non con un decreto presidenziale.

Ore: 13:30 - Combattimenti e bombardamenti continuano a martoriare il sud-est ucraino alla vigilia della tregua prevista dai nuovi accordi di Minsk, che entrerà in vigore alla mezzanotte del 14 febbraio.

Secondo le autorità ucraine e i portavoce dei separatisti filo-russi, sono almeno una ventina le persone che hanno perso la vita nelle ultime 24 ore nel Donbass nel fuoco incrociato: un bilancio che non appare di certo come un segnale positivo in vista del cessate il fuoco.

Le forze governative fanno sapere di aver perduto otto uomini tra ieri e oggi, mentre altri 34 sono rimasti feriti.

Resta invece difficile stilare un bilancio dei caduti nelle file dei miliziani.

I civili. Ma a pagare il prezzo più alto in questo conflitto sembrano essere sempre i civili.

A Donetsk, roccaforte dei ribelli, stando al portavoce del ministero della Difesa dei separatisti locali, nelle ultime 24 ore i bombardamenti dell'artiglieria di Kiev o delle milizie alleate hanno ucciso almeno tre civili.
A Gorlivka - a nord-est di Donetsk - i filorussi denunciano l'uccisione di almeno altre quattro persone, tra cui un bimbo di un anno e due bimbe di sei e 12 anni.

Almeno altri tre civili avrebbero inoltre perso la vita a Lugansk  - l'altro baluardo ribelle - in un bombardamento notturno.

Non lontano, nella cittadina di , almeno altri due civili sono stati uccisi da colpi d'artiglieria - stavolta sparati dai separatisti, sostiene il governatore locale pro-Kiev - che hanno completamente distrutto una caffetteria. Proprio l'arretramento degli armamenti pesanti a distanza di sicurezza a partire da martedi', in modo da creare una zona cuscinetto ed evitare i bombardamenti sui centri abitati, è tra i 13 punti dei nuovi accordi siglati ieri a Minsk.

L'intesa è stata letta come un segnale di speranza, ma è allo stesso tempo accolta con profondo scetticismo da molti esperti. Sono infatti molte le ombre che restano sullo sfondo del negoziato: dallo status delle regioni ribelli al controllo dei confini russo-ucraini.

Inoltre non è chiaro come sarà risolta la questione di Debaltseve, uno snodo ferroviario di grande importanza strategica attorno al quale i ribelli sostengono di aver circondato migliaia di soldati ucraini.



Ore 11:00 - Almeno otto militari ucraini sono morti e altri 34 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore nel conflitto del Donbass. Lo riferisce il portavoce dello Stato maggiore delle truppe governative, Vladislav Selezniov.
I combattimenti, così come i bombardamenti di artiglieria, stanno proseguendo senza ridursi di intensità nonostante l'accordo raggiunto ieri a Minsk, che prevede un cessate il fuoco a partire dalla mezzanotte tra sabato e domenica.

Colpi di artiglieria caduti a Shchastya, una città a nord-ovest di Lugansk, hanno causato la morte di due civili e altri sei sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il capo dell'amministrazione regionale, controllata da Kiev: "La bomba ha colpito un caffe' dove c'erano numerose persone", ha riferito Hennadiy Moskal, secondo cui i proietti sono caduti anche in altre zone della città. "Il sistema di riscaldamento  è saltato, danneggiate le linee elettriche e anche la rete idrica. Questo è il modo in cui si prepara un ampio cessate-il-fuoco", ha aggiunto.


Giovedì, 12 febbraio

Siglato l'accordo a Minsk dopo l'incontro di ieri - protrattosi per 16 ore nel corso della notte e della giornata di oggi - fra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko.
L'accordo - che entrerà in vigore alla mezzanotte del 14 febbraio - prevede: una tregua immediata, il ritiro delle armi pesanti e una riforma costituzionale che conceda maggiore autonomia alle aree del sud-est ucraino martoriate dalla guerra.
Formalmente l'accordo è stato firmato oggi a Minsk dal Gruppo di contatto (Osce-Kiev-Mosca-separatisti) e si basa a sua volta sul poco rispettato memorandum siglato a settembre sempre nella capitale bielorussa.

A gettare subito ombre sulle prospettive dell'intesa è però - tra le altre cose - la situazione a Debaltseve, dove i ribelli hanno accerchiato migliaia di militari ucraini.

I soldati ucraini nella 'sacca' di Debaltseve "devono arrendersi", dicono i portavoce filo-russi, pena la morte: così la battaglia per la conquista della città rischia di far saltare la tregua ancora prima che entri in vigore.

Debaltseve un tempo contava 25.000 abitanti, ora la gran parte sono fuggiti. La cittadina, stretta tra due territori controllati dai separatisti, e' un cruciale snodo ferroviario e stradale di importanza strategica. Secondo alcune stime, in citta' sono rimasti circa 3.000 civili, in gran parte anziani 'asserragliati' nelle cantine, costretti a fare i conti con i continui bombardamenti, i ricorrenti blackout, la penuria di acqua e cibo. Amnesty denuncia una crisi umanitaria "catastrofica".
Debaltseve è assediata dai pro-russi di entrambe le autoproclamate repubbliche separatiste, Donetsk e Lugansk, che a inizio gennaio hanno lanciato una controffensiva nella regione. Nelle scorse settimane, il governo ucraino ha dispiegato ingenti forze per la difesa della città: secondo i pro-russi ci sono 6.000-8.000 soldati "intrappolati", una circostanza che Kiev smentisce seccamente.

L'Ue imporrà nuove sanzioni alla Russia se il nuovo accordo di Minsk non sarà rispettato. Lo ha affermato il cancelliere tedesco Angela Merkel al termine del Consiglio Ue.
L'estensione delle sanzioni a 19 tra soggetti a nuove entità andrà comunque avanti perché si tratta, ha spiegato Merkel, di una misura decisa prima dell'accordo di Minsk.
Merkel ha precisato anche che le sanzioni possono essere tolte solo se verranno meno le ragioni che le hanno determinate. Il cancelliere tedesco ha anche parlato dei motivi per i quali il cessate il fuoco in Ucraina entrerà in vigore solo domenica e non prima. "È stato un tiro alla fune molto duro. Per noi, per la Francia e per l'Ucraina prima entra in vigore e meglio è però sembra che per alcune ragioni tattiche altri negoziatori non lo hanno accettato, e siamo arrivati ad un compromesso", ha spiegato. Anche il presidente francese Francoise Hollande, nella sua conferenza stampa, ha assicurato che se gli accordi di Minsk non saranno rispettati l'Ue varerà nuove sanzioni e che in caso contrario le sanzioni saranno progressivamente ritirate.

Mercoledì, 11 febbraio 2015

18:30 - Sono iniziati a Minsk i colloqui di pace sulla crisi ucraina a quattro tra Vladimir Putin, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko.

18:04 - La Russia più veloce degli Usa nel rifornire i "suoi"
Se gli Stati Uniti decidessero di armare l'Ucraina, la Russia sarebbe molto più veloce nel rifornire i ribelli. Lo ha dichiarato Ben Barry, esperto dell'Istituto per gli Studi strategici di Londra (Iiss), nel corso della presentazione del rapporto annuale 'The Military Balance 2015'. Le armi fornite dagli Usa verrebbero quindi superate in numero nel corso di una escalation con Mosca. Il direttore del centro, John Chipman, ha ricordato come il governo tedesco si opponga all'opzione di armare le truppe di Kiev, proprio per l'impossibilita' di stare al passo dei rifornimenti in arrivo dai russi.

Ore 17:51 - A Minsk i leader filo-russi
Anche i leader delle autoproclamate repubbliche di Lugansk e Donetsk Alexander Zakharchenko e Igor Plotnitsky sono a Minsk per poter firmare un eventuale accordo di pace dopo il vertice a quattro fra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande. Lo riferisce una fonte non meglio specificata dall'agenzia Interfax. "Se i negoziati tra i quattro leader avranno successo, i leader delle due repubbliche firmeranno il documento finale", ha spiegato la fonte citata dal'agenzia russa. Anche un'emittente tv russa ha riferito che Zakharchenko e Plotnitsky sono a Minsk, ma la notizia non trova conferme ufficiali.

Ore 17:25 - La situazione nelle zone contese
Le truppe governative e i miliziani filorussi si contendono dallo scorso aprile le regioni del sud-est ucraino in un conflitto in cui hanno finora perso la vita almeno 5.486 persone, mentre 12.972 sono rimaste ferite.

Secondo le Nazioni Unite, i profughi interni sono quasi un milione, mentre altri 600.000 abitanti del Donbass hanno cercato rifugio all'estero, soprattutto nella vicina Russia. A settembre i ribelli controllavano circa un terzo delle regioni di Donetsk e Lugansk, ma da allora avrebbero conquistato altri mille chilometri quadrati di territorio.

- DEBALTSEVE E DINTORNI: i separatisti stanno accerchiando i militari ucraini attorno a questo importante snodo ferroviario a meta' strada tra i baluardi ribelli di Donetsk e Lugansk. Secondo i miliziani, i soldati circondati sarebbero tra 5.000 e 8.000. Solo ieri 19 militari sono morti nella 'sacca' di Debaltseve (nella zona di Ostraia Moghila).

- MARIUPOL: la Guardia nazionale ucraina e i volonatari ultranazionalisti dei battaglioni pro-Kiev hanno lanciato ieri una controffensiva a est e nord-est di questa importante citta' portuale sul Mar Nero controllata dai governativi. E il battaglione Azov ha annunciato di aver strappato ai ribelli il controllo di tre cittadine: Shirokine, Pavlovo e Kominternovo. Per guidare l'operazione e' arrivato nella zona il segretario del Consiglio di sicurezza di Kiev, Oleksandr Turcinov. -

DONETSK: è la principale roccaforte dei separatisti, che ne hanno preso l'aeroporto (o quel che ne resta) a gennaio dopo circa 8 mesi di combattimenti. Donetsk resta pero' una citta' vicinissima al fronte ed e' martoriata praticamente ogni giorno da bombardamenti di artiglieria che mietono numerose vittime tra i civili.

- DINTORNI LUGANSK: combattimenti sono in corso anche a nord di Lugansk, soprattutto nelle zone di Stanitsia Luganska e Shastia.

- POPASNA: i ribelli sono all'attacco anche nei dintorni di questa cittadina a ovest di Lugansk.


16:20 - Ucraina: le proposte dei ribelli
Un cessate il fuoco immediato a partire dalle 10 del mattino del 12 febbraio, una riforma costituzionale che conceda un'autonomia speciale ad alcuni distretti del sud-est ucraino e la fine dell'isolamento economico con Kiev che deve tornare a pagare pensioni e sussidi agli abitanti delle zone degli insorti.

Sarebbero queste le richieste dei miliziani separatisti per mettere fine al conflitto nel Donbass.

Lo scrive la testata ucraina online Zn.ua, che sostiene di essere entrata in possesso di una copia del piano presentato dai filorussi del Donbass nella seduta di ieri a Minsk del Gruppo di contatto (Mosca-Kiev-Osce-ribelli). Sempre secondo Zn.ua, i separatisti chiedono anche il ritiro delle armi pesanti dalla cosiddetta 'linea di contatto': solo che mentre Kiev dovrebbe ritirare i suoi cannoni dal fronte attuale, i ribelli concedono di ritirare i propri al di la' della linea segnata negli accordi di Minsk del 19 settembre, quindi piu' indietro rispetto all'attuale linea di fuoco.

I miliziani chiedono inoltre un'amnistia e non si dicono contrari al controllo della frontiera russo-ucraina da parte dell'Osce, ma a patto che questo avvenga dopo una riforma costituzionale per concedere una speciale autonomia ad alcuni distretti del sud-est (vogliono che una lista di questi distretti sia pronta entro il giorno 20).

Ore 15:48 - È salito a 16 il bilancio delle persone morte nel bombardamento con razzi Smerch che ieri ha colpito il quartier generale delle truppe ucraine e un'area residenziale a Kramatorsk: città controllata dalle truppe di Kiev e a 50 chilometri dal fronte.
Lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko in una seduta del Consiglio dei ministri. I feriti sono 66, di cui 11 in gravi condizioni.

Ore 11:00Oggi è il grande giorno del vertice di Minsk al quale ci si affida per scongiurare un'estensione della guerra in corso nel sudest dell'Ucraina fra i ribelli filo-russi e i combattenti (regolari e volontari costituiti in battaglioni separati) di Kiev.

La riunione dovrebbe permettere finalmente un cessate il fuoco con qualche speranza di durare.

All'incontro partecipano Vladimir Putin, Petro Poroshenko, Angela Merkel e François Hollande.

Il gruppo di contatto che ha lavorato al vertice avrebbe trovato (fonte Tass) un accordo su:
- cessate il fuoco
- come monitorare il cessate il fuoco
- sul ritiro di armi pesanti dalla regione (Ucraina orientale)

Nessun accordo, almeno questa volta, su:
- status legale delle due regioni ribelli di Donetsk e Lugansk
- esito delle elezioni locali, che Kiev non ha riconosciuto (tenutesi in novembre 2014)

Intanto anche oggi il conflitto a "Bassa intensità" registra un numero ragguardevole di morti. Nella 'sacca' di Debaltseve, strategico nodo ferroviario dove i separatisti hanno accerchiando le truppe di Kiev, sono morti 19 i soldati e 78 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore, mentre almeno sei persone sono state uccise dai colpi di artiglieria abbattutisi stamane su una stazione degli autobus a Donetsk, principale baluardo dei separatisti. Che si aggiungono ai morti dell'attacco con missili da parte dei filo-russi a 

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EPA/LUCA PIERGIOVANNI
Un ribelle filo russo su un tank durante il ritiro (dichiarato dai ribelli) delle armi pesanti dalla linea del fronte, nei pressi del villaggio di Olenivka, nella regione di Donetsk, Ucraina, 26 febbraio 2015

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