caso Skripal
Metropolitan Police via Getty Images - 6 settembre 2018
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Gran Bretagna, Skripal, il punto sul "giallo" della spia avvelenata

Mandato di arresto per due russi che avrebbero usato il novichok. Il Regno Unito non chiede però l'estradizione, ma valute mosse contro il Cremlino

Nessuna archiviazione sul caso Skripal, al contrario. La storia della ex spia russa avvelenata a Salisbury lo scorso 4 marzo tiene sempre più col fiato sospeso il Regno Unito, ma soprattutto rende i rapporti diplomatici con la Russia ancora più tesi. Ora ci sono anche due nomi e cognomi dei presunti responsabili e un mandato di arresto europeo per Alexander Petrov e Ruslan Boshirov. Due "alias", nomi falsi dietro i quali, secondo Scotland Yard, si nascondono due agenti 40enni del famigerato Gru, il servizio segreto militare russo nel quale aveva militato lo stesso Sergei Skripal e di cui era il presidente russo, Putin, è stato il numero 1.

Per questo le accuse al Cremlino sono diventate ancora più dirette e dure. Il caso è stato anche al centro di una relazione che il primo Ministro britannico, Theresa May, ha tenuto in un acceso dibattito alla Camera dei Comuni, nel quale la parola più frequente è stata "aggressione".

Dei due agenti russi, ripresi dalle camere di videosorveglianza in quella che viene considerata un'operazione-lampo, si sarebbero però perse subito le tracce. Mosca, intanto, continua a respingere ogni accusa e spiega: "Quei volti e quei nomi non ci dicono nulla". Londra chiederà l'estradizione?

Il "blitz" delle spie russe

A permettere l'identificazione dei due responsabili dell'avvelenamento della ex spia russa Skripal e della figlia 33enne Yulia, entrambi fuori pericolo, sono stati i filmati delle telecamere di videosorveglianza, vagliati per ore dagli investigatori di Scotland Yard. Secondo il capo dell'antiterrorismo della polizia britannica, Neil Basu, Petrov e Boshirov avrebbero compiuto un vero e proprio "blitz" a tempo record: appena 72 ore.

Giunti all'aeroporto di Gatwick il 2 marzo con un volo Aeroflot da Mosca, sarebbero saliti di un treno diretto a Salisbury, dove viveva Skripal. Il giorno dopo avrebbero controllato gli spostamenti dell'uomo (già probabilmente tenuto sotto controllo da tempo) confermando i dettagli del piano, poi messo in pratica il 4 marzo, quando sarebbero entrati in azione contaminando la porta di casa dell'ex agente loro connazionale, per poi tornare immediatamente a Londra e da qui imbarcarsi da Heathrow la sera stessa.

Gli investigatori britannici parlano di un "attacco sofisticato oltre confine", nel quale avrebbero utilizzato il potentissimo novichok, un gas nervino che Londra considera di sicura provenienza russa, contenuto in una boccetta spray di eau de parfum Nina Ricci Premier Jour. Lo stesso poi trovato anche nella stanza d'albergo prenotata dai due cittadini russi, il City Stay Hotel alla periferia est di Londra, dove le tracce sono state minime e dunque non hanno causato altre contaminazioni. Questa è considerata la "prova madre" e si unisce al ritrovamento di una boccetta di profumo del tutto simile, contenente Novichok, anche in casa dell'altra coppia avvelenata solo 4 mesi dopo, sempre in Gran Bretagna e a poca distanza da Salisbury.

La doppia accusa

Petrov e Boshirov sono infatti ritenuti responsabili anche del secondo avvelenamento, sempre tramite l'uso dello stesso gas nervino, avvenuto ad Amesbury, che dista appena 13 chilometri da Salisbury. Vittime in questo caso sono stati Charlie Rowley, 45 anni, ricoverato inizialmente in fin di vita in ospedale e poi ripresosi, e la moglie Dawn Sturgess, invece deceduta. Anche nel loro caso il gas sarebbe stato trovato in una boccetta di profumo, ma l'esposizione per la coppia sarebbe stata 10 volte superiore rispetto a quella dell'ex agente dei servizi segreti di Mosca.

Un atto "barbaro e spregevole"

I toni usati dal governo britannico nell'accusare direttamente e nuovamente Mosca sono stati durissimi: si parla di "aggressione" e di un "atto barbaro e spregevole". "Solo la Russia aveva la capacità tecnica e il movente" ha detto la premier, May, che ha riferito sul caso davanti alla Camera di Comuni. "Abbiamo avuto ragione a indicare fin da marzo lo Stato russo come responsabile", colpevole anche di "disinformazione e bugie".

Gli sviluppi

Se i toni sono stati durissimi, alle accuse non sono ancora seguiti i fatti. Londra per ora non ha adottato nuove misure contro Mosca. Per i due cittadini russi identificati come responsabili sia la procuratrice Sue Hemming, sia il capo dell'antiterrorismo di Scotland Yard Basu ritengono di avere elementi sufficienti alla richiesta di mandato di arresto europeo.

Al contrario, nonostante gli indizi a carico di Petrov e Boshirov, la Procura non ha chiesto l'estradizione a Mosca, perché la legge russa non prevede questa possibilità. Il Cremlino, inoltre, ha dichiarato che la pubblicazione dei nomi dei presunti responsabili dell'attacco con il Novichoc non "significa nulla", non proverebbe dunque alcun coinvolgimento del governo russo.

Chi è Skripal e dove si trova ora

Dell'ex colonnello del Grusi sono perse le tracce dopo le sue dimissioni dall'ospedale, in seguito all'avvelenamento. Anche la figlia Yulia, 33 anni, ha lasciato l'ospedale e si troverebbe in una località segreta, sotto protezione. E' stata lei a scrivere, cinque settimane dopo essere guarita, una lettera indirizzata a Mosca e resa pubblica dalla Reuters, nella quale spiega di voler fare ritorno in futuro in Patria, ma nello stesso tempo di non avere fretta. La priorità - spiegava nella missiva - è quella di "prendermi cura di mio padre fino a quando non sarà completamente guarito".

Dicendosi scioccata per l'accaduto e per essere stata avvelenata col gas nervino, si diceva "grata per le offerte di assistenza da parte dell’Ambasciata Russa. Ma al momento - concludeva - non desidero avvalermi dei loro servizi".

Skripal aveva prestato servizio come spia russa in Gran Bretagna negli anni '90, salvo poi tradire il suo Paese, accettando denaro (si parlava di 100.000 dollari) dall' intelligence britannica in cambio della rivelazione di informazioni top secret sull'identità di altri agenti russi in servizio sotto copertura in Europa. Incriminato per "alto tradimento sotto forma di spionaggio", condannato a 13 anni di carcere, ottenne la grazia nel 2010 dall'allora presidente russo Medvedev.

Una volta liberato, si è stabilito nuovamente nel Regno Unito, conducendo una vita riservata con la moglie, nel frattempo deceduta. Fino al suo avvelenamento, che lo ha fatto tornare sotto i riflettori.

La guerra diplomatica

Il seguito al caso di Salisbury la Gran Bretagna ha reagito duramente a livello diplomatico con l'espulsione di 23 funzionari dal proprio suolo, seguita da altri Paesi. Sono infatti 100 i diplomatici russi allontanati, con una decisione senza precedenti, da Stati Uniti, Canada e buona parte dell'Europa, Italia compresa.

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Eleonora Lorusso