Skripal
Jack Taylor/Getty Images - 5 luglio 2018
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Gran Bretagna, un altro caso Skripal

L'antiterrorismo britannico indaga sull'avvelenamento di una coppia, non lontano da Salisbury dove era stata colpita anche l'ex spia russa con la figlia

Sono passati solo 4 mesi, il caso Skripal non è ancora chiuso, al contrario emergono sempre nuovi particolari e indizi sul coinvolgimento della Russia, ma ora è un altro avvelenamento a far tornare alla ribalta quello della ex spia russa e della figlia, avvenuto lo scorso 4 marzo a Salisbury, nel Regno Unito.

Anche in questo caso è coinvolta una coppia: un uomo e una donna rimasti intossicati da un gas nervino. Un agente che sembrerebbe essere proprio lo stesso usato per Sergej Skripal: il Novichok di provenienza russa. Immediato l'allarme scattato nella cittadina di Amesbury, non lontano proprio da Salisbury. La polizia ha predisposto tutte le misure per salvaguardare la popolazione ed evitare contagi ulteriori, ma soprattutto è intervenuto l'antiterrorismo, che sembra non abbia dubbi sul collegamento con l'altro caso.

Il nuovo avvelenamento

Sono solo 13 i km che separano Salisbury da Amesbury. Tante, forse troppe le coincidenze. In entrambi i casi c'è una coppia avvelenata. Nel primo si trattava di Sergej Skripal, ex spia russa che aveva trovato rifugio in Gran Bretagna dopo aver tradito il suo paese, essere stato condannato e "graziato". Ad essere avvelenato con lui anche la figlia 30enne Yulia.

Nel secondo caso ci sono ancora un uomo e una donna, la cui identità, però, non è stata rivelata per motivi di sicurezza. La squadra antiterrorismo, già intervenuta a marzo a Salisbury, si sta occupando anche del nuovo fascicolo. Dopo aver raccolto campioni della sostanza usata per l'avvelenamento, li ha fatti analizzare e la risposta sarebbe chiara: anche ad Amesbury è stato usato il potentissimo gas nervino Novichok, di fabbricazione russa.

Da qui la nuova richiesta di spiegazioni al Cremlino, dopo il deterioramento dei rapporti tra Londra e Mosca e lacrisi diplomatica per il caso Skripal.

La pericolosità

Sul nuovo avvelenamento il ministro degli Interni ha già riferito in Parlamento, escludendo rischi per la popolazione: "Considerato il numero di persone colpite non ci sono rischi per la salute della comunità" ha detto Javid, aggiungendo anche un riferimento all'ex spia russa: "Tutti i luoghi frequentati dagli Skripal sono stati decontaminati e sono considerati sicuri" dagli inquirenti e dal Public Health England, che si occupa della salute pubblica.

Dopo settimane di silenzio sul caso Skripal (anche per via della direttiva imposta dalle autorità britanniche alla stampa), si è tornato dunque a parlare di quanto accaduto a marzo. L'ex 007 di Mosca si è ripreso, così come la figlia, e ora si trova in una località nascosta sotto tutela. Yulia Skripal ha inviato qualche settimana fa una lettera alle autorità russe, risultata però ambigua: respingendo la richiesta di aiuto offertole da Mosca, diceva di non escludere un ritorno in patria.

Il mistero sul laboratorio di Porton Down

Le attenzioni si concentrano ora anche su un altro punto: la vicinanza delle due località dove sono avvenute le intossicazioni con luoghi strategici per la sicurezza della Gran Bretagna. Salisbury dista solo 6 km dal Centro chimico, biologico, radiologico e nucleare della Difesa (Cbrn). Realizzato nel 1917, è specializzato proprio in armi chimiche e non convenzionali.

L'altro, Amesbury, si trova invece nelle vicinanze di Porton Down, dove è stato realizzato il Laboratorio di Scienza e tecnologia della Difesa (Dstl), nato negli anni '50 come centro "satellite" del primo. Qui sono sperimentati agenti chimici potentissimi e pericolosissimi, per mettere a punto contromisure in caso di un loro impiego.

Nel laboratorio viene prodotta, ad esempio, l'iprite o "gas mostarda" (dall'odore che sprigiona, che ricorda l'alimento): è uno di quelli impiegati maggiormente nella guerra chimica, già noto e utilizzato dai tedeschi nella Prima Guerra mondiale e più di recente da Saddam Hussein contro i curdi nel 1988. In dosi massicce è letale.

Sempre a Porton Down nel 2013 venne testato anche il gas Sarin usato in Siria e di cui il governo di Assad decise di sbarazzarsi come gesto di distensione. Il laboratorio realizza anche il comune gas lacrimogeno in dotazione alle forze di polizia, oltre al VX, un nervino conosciuto come uno dei più micidiali al mondo.

La vicinanza con le due strutture della Difesa, il tipo di attività che vi si svolge e la dinamica dei fatti sollevano ora più di un dubbio e riaprono la crisi tra Gran Bretagna e Russia.

Una nuova crisi Londra-Mosca

Il Cremlino ha finora respinto ogni accusa mossa da Londra di coinvolgimento nell'avvelenamento di Skripal. Lo stesso ha fatto con la coppia intossicata ad Amesbury. La rappresentanza della Russia presso l' Organisation for the Prohibition of Chemical Weapon (Opac), l'organizzazione per la non proliferazione delle armi chimiche, ha definito  "stupido" pensare che ci sia Mosca dietro il caso, ma la tensione è già alle stelle.

A marzo, dopo i fatti di Salisbury, il governo May usò la linea dura, decidendo l'espulsione di 23 diplomatici russi. Un provvedimento adottato anche dagli Stati Uniti, dal Canada e da pressoché tutti i paesi europei. Nel frattempo sono passare settimane e anche i campioni prelevati su Skripal e nella sua abitazione sono stati analizzati, ma i risultati non sono mai stati pubblicati, come invece chiesto da Mosca.  

I dubbi aperti

Al contrario, il responsabile del laboratorio di Porton Down, dove sono state effettuati i test, ha dichiarato a Sky News che non è possibile stabilire se il Novochok usato per avvelenare Skripal sia di provenienza o fabbricazione russa.

L'ultima parola sul caso è stata lasciata all'Opac, secondo cui le conclusioni degli investigatori britannici erano "da confermare", pur non citando però quale agente tossico sia stato usato a Salisbury.

La Russia è dunque passata al contrattacco, accusando il Regno Unito: il gas nervino che ha portato in fin di vita Skripal (ma non lo ha ucciso, come invece avrebbe dovuto fare il Novichok) sarebbe uscito proprio da Porton Down o dal Cbrn. Il sospetto è che nei due laboratori siano custoditi, invece, anche campioni di Novichok, magari resi disponibili alle autorità britanniche da qualche ex spia, come Skripal.

Ora il nuovo capitolo di quella spy story che rischia di proseguire a lungo.

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Eleonora Lorusso