Migranti: Gentiloni replica alla Merkel sui "veri e falsi" profughi
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Migranti: Gentiloni replica alla Merkel sui "veri e falsi" profughi

Mentre Berlino assicura l'accoglienza ai siriani, la cancelliera insiste sul bisogno di controlli più rigidi. Il ministro: "Collaborare, non bacchettare"

Impegnata in Germania in una campagna di sensibilizzazione interna a favore di quelli considerati da Berlino "veri" profughi, con particolare riferimento ai siriani, Angela Merkel ha bacchettato Italia e Grecia proprio sulle modalità di identificazione dei migranti, richiedendo insieme al presidente francese Hollande che "ci siano centri di registrazione negli Stati di arrivo dei migranti e dei profughi".

Un concetto ribadito anche durante un incontro pubblico con un gruppo di abitanti di Marxloh, sobborgo della città mineraria di Duisburg ad alta concentrazione di immigrati: "Dobbiamo rimandare a casa propria coloro che, in base a una forte probabilità, non hanno alcuna possibilità di conseguire il diritto d'asilo", ha detto al proposito la cancelliera. "E' difficile da farsi, ma Serbia, Albania e Kosovo non sono Paesi dove allo stato attuale regni la guerra civile".

La reazione di Gentiloni
Un'indicazione di "modus operandi" che è risuonata come un nuovo invito anche e soprattutto al nostro Paese a mettere in atto procedure di controllo più rigide e severe subito dopo gli sbarchi e i salvataggi in mare. E che ha suscitato la reazione del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, riportata oggi dal Corriere della Sera: "Chiedere a Grecia e Italia di fare i compiti a casa sull'immigrazione sarebbe come dire a Paesi colpiti da un alluvione di accelerare la produzione di ombrelli", ha dichiarato il titolare della Farnesina. "L'Europa ha bisogno di andare nella direzione esattamente opposta a quella di bacchettare i Paesi alla sua frontiera esterna". Gentiloni ha poi anche sottolineato la necessità di una "europeizzazione della gestione dei flussi, cioè un diritto d'asilo europeo" e della "creazione di canali di immigrazione legale verso l'Europa nel suo complesso".

Così l'Unione non fa la forza
Sempre nell'intervista al quotidiano milanese, il ministro Gentiloni chiede poi "un equilibrio negli oneri tra i vari Paesi. Se il diritto d'asilo vale per tutta Europa, l'equa distribuzione impedirà che i flussi si indirizzino tutti verso i Paesi più ricchi e generosi". Opinione, quest'ultima, peraltro almeno parzialmente condivisa dalla stessa Angela Merkel, che - dopo aver reso nota la decisione della Germania la decisione di sospendere l'espulsione dei richiedenti asilo originari della Siria verso gli Stati di primo ingresso sul territorio Ue - ha anche dichiarato: "Un Paese come la Germania, più forte economicamente rispetto ad altri, deve accoglierne un numero maggiore, ma tre o quattro Paesi su ventotto non possono farsi carico da soli di un simile compito. Questa non è l'Unione che desideriamo".

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