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AFP PHOTO / DIMITAR DILKOFF
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Migranti: Putin scarica la responsabilità sull'Europa

Dopo l'allarme del Pentagono che stima una crisi ventennale, il leader russo punta il dito contro la politica estera dei "partner occidentali"

Circa 2.000 rifugiati, in gran parte siriani, ma anche iracheni e afghani, hanno trascorso la notte accampati davanti alla stazione Keleti di Budapest senza poter accedere ai treni in partenza. Centinaia di persone protestano, guardate a vista dalla polizia, e chiedendo di poter partire per la Germania. Le autoritàhanno riferito di aver intercettato ieri 2.284 rifugiati, tra cui 353 minori, entrati illegalmente nel Paese. Circa 4.300 migranti sono arrivati invece ad Atene: sono sbarcati al porto del Pireo tra ieri notte e stamani. In Germania arrivano più di 100 migranti all'ora, secondo la polizia, mentre continua l'emergenza anche sotto il Canale della Manica fra la Francia e il Regno Unito, dove la società che controlla i treni eurostar ha dovuto mandare questa mattina un convoglio da Londra a Calais per soccorrere centinaia di passeggeri bloccati nella stazione, dopo una notte di passione che ha visto almeno sei corse interrotte a causa dello sfondamento delle barriere di recinzione da parte dei migranti irregolari che da mesi stazionano nella cittadina transalpina in attesa di arrivare in Gran Bretagna.

Budapest: riaperta ai migranti la stazione dei treni

Ora si marchiano gli immigrati

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ATTILA KISBENEDEK/AFP/Getty Images
Alcuni migranti marciano lungo la ferrovia che collega la Serbia all'Ungheria

La Russia ha spesso messo in guardia contro i principali problemi che l'Europa si sarebbe trovata ad affrontare in conseguenza delle politiche occidentali in Medio Oriente e Nord Africa e del terrorismo jihadista, così che la crisi dei migranti in Ue non è una sorpresa. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'emittente Russia Today.  "Noi in Russia, e io personalmente qualche anno fa, abbiamo detto chiaramente che sarebbero emersi tali gravi problemi sei i nostri cosiddetti partner occidentali continuano a mantenere la loro politica estera sbagliata, soprattutto nelle regioni del mondo musulmano, Medio Oriente, Nord Africa", ha spiegato Putin.

Le previsioni del Pentagono

Intanto messaggi di allarme arrivano anche dal Pentagono. L'esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l'Europa è "una emergenza  enorme, una crisi reale" ha dichiarato il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa.

In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si è quindi detto "preoccupato" e ha sottolineato la necessità per tutti di agire "sia unilateralmente che con gli alleati", considerando cio' che sta avvenendo "come un problema generazionale" e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni.

A proposito della drammatica fotografia del bimbo siriano di tre anni morto su una spiaggia della Turchia, Dempesy ha  auspicato che quella immagine "abbia un simile effetto a quella del 1995 del mortale attacco con i mortai alla piazza del mercato di Sarajevo, che spinse verso l'intervento della Nato in  Bosnia", cioè spinse la comunità internazionale ad agire con maggiore efficacia per trovare una soluzione ad una drammatica  emergenza    

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3 Settembre 2015

A fronte della proposta europea rilanciata nelle ultime ore dalla Merkel e da Hollande di redistribuire i profughi con un sistema di quote il premier ungherese Viktor Orban si dice contrario: "Se consentiamo a tutti di arrivare in Europa, non ci sarà più nessuna Europa". Come ha spiegato al termine di una serie di incontri con i leader europei a Bruxelles, Orban ritiene che l'unico modo di affrontare l'emergenza immigrazione sia quello di "controllare meglio i confini: non dobbiamo incoraggiare le persone a lasciare i loro paesi con l'irrealistico sogno di una vita migliore, ma anzi spiegare loro che non devono rischiare".

Secondo Orban, che ha difeso la scelta di erigere una barriera di filo spinato di 170 km alla frontiera con la Serbia, anche lo spazio Schengen "è in pericolo". "Schengen prevede che i confini esterni possano essere attraversati in determinati punti e secondo regole determinate, e noi facciamo del nostro meglio perché questo sia rispettato, anche se non sempre riusciamo", ha osservato. "Ho chiesto a tutti e tre i presidenti Ue (del Parlamento, del Consiglio e della Commissione) se avevano un'idea migliore rispetto alla nostra barriera, e hanno ammesso di non averne ma di essere comunque contrari".

Orban ha aggiunto che "se saremo costretti, innalzeremo una barriera fisica anche al confine con la Croazia", anche se questo è "piu' facile da controllare perché c'è un fiume"

Ancora disordini alla stazione di Budapest

In mattinata, era stata riaperta la stazione ferroviaria internazionale di Budapest dalla polizia ungherese e subito presa d'assalto dai profughi. E la responsabilità dei tumulti - ha sottolineato il vicepremier Janos Lazar - è della Germania, accusata di aver creato false illusioni. Da Berna, la replica della Merkel: "La Germania fa ciò che e' moralmente e giuridicamente dovuto. Né di più, né di meno".

Subito dopo, lo stesso Lazar ha annunciato che l'Ungheria si atterrà alle regole di Schengen e Dublino e che registrerà tutti coloro che sono entrati nel Paese, avviando la procedura d'asilo per coloro a cui spetta il riconoscimento di questo diritto.

Intanto, Bruxelles discute su come risolvere la questione. Al centro della discussione, c'è una cifra: 120 mila migranti, che fotografa l'emergenza che sta dilagando ormai in tutta Europa. Emerge dall'analisi della Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker ed è su di essa che l'Europa intende lavorare per dirimere una questione che oramai non può che essere di massima priorità.

Il momento chiave della discussione sarà martedì prossimo quando, Bruxelles - oltre a rilanciare il sistema delle quote - proporrà di modificare in maniera sostanziale e permanente le regole sull'asilo.

Il tutto arriverà poi al vertice straordinario dei ministri degli Interni del 14 settembre e quindi al tavolo dei leader, che dovranno approvarlo definitivamente.

Per quanto sia ancora in fase di elaborazione, il piano Juncker ha già una sua conformazione di massima, nella quale spicca la suddivisione in due tronconi, uno per le misure d'emergenza, l'altro per quelle di lungo periodo.

Intanto, l'emergenza alle frontiere non si attenua. Nelle scorse ore, l'Italia ha fatto sapere che intensificherà i controlli di confine al valico del Brennero, mentre ha fatto discutere la decisione della polizia ceca di segnare i migranti in arrivo al confine con l'Austria con un numero scritto a pennarello sul braccio, per identificare il treno e il vagone. Resta tesa la situazione a Budapest, dove 2.000 migranti sono accampati davanti alla stazione centrale, dopo che è stato loro vietato di salire sui treni in partenza per Austria e Germania.

Intensificare i controlli

A seguito della richiesta di Berlino, il governo italiano ha comunicato la disponibilità a intensificare, nel rispetto degli accordi di Schengen, i controlli al confine del Brennero. La Provincia di Bolzano inoltre accoglierà per qualche giorno - come misura temporanea per permettere alla Baviera di riorganizzarsi e fronteggiare l'emergenza contingente - un numero di profughi stimati tra i 300 e i 400.

Un numero sul braccio

Intanto la Corte di giustizia europea ha bacchettato l'Italia per il costo troppo alto dei permessi di soggiorno (tra gli 80 e i 200 euro) per gli immigrati, in quanto contrario alla direttiva europea sullo status dei cittadini di Paesi terzi per soggiorni di lungo periodo. A Breclav, Repubblica Ceca, al confine con l'Austria, la polizia sta segnando i migranti in arrivo in treno: agenti muniti di guanti e pennarelli scrivono sul braccio, anche dei bambini, il numero del convoglio e del vagone di provenienza. Immagini che evocano periodi bui della storia d'Europa e che hanno suscitato polemiche.

Profughi accampati alla stazione di Budapest

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Getty Images
Budapest, 1 settembre 2015, migranti accampati nei dintorni della stazione Keleti

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Redazione