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(Ansa)
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A caccia di fondi per la manutenzione della rete idrica, ma i soldi ci sono già e non vengono usati

Il Pnrr fa gola alle diverse società che gestiscono la rete ma, in realtà i soldi ci sono già nei bilanci ma non vengono spesi

In Italia le perdite d’acqua sulla distribuzione si aggirano intorno ad una media del 42%. Un dato incredibile legato alla vecchiaia della rete stessa ed alla scarsa attività di manutenzione delle società che la gestiscono, dicono loro, per mancanza di soldi. Proprio per questa criticità verrà usata una parte dei fondi del Pnrr con un bando da 900 milioni di euro a cui hanno partecipato molte delle società che gestiscono l’acqua e per cui il solo Gruppo Acea ha presentato 9 progetti per un valore complessivo richiesto di circa 428 milioni di euro. Denaro a fondo perduto che andrà ad aggiungersi a quello previsto dal Pon (programma operativo nazionale) sempre per lo stesso scopo.

Un fatto che lascia perplessi visto che i gestori sono già pagati per fare manutenzione e ammodernamento dagli utenti con le tariffe che arrivano in bolletta e ricevono anche altro denaro da Regioni e Ministero. Una situazione che purtroppo dimostra ancora una volta come la gestione delle infrastrutture non sia il punto di forza dell’Italia e ci ricorda quella disastrosa di Autostrade.

Eppure la maggior parte dei contratti tra comuni e società di gestione ha una durata pluri decennale. Ad esempio, Acqua Latina Spa, una delle più piccole (si occupa solo di 38 comuni nel Lazio con un totale di 200mila utenti) da oltre 20 anni gestisce una rete le cui perdite idriche variano tra il 58% ed il 72%. La società nel 2020 ha chiuso il proprio bilancio con oltre 102 milioni di fatturato. Di questi però si scopre che solo 15 milioni di euro sono nel piano degli investimenti e solo 6,6 milioni sarebbero destinati alla manutenzione della rete idrica, il 6% del fatturato. Verrebbe da chiedersi che fine abbiano fatto gli altri 90 e passa milioni. Ovviamente anche Acqua Latina come le altre ha partecipato al bando del Pnrr per le perdite idriche con un proprio progetto da 40 milioni di euro.

Ma gli affari di questa società laziale sono solo una goccia nel mare. Il business dell’acqua fattura miliardi, basti pensare a società come Acea che hanno 9 milioni di utenti. Altro denaro invece del Pnrr è stato destinato alla società Siciliacque Spa che si occupa di Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna e in parte di Palermo e Messina città in cui la dispersione idrica è da record. Motivo che ha indotto anche la regione Sicilia ad affidare alla società 24 milioni di euro per le infrastrutture. Acqua Latina Spa e Siciliacque hanno entrambe una partecipazione nelle loro società (rispettivamente 49% e 75% del colosso francese Veolia.

«Per noi gestori dell’acqua sono stati un regalo i fondi del Pnrr, denaro a fondo perduto ma che dobbiamo rendicontare. La nostra società ha chiesto 50 milioni di euro presentando un progetto. Mentre i piani di investimenti che sono da contratto variano a seconda delle criticità dei comuni e degli abitanti. La gestione dell’acqua non prevede solo le tubature, ma ci sono le fogne, la depurazione i depuratori, quindi con la cifra prevista solo per il contratto ci si occupa un po’ di tutto”- commenta un manager di una società che gestisce l’acqua ma preferisce restare anonimo.

Soldi a pioggia del Pnrr previsti e finanziati dalla Missione M2C4 “Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico” a fondo perduto, che saranno anche un “regalo” come commenta il manager ma dovranno essere restituiti dall’Italia.

I dati

Le perdite in distribuzione secondo l’Istat sono dovute alla criticità dell’infrastruttura idrica italiana che causa giornalmente la perdita di 2,4 milioni di metri cubi d’acqua, 41 metri cubi per chilometro di rete (44 nel 2018). In base ai calcoli dell’Istituto di statistica, in media una famiglia italiana spende 14,68 euro al mese (176,16 l’anno) per la fornitura di acqua in casa tramite l’acquedotto (dati del 2020). Vanno però aggiunti altri costi ‒ come quelli della fognatura e della depurazione, più altri oneri e l’Iva che per un costo medio annuale per famiglia nel 2022 di circa 450 euro.

I fondi

Il ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili ha pubblicato l'avviso per l'assegnazione dei 900 milioni di euro destinati, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, al miglioramento delle reti idriche, in particolare alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti; il 40% delle risorse complessive, pari a 360 milioni di euro, è destinato prioritariamente alle Regioni del Sud, (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).

Sono stati anche approvati gli interventi ammissibili a finanziamento, per un importo pari a 2 miliardi di euro. Gli interventi attribuiti ai gestori del servizio idrico integrato sono 61 e assorbono risorse per circa 843 milioni di euro (42,2% del totale), con una ripartizione delle stesse per il 39,8% al Sud e Isole, per il 34,6% al Centro e per il 25,6% al Nord e con maggiori risorse assegnate, nell’ordine, a Lazio, Sicilia e Piemonte.In relazione alle risorse stanziate dal PON infrastrutture e reti (PON IeR) - destinate alla“riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti” sono stati finanziati i primi sette interventi selezionati (distribuiti tra Campania, Puglia e Sicilia, per un importo complessivo pari a 297 milioni di euro rispetto ai 313 disponibili17), che attiveranno investimenti per quasi 338 milioni. (Dati Arera autorità indipendente di regolazione)

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Linda Di Benedetto