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L’intelligenza artificiale va in cucina: il menu di Capodanno di ChefCPT

L’intelligenza artificiale va in cucina: il menu di Capodanno di ChefCPT

Il menù di Capodanno «stellato» creato da ChefCPT per Academia.tv: quattro grandi chef, quattro piatti iconici e l’intelligenza artificiale al servizio dell’alta cucina

Nel panorama sempre più interconnesso tra tecnologia e creatività, ChefCPT – l’assistente Ai di Academia.tv – rappresenta una vera rivoluzione nel modo di pensare la cucina. Culinary, Pre-trained, Transformer: un nome che racconta un progetto capace di attingere al sapere di ben 207 maestri di cucina per offrire supporto personalizzato sia nella fase creativa sia in quella tecnica della preparazione. Per celebrare il Capodanno, ChefCPT ha selezionato un menù «stellato» che unisce l’eccellenza di quattro grandi chef italiani in un percorso gastronomico coerente, sorprendente e raffinato. Certo, rimane impressionante il fatto che a produrre tutto ciò sia l’intelligenza artificiale.

L’antipasto di Cristian Spagnoli

Il viaggio comincia con i Gamberi con zabaione alla ’Nduja e cime di broccoletti di Chef Cristian Spagnoli, un piatto che gioca su contrasti decisi e grande eleganza. La dolcezza del crostaceo incontra la piccantezza avvolgente della ’Nduja, stemperata in uno zabaione salato, mentre le cime di broccoletti aggiungono freschezza vegetale e una nota amaricante che bilancia l’insieme. Un antipasto che apre il palato e prepara a un’esperienza di grande intensità.

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Il primo piatto firmato Igles Corelli

Con le Lasagnette croccanti con porcini, pancetta arrotolata, squacquerone e pesto di cavolfiore, Chef Igles Corelli porta in tavola una sinfonia di consistenze e sapori. La croccantezza della pasta dialoga con la cremosità dello squacquerone, mentre i porcini regalano profondità aromatica e la pancetta arrotolata una nota sapida e avvolgente. Il pesto di cavolfiore, delicato ma profumato, lega tutti gli elementi in una composizione moderna e sorprendente.

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Cesare Battisti reinventa il comfort food

Il secondo piatto è una celebrazione della tradizione reinterpretata: Arancini ripieni di ossobuco di Chef Cesare Battisti. Qui il celebre risotto allo zafferano incontra uno dei grandi classici della cucina milanese, trasformandosi in un boccone croccante all’esterno e morbido, succoso e profumato all’interno. Un piatto che parla di memoria, ma anche di innovazione, perfettamente in linea con la filosofia di ChefCPT.

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Il dolce di Vincenzo Santoro

A concludere il menù, il Panbrulè con zabaione al moscato e gelato alla vaniglia di Chef Vincenzo Santoro. Un dessert elegante e goloso, dove la morbidezza del panettone incontra la cremosità dello zabaione e la freschezza del gelato. Le note aromatiche del moscato aggiungono un tocco festivo, ideale per salutare l’anno nuovo con dolcezza e stile.

L’intelligenza artificiale va in cucina: il menu di Capodanno di ChefCPT

Quando l’AI diventa complice degli chef

Questo menù di Capodanno è la dimostrazione di come ChefCPT possa diventare un vero compagno di viaggio per cuochi e appassionati. Grazie alla sua base di conoscenze e alla capacità di suggerire abbinamenti, tecniche e soluzioni creative, l’intelligenza artificiale entra in cucina per valorizzare il talento umano e rendere l’alta gastronomia sempre più accessibile, personalizzata e innovativa.

Luci e ombre di questa rivoluzione

Ma, come ogni rivoluzione tecnologica, anche questa porta con sé alcune ombre. L’AI può analizzare migliaia di ricette e stili, ma non possiede memoria sensoriale, istinto o cultura vissuta: non assaggia, non sbaglia, non rischia davvero. Il pericolo è che un uso acritico degli strumenti digitali possa portare a una certa omologazione del gusto, a piatti “perfetti” ma privi di quell’imperfezione creativa che spesso genera le vere scoperte gastronomiche.

In questo equilibrio delicato sta la vera sfida: ChefCPT non deve sostituire l’intuizione dello chef, ma amplificarla. Quando l’algoritmo diventa una bussola e non un pilota automatico, allora la tecnologia riesce davvero a servire la cucina — e non il contrario. In fondo, anche nel futuro più digitale, il piatto memorabile resta quello che racconta una storia umana, non solo una combinazione di dati.

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