David di Donatello 2023, miglior film Le otto montagne
Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch ricevono il David di Donatello 2023 (Foto: Ansa/Claudio Peri9
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David di Donatello 2023, miglior film Le otto montagne

Un po' a sorpresa, vince la storia di amicizia tra vette alpine firmata dai belgi van Groeningen e Vandermeersch. Miglior regia a Bellocchio. Da Gifuni il discorso più bello

Un po’ a sorpresa, tra quelli che sembravano i favoriti Esterno notte e La stranezza, è invece Le otto montagne il vincitore del David di Donatello 2023 più importante, quello a miglior film. Una spruzzata di freschezza a svegliarci, sul finale, dall’arrendevole noia andata in scena agli studi Cinecittà@Lumina di Roma, trasmessa in prima serata su Rai 1 sotto la guida di Carlo Conti, affiancato dalla gradevole Matilde Gioli.

«È stato un viaggio incredibile», ha esordito con la statuetta in mano il regista belga Felix van Groeningen, già autore del notevole Alabama Monroe - Una storia d'amore, che insieme alla compagna Charlotte Vandermeersch ha trasposto sul grande schermo il romanzo Le otto montagne di Paolo Cognetti. «Perché due belgi fanno una storia in Italia, nelle Alpi? Ho letto il libro, è molto bello e ho detto “sì, e lo faccio in italiano perché lo parlo”». Un italiano zoppicante ma simpatico e pieno di riconoscenza. Di fronte al David consegnato da Piera Detassis, presidente e direttrice artistica dell’Accademia del David, gli ha fatto eco Vandermeersch: «Grazie per questa dichiarazione d’amore, amiamo l’Italia tanto. Wow che bello!».

La storia di amicizia e asperità e magnificenza di montagne ha come protagonisti i due ragazzi d’oro del cinema italiano, Alessandro Borghi e Luca Marinelli. «Fare questo film è stato un regalo incredibile per la mia vita», ha commentato il primo. «È stato un incontro meraviglioso con Felix e Charlotte. Ed è bellissimo condividere questo momento con mio fratello che sta qua». Ovvero Marinelli, sintetico ed essenziale: «Sono due anime gigantesche che ci hanno regalato questa avventura meravigliosa».

Dalla 68^ edizione dei David di Donatello Le otto montagne porta a casa in tutto quattro statuette (anche per fotografia, sceneggiatura non originale e suono), primato condiviso con La stranezza di Roberto Andò ed Esterno notte di Marco Bellocchio, che era il frontrunner della serata, forte di ben 18 candidature. Il maestro Bellocchio ha comunque vinto l’altro David pesante, alla miglior regia: «Non me l’aspettavo, però lo accetto», ha detto il regista, che a breve sarà al Festival di Cannes in concorso con Rapito. 83 anni e in grande forma, ha proseguito: «Quando si ha una certa età si diventa saggi, l’importante è fare belle cose, non fermarsi. Io mi auguro di avere ancora tempo per farne altre».

Il discorso più bello della cerimonia di premiazione è venuto però da Fabrizio Gifuni, David come migliore attore protagonista (per lui la seconda statuetta su cinque candidature), che proprio in Esterno notte interpreta Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana rapito e ucciso dalle Brigate rosse: «Grazie a Bellocchio, artista immenso a cui tutto il cinema italiano deve essere grato. Ringrazio la mia lentezza, la mia fragilità, il gioco, la fantasia, l’immaginazione, il grande antidoto a questi tempi così aggressivi e decadenti. Ringrazio Giuseppe Bertolucci, Antonio Capuano, Davide Manuli e Claudio Caligari che mi hanno insegnato sul campo la libertà creativa svincolata dalla logica del profitto. Voglio dedicare questo premio a una persona che non c’è più e avrebbe visto Esterno notte decine di volte, mio padre».

La migliore attrice protagonista è stata invece Barbara Ronchi, alla sua prima candidatura, per il film Settembre dell’esordiente alla regia Giulia Louise Steigerwalt, anche lei premiata. Ha avuto la meglio su una favolosa Penélope Cruz, presente in platea e nominata per L'immensità di Emanuele Crialese. «Mi viene un po’ da ridere, un po’ da piangere», ha detto Ronchi sul palco. «Ringrazio Sara Casani, la casting director di Settembre, Giulia che mi ha dato fiducia: è stato un onore assistere allo sbocciare di una regista. Dedico questo premio a due uomini che illuminano la mia vita e se brillo è grazie a loro, Alessandro e Giovanni che è a casa: “Amore, mamma ha vinto il David” ». E poi la stoccata a Luca Barbareschi, che in una controversa intervista nei giorni scorsi ha attaccato le attrici che a suo dire denunciano molestie per farsi pubblicità e si presentano al lavoro a gambe larghe: «Amleta ha il mio totale totale sostegno». Amleta è l’associazione che ha raccolto racconti di molestie a donne dello spettacolo.

Nel momento dedicato a chi ci ha lasciato nell’ultimo anno, lo spazio da protagonista lo ha avuto lei, la somma Gina Lollobrigida. Ecco la Lollo, poi, tra i vari, Jean-Louis Trintignant, Lino Capolicchio, Vangelis, Irene Papas, Bruno Arena, Lando Buzzanca, Maurizio Costanzo, Francesco Citto Maselli, Ryūichi Sakamoto, Ivano Marescotti, Carlo Macchitella, Alessandro D’Alatri. E l’annuncio, in diretta, della morte del registe e sceneggiatore Enrico Oldoini.

David Speciali consegnati a Enrico Vanzina e Isabella Rossellini, sempre leggiadra ed elegante, che, nel ricevere il riconoscimento dalle mani di Matt Dillon, ha donato un ricordo fresco e sincero di Ingrid Bergman e Roberto Rossellini: «Sono stati un papà e una mamma meravigliosi, molto buffi, allegri, con grande senso dell’avventura e passione per il cinema. Io ho cercato di seguirli».

Sul palco, gravata dalla malattia ma sempre coriacea e ferrea, la produttrice Marina Cicogna ha ritirato il David alla Carriera: «È molto strano: delle volte quando uno meno se lo aspetta succedono cose inattese e anche molto belle, proprio in questo periodo che sono molto malata», ha detto al braccio di Carlo Conti. «Adesso improvvisamente ricevo questo premio che mi inorgoglisce molto e appartiene soprattutto al mio passato». Prima donna produttrice, nel 1971 vinse un Oscar con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri. «Non avevamo sovvenzioni statali quindi per me il cinema è stato sempre la scelta di qualcosa che sarebbe stato molto molto speciale. Ho scelto i film in grande libertà, preferendo ai registi più noti quelli con tanto talento». E poi un’esortazione a tornare al cinema, in sala: «Adesso vediamo svariati contenuti sullo schermo ma il piacere che si prova quando si vede un film al cinema è tutta un’altra cosa. Alcuni cinematografi hanno anche migliorato le sale, quindi andiamo al cinema».

La cerimonia di premiazione dei David di Donatello 2023 è stata una reiterata supplica a tornare a vedere i film al cinema. Con apertura di serata affidata alla senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario al Ministero della Cultura, che ha sottolineato come «le sale» siano «in sofferenza», chiedendo al pubblico di tornare ad «emozionarsi con degli sconosciuti seduti accanto»: «il cinema va visto in sala». Per questo d’estate scatterà Cinema Revolution, dall’11 giugno, con una ricca selezione di film – tra cui anche i vincitori dei David – proposta nelle arene estive a prezzi speciali.

Ecco tutti i vincitori dei David di Donatello 2023.

Miglior film
Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch

Migliore regia
Marco Bellocchio per Esterno notte

Miglior esordio alla regia
Settembre di Giulia Louise Steigerwalt

Migliore sceneggiatura originale
Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso per La stranezza

Migliore sceneggiatura non originale
Felix van Groeningen, Charlotte Vandermeersch per Le otto montagne

Miglior produttore
La stranezza - Angelo Barbagallo per Bibi Film; Attilio De Razza per Tramp Limited; con Medusa Film e Rai Cinema

Migliore attrice protagonista
Barbara Ronchi per Settembre

Migliore attore protagonista
Fabrizio Gifuni per Esterno notte

Migliore attrice non protagonista
Emanuela Fanelli per Siccità

Migliore attore non protagonista
Francesco Di Leva per Nostalgia

Migliore autore della fotografia
Le otto montagne - Ruben Impens

Miglior compositore
Il pataffio - Stefano Bollani

Migliore canzone originale
Ti mangio il cuoreProiettili (Ti mangio il cuore) - Musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli, Emanuele Triglia, Testi e interpretazione di Elodie, Joan Thiele

Migliore scenografia
La stranezza - Scenografia Giada Calabria, Arredamento Loredana Raffi

Migliori costumi
La stranezza - Maria Rita Barbera

Miglior trucco
Esterno notte – Enrico Iacoponi

Migliore acconciatura
L’ombra di Caravaggio – Desiree Corridoni

Migliore montaggio
Esterno notte – Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni

Miglior suono
Le otto montagne – Presa diretta Alessandro Palmerini, Post-Produzione Alessandro Feletti, Mix Marco Falloni

Migliori effetti visivi Vfx
Siccità – Marco Geracitano

Miglior documentario – Premio Cecilia Mangini
Il cerchio di Sophie Chiarello

Miglior film internazionale
The Fabelmans di Steven Spielberg (01 Distribution)

Miglior cortometraggio
Le variabili dipendenti di Lorenzo Tardella

David dello spettatore
Il grande giorno di Massimo Venier

David Giovani
L’ombra di Caravaggio di Michele Placido

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Simona Santoni

Giornalista marchigiana, da oltre un decennio a Milano, dal 2005 collaboro per Panorama.it, oltre che per altri siti di testate Mondadori. Appassionata di cinema, il mio ordine del giorno sono recensioni, trailer, anteprime e festival cinematografici.

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