Freddie Mercury e Brian May
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Musica

Freddie Mercury: le 10 canzoni soliste più belle

La prematura scomparsa del frontman dei Queen, morto il 24 novembre del 1991, ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della musica. Era nato il 5 settembre del 1946 a Stone Town, capitale dell'arcipelago di Zanzibar

Il brand Queen è ancora oggi uno dei più forti e più amati dagli appassionati del rock, come confermano i concerti sold out in tutto il mondo, il musical campione d'incassi We will rock you e il film Bohemian Rhapsody,il film musicale più visto di sempre.

“Di certo non ho alcuna aspirazione di vivere fino a settant'anni... sarebbe così noioso", ha dichiarato profeticamente Freddie Mercury in una sua intervista, come se già intuisse che la sua vita si sarebbe interrotta molto prima, a soli 45 anni, stroncato dall'Aids il 24 novembre del 1991, 30 anni fa.

Il 22 novembre Freddie Mercury aveva convocato nella sua casa di Earls Court il manager dei Queen, Jim Beach per redigere un comunicato ufficiale, che verrà consegnato alla stampa il giorno successivo.

"Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell'HIV e di aver contratto l'AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa terribile malattia".

Impossibile sostituire un cantante con una voce unica, un carisma straordinario e una presenza scenica così forte e teatrale come quella di Mercury, anche se i Queen sono da alcuni anni nuovamente in tour con Adam Lambert come guest artist.

Freddie ha rappresentato come pochi altri l'archetipo del frontman, che non è semplicemente un cantante che si limita a eseguire nel modo migliore una canzone, ma un vero e proprio catalizzatore di energia, la miccia che incendia un intero stadio con il suo carisma e con la sua presenza scenica.

La voce di Farrokh Bulsara, vero nome di Freddie Mercury, era potente, espressiva, emozionante, in grado di volare alto come poche altre e di dare lustro anche alle canzoni meno brillanti del repertorio dei Queen.

Non c'è dubbio che la musica del quartetto inglese suonasse talvolta epica, pomposa e un po'kitsch, ma quello che, per altri gruppi, potrebbe risultare un difetto veniva trasformato dalla magica voce del demiurgo Mercury in oro.

Chi non si è emozionato almeno una volta nell' ascoltare le epiche note di We are the champions come commento sonoro di un'impresa sportiva?

Chi non è rimasto incantato dalla singolare commistione tra rock e opera di Bohemian rhapsody, da alcuni considerata la migliore canzone di musica leggera di sempre?

Chi non ha mai ballato con l'irresistibile groove di Another ones bites the dust, scandito dal leggendario giro di basso di John Deacon?

Chi non è mai stato attraversato da un brivido sulla schiena mentre ascoltava brani ricchi di pathos come Love of my life, The show must go on e Who wants to live forever?.

Freddie riusciva a essere credibile e regale anche nei suoi look più improbabili, mettendo il suo istrionismo al servizio dello spettacolo.

Dopo i travestimenti ultrakitsch degli anni Settanta in puro stile glam e i capelli lunghi, a partire dagli anni Ottanta il cantante ha trovato il look che è diventato il suo marchio di fabbrica nei concerti, entrando prepotentemente nell'immaginario collettivo.

Capelli cortissimi, baffi alla Clark Gable, petto nudo coperto talvolta dalla stola regale o dalla bandiera inglese, pantaloni e scarpe bianche, il microfono impugnato come uno scettro, quasi a ribadire:loro sono i Queen, io sono il Re.

L'ultima apparizione sul palco del cantante di Zanzibar risale all'8 ottobre 1988 con il soprano Montserrat Caballé per promuovere l'album Barcelona. Cantarono tre pezzi: How Can I Go on?, The Golden Boy e Barcelona.

Da lì a poco la scoperta della sieropositività, il lento declino fisico, che non gli ha impedito, però, di lasciare un ultimo, straordinario testamento della sua arte nell'album Innunedo, con la cupa The show must go on che suona come il suo estremo saluto.

I brani solisti più belli

Al di là di tutto, quello che resta di una band o di un artista sono le canzoni, non gli esercizi di stile fini a se stessi che, magari, strappano l'applauso ma che non scaldano il cuore e di cui, nella memoria collettiva, non resta traccia.

Vogliamo celebrare i trent'anni dalla scomparsa dell'indimenticabile frontman con le 10 canzoni soliste più belle di Freddie Mercury, meno conosciute, ma non per questo meno interessanti rispetto ai successi dei Queen., recentemente raccolte nel cofanetto Never Boring.

1) I Was Born to Love You (Mr. Bad Guy, 1985)

2) Made in Heaven (Mr. Bad Guy, 1985)

3) Living on My Own (Mr. Bad Guy, 1985)

4) Love Me Like There's No Tomorrow (Mr. Bad Guy, 1985)

5) Time (singolo, 1986)

6) The Great Pretender (singolo, 1987)

7) Barcelona (con Montserrat Caballé) (Barcelona, 1987)

8) The Golden Boy (con Montserrat Caballé) (Barcelona, 1987)

9) How Can I Go On (con Montserrat Caballé) (Barcelona, 1987)

10) In my defence (singolo, 1992)

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Gabriele Antonucci