barbarella
(Ansa)
Lifestyle

L'influencer virtuale sulla Terra e Barbarella nello spazio

La Rubrica - Stili Umani

La missione dell’influencer, si sa, è sempre stata quella di influenzare le persone. E il follower, dal canto suo, si lascia influenzare tanto da assumere spesso anche le sembianze del suo beniamino. Lo si nota, per esempio, nel modo di vestirsi, di truccarsi o di parlare. E proprio come fa un’influencer, un follower di tutto rispetto deve, ripeto, deve, anzitutto, eccedere nell’uso dei superlativi. La parola d’ordine diventa “super” e si deve dire, ad esempio, che si è super felici, oppure super stanchi, o super emozionati. Insomma, super qualcosa purché sia super. Tutto ciò, nonostante fosse “super” e sembrasse andare alla grande, in realtà non è andato benissimo negli ultimi tempi.

Le influencer vere hanno perso smalto per motivi ben noti, e quindi cosa si fa? Si creano le influencer finte, non vive, ma virtuali. Queste influencer 2.0 non respirano, non mangiano, non dormono e soprattutto non pensano. Sono belle, anzi, super bellissime. Ci dicono cosa fare, come vestirci, insomma fanno quello che fa un’influencer reale, ci influenza, perché questo è il suo lavoro, e già da un po' di tempo si sono affacciate nel panorama digitale e anche su alcuni media. Per esempio, il programma spagnolo de “L’isola dei famosi” sarà condotto da una presentatrice virtuale, che non esiste, ma che esiste perché è stata creata, anche se non esiste, insomma un casino. Si chiama Alba Renai è una presentatrice irreale. È castana, ha gli occhi verdi, è magra, probabilmente è anche simpatica e di sicuro sarà intelligente, chi siamo noi per giudicare chi non conosciamo? Solo che non c’è. Non ha una tessera sanitaria, una carta d’identità, non si conosce la sua età, la sua provenienza, d’altra parte, poverina, non esiste. È probabilmente nata per volontà di Dio Algoritmo, la madre accondiscendente potrebbe essere Intelligenza Artificiale e il padre Photoshop. È necessario un atto di fede, appunto, per credere alla sua esistenza. E poi c’è Atiana Lopez, sempre spagnola. Si vede che alla Spagna piace creare persone che non esistono. Quest’ultima è un’influencer vera pur essendo finta, pubblicizza vestiti e prodotti sui social, guadagna soldi e ha migliaia di followers. Solo, che anche lei non esiste. O meglio, esistono ma non esistono, un po' come i supereroi.

Così, viene da pensare a chi supereroe lo era davvero. Si può, per esempio, pensare a Barbarella, una supereroina d’altri tempi. Già, pare impossibile ma ancora prima che arrivasse Instagram, prima addirittura della legge sul divorzio, prima dei followers e degli influencer c’era Barbarella, cioè la protagonista dell'omonimo fumetto di fantascienza ideato dal francese Jean-Claude Forest, pubblicato per la prima volta nel 1962 sulla rivista V-Magazine. Barbarella, così come l’ha creata Forest, è una scienziata che si trova in missione sul pianeta Lythio, pronta all’avventura e alla lotta indiscriminata contro i “cattivi”. Con la pubblicazione di Barbarella presto molte persone sono state influenzate da questa eroina e con lei emerge la figura di una donna emancipata e libera. Di lì a poco nasce anche Valentina di Guido Crepax ispirata, a detta dell’autore, niente meno che dall’attrice e ballerina Louise Brooks. Esce un lungometraggio del regista Roger Vadim che vede nei panni di Barbarella Jane Fonda. Anni dopo i Duran Duran scelgono il nome per la band in onore dello scienziato scomparso nel fumetto, chiamato “Durand Durand”.

Barbarella, come Valentina, restano icone per decenni. Nel frattempo, però, succede che sulla terra sbaglia un congiuntivo qua, metti un superlativo di troppo là, Barbarella è stata dimenticata sul pianeta Lythio e Valentina è riconosciuta solo dagli amanti della graphic novel. È bello pensare che ogni tanto forse si sente con Valentina. Chissà le due cosa si direbbero se questo fosse davvero possibile… Ad ogni modo, tutti quelli super felici di seguire influencer virtuali sulla terra, può essere che guardando in alto riescano anche a vedere Barbarella nello spazio. In fondo dirà qualcuno: “anche lei non è mai esistita”. Già, ma di certo viene da un altro mondo.

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Elisa Rovesta