Il Primo Maggio pacifico del popolo

Il Primo Maggio pacifico del popolo

Da Atene a Kiev, da Londra a Varsavia fino a Singapore i volti, le bandiere, i cortei della gente scesa in piazza (senza violenza) per rivendicare il diritto al lavoro

Si può iniziare dall'Oriente: Singapore, Hong Kong. Oppure dall'Europa, orientale o occidentale non importa: Kiev, Varsavia, Londra, Parigi. E poi saltare in Sud Africa. Per poi risalire in America. Il popolo del May Day, del 1 maggio, della Festa del Lavoro (chiamatela come volete) è sceso in piazza e per le strade. Ha urlato, cantato, gridato, manifestato. Ha chiesto la tutela di uno dei diritti fondamentali per la vita dell'uomo: il diritto al lavoro. In alcune piazze ci sono stati scontri: a Istanbul, in Turchia, a Torino, in Italia. Facinorosi, minoranze, simboli di un malessere diffuso che chiedono lo scontro fisico. Quella rabbia che la maggioranza, invece, sa urlare a gran voce tenendo manganelli e spranghe da parte. E soprattutto, a viso scoperto. Il viso scoperto dei volti che potete guardare in questa gallery: un viaggio nelle piazze del mondo dove il 1 maggio è ancora la festa pacifica del popolo.

EPA/HENRY LIN

"Contro il libero mercato", "Ridurre le ore di lavoro", "Alzare le paghe dei lavoratori". Queste le scritte sui cartelli dei composti manifestanti di Taipei, in Taiwan, nel giorno del 1 maggio. La manifestazione ha avuto come scopo quello di chiedere al governo paghe più alte, meno ore di lavoro e l'opposizione agli accordi con la Cina che penalizzano l'economia taiwanese

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Redazione