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Juventus e Inter, un pareggio e cinque risposte al campionato

Juventus e Inter, un pareggio e cinque risposte al campionato

Cosa dice la sfida dello Stadium nella giornata in cui Milan e Napoli hanno superato la crisi. Non c’è stato spettacolo, ma Allegri e Inzaghi sono usciti rafforzati dal primo incrocio scudetto della stagione

Il pari e patta tra Juventus e Inter nel match clou di una giornata carica di duelli in alta quota e altrettante ultime spiagge, consegna al campionato un paio di certezze:. L’Inter rimane la squadra di riferimento ed essere uscita indenne dal campo della principale inseguitrice la rafforza, non altro. La Juventus prosegue nel suo volo, continua per bocca di Allegri a dichiarare l’obiettivo quarto posto (ma Rabiot ha aperto uno squarcio parlando di scudetto) e rifiuta il peso del pronostico anche se nella continuità di risultati appare la più attrezzata a duellare con la capolista.

Non è stato un gran spettacolo, quello dello Stadium. Un primo tempo di grande ritmo e con emozioni sparse, due giocate spacca difesa delle due copie offensive e una ripresa in cui si è capito abbastanza in fretta che dividere la posta era opzione non disdegnata da nessuno dei due tecnici. Per il divertimento, ripassare un’altra volta, magari il 4 febbraio quando il calendario asimmetrico della Serie A rimetterà di fronte Inzaghi e Allegri a San Siro.

Nel frattempo due considerazioni si possono fare: per organizzazione di gioco, seppure diversa, esprimono il miglior calcio del campionato. Magari non il migliore, esteticamente parlando, nel caso della Juventus ma la difficoltà che anche l’Inter ha trovato nell’aggirare la barriera bianconera certifica la bontà del lavoro fatto da Allegri. Poi c’è il peso degli attaccanti. Lautaro Martinez (15 gol in 17 presenze stagioni di cui 13 su 13 in Italia) è il più decisivo che circoli in Serie A mentre Vlahovic può spostare gli equilibri della sua squadra se ritrova salute e continuità: non segnava da metà settembre, ha patito le critiche ma dalla sua capacità doi trasformare in gol la rabbia dipendono gran parte dei destini della Juventus.

La giornata delle ultime spiagge ha anche detto che Milan e Napoli non sono disposte ad abdicare alla corsa scudetto. E’ vero che i rossoneri hanno espresso una delle peggiori prestazioni e che la vittoria dei partenopei a Bergamo andrà confermata, ma Pioli e Mazzarri vivevano per motivi diversi una giornata campale e di piena emergenza e ne sono venuti fuori. In questi i punti non si pesano, ma si contano e quelli presi consentono di accorciare la vetta della classifica, ora compressa in 8 lunghezze, e allungare su chi insegue sperando di inserirsi in zona Champions League.

A proposito: la Roma di Mourinho può essere criticata per il calcio che propone, ma da due mesi viaggia al ritmo delle vetta della classifica. Nelle ultime 7 giornate ha fatto 16 punti, uno in meno solo di Inter e Juventus. Eppure la storia di Mou con i Friedkin è ai titoli di coda. Dall’altra parte del Tevere, la Lazio è in crisi nera e le parole di Sarri, che ha evocato l’idea di poter essere principale responsabile e per questo disposto a valutare anche un addio precoce, assomigliano tanto all’estremo tentativo di dare la scossa ad un gruppo che non risponde come dovrebbe.

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