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Putin va in India e avverte: “Kiev lasci i territori contesi, o li prenderemo con la forza”

Putin va in India e avverte: “Kiev lasci i territori contesi, o li prenderemo con la forza”

Nell’intervista rilasciata alla vigilia della sua visita in India, il Presidente russo Vladimir Putin avverte l’Ucraina. Oggi il bilaterale con il Primo ministro indiano Narendra Modi. In Europa invece, i “volenterosi” temono il negoziato di pace russo-americano

«Tutto si riduce a questo: o libereremo queste aree con la forza, oppure le truppe ucraine se ne andranno e smetteranno di combattere». Ha le idee chiarissime il Presidente russo Vladimir Putin, che in un’intervista rilasciata ieri a India Today ha voluto ancora una volta ribadire una delle condizioni per porre fine alla guerra in Ucraina: i territori invasi devono diventare russi.

L’intervista di Putin

Non sembra molto quindi lo spazio per la diplomazia con l’Occidente, anche se il leader russo ha voluto ribadire che l’incontro di martedì con i negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner è stato «molto utile», con gli inviati statunitensi che hanno «proposto di suddividere il piano in 28 punti in quattro pacchetti separati».

Putin ha quindi proseguito l’intervista con un elogio al Presidente americano Donald Trump, che sta «cercando sinceramente di trovare una soluzione consensuale al problema ucraino», sottolineando però che «questo compito non è facile».

Spazio anche per gli ormai consueti attacchi contro Ucraina e Occidente. Secondo la ricostruzione del capo del Cremlino, infatti, Mosca vuole semplicemente «porre fine alla guerra che l’Occidente ha scatenato utilizzando l’Ucraina come strumento».

Per quanto concerne la Crimea, invece, il Presidente russo afferma che non sia stata «annessa», ma che i russi sono «arrivati per aiutare le persone che non volevano vivere accanto a coloro che hanno organizzato un golpe a Kiev» (il riferimento è al rovesciamento del Presidente Yanukovich nel 2014 dopo i fatti di Euromaidan).

Infine, Putin ha voluto ribadire un’altra delle sue condizioni per porre fine al conflitto: la fine dell’allargamento dell’Alleanza Atlantica. «La Russia non chiede nulla di straordinario – ha affermato il Presidente russo – solo il rispetto della promessa di non allargare la Nato ad Est che ci venne fatta negli anni Novanta».

I leader europei diffidano della mediazione americana

Il negoziato russo-americano preoccupa non poco i leader europei. Nelle trascrizioni di una telefonata intercorsa lunedì tra i leader della Coalizione dei volenterosi, ottenute e pubblicate dal settimanale tedesco Der Spiegel, viene manifestata una profonda sfiducia nei confronti dei negoziatori americani, in particolare dopo che questi hanno incontrato la delegazione ucraina.

Il presidente francese Emmanuel Macron avrebbe avvertito che «esiste la possibilità che gli Stati Uniti tradiscano l’Ucraina sul terreno, senza chiarezza sulle garanzie di sicurezza». Molti temono che Washington possa accettare concessioni territoriali a favore di Mosca senza assicurare protezioni effettive a Kiev.

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz, sempre secondo Der Spiegel, ha aggiunto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrebbe essere «molto cauto» nella conduzione del negoziato: «Stanno giocando sia con voi che con noi», avrebbe detto Merz, in riferimento alla missione diplomatica a Mosca degli inviati Usa.

Tra gli altri leader europei titubanti spiccherebbe il finlandese Alexander Stubb, che, secondo quanto riportato, avrebbe ammonito: «Non dobbiamo lasciare l’Ucraina e Volodymyr da soli con questi tizi». I Paesi del Vecchio Continente diffidano molto delle “affinità elettive” che sembrano emergere fra Mosca e Washington.

Se ne è avuta un’ulteriore prova con la pubblicazione della nuova National Security Strategy americana, avvenuta venerdì, nella quale si legge che occorre “mettere fine alla percezione, e prevenire la realtà, di una Nato come alleanza in perpetua espansione“.

Putin va in India e avverte: “Kiev lasci i territori contesi, o li prenderemo con la forza”
US Presidential Envoy Steve Witkoff (L) and Trump’s son-in-law Jared Kushner (R) SPUTNIK / KREMLIN POOL MANDATORY CREDIT

Putin da Modi

L’intervista del Presidente russo è arrivata in contemporanea al suo atterraggio a Nuova Delhi, in quello che è la prima visita in India dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina: un fatto che non passa certo inosservato in un contesto internazionale così teso, specie dopo gli screzi commerciali tra India e Stati Uniti.

Il vertice con il primo ministro indiano Narendra Modi, svoltosi nella mattinata di venerdì, ha avuto come obiettivo rafforzamento della cooperazione, soprattutto nell’ambito della difesa e dell’energia (ma anche commercio e tecnologia).

Non a caso il Presidente russo ha affermato giovedì sera che dopo l’entrata in vigore delle sanzioni americane ai colossi petroliferi russi l’interscambio energetico tra i due Paesi è rimasto “sostanzialmente lo stesso”.

Dal lato indiano è emersa l’intenzione di diversificare le esportazioni verso Mosca, puntando su automobili, elettronica, tessili e beni di consumo, per cercare di riequilibrare un commercio che al momento risulta fortemente sbilanciato a favore della Russia.

Questa visita conferma quanto la partnership storico fra Mosca e Nuova Delhi resti un pilastro per la Russia: un’alleanza che, nella visione di Putin, rappresenta un contrappeso di fondamentale importanza all’egemonia occidentale.

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