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Dazi, l’intesa fra Europa e Stati Uniti è più vicina: gli sconti (e i compromessi)

Dazi, l’intesa fra Europa e Stati Uniti è più vicina: gli sconti (e i compromessi)

Continua il lavoro per l’intesa sui dazi, Usa e Ue concordano un meccanismo per abbassare le tariffe sulle auto. Nel frattempo in arrivo altre lettere del Presidente con le nuove tariffe.

Ogni giorno porta qualche novità sul tema dei dazi. L’ultima è che la Commissione Europea e gli Stati Uniti avrebbero negoziato un meccanismo per il quale i costruttori di automobili europei che trasferiscono parte della loro produzione negli States avrebbero un sensibile sconto sui dazi del 25% per le automobili esportate in America.

In altre parole, il meccanismo funzionerebbe così: il costruttore europeo che sposta parte della produzione negli Usa e da qui esporta un certo numero di veicoli avrà una riduzione dei dazi per l’importazione dall’Europa negli Stati Uniti di un numero eguale di veicoli, la cui produzione era invece rimasta nei vecchi stabilimenti.

Più in generale, la trattativa commerciale fra Usa e Ue sembra procedere in maniera più spedita, fatto testimoniato anche dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal Presidente americano durante una riunione di governo, con Donald Trump che ha affermato come «L’Ue ora ci sta trattando molto bene» sul tema commerciale.

Ciononostante, è attesa nelle prossime 48 ore la “lettera di richiamo” che il Presidente sta mandando a tutti i governi con cui non è stata trovata un’intesa sui dazi, vale a dire, all’incirca, tutti i Paesi del mondo meno Regno Unito, Vietnam e Cina, con i quali è stato trovato un accordo (o nel caso della Cina una tregua).

Tornando ai negoziati con l’Europa, gli Stati Uniti sembrano essere disposti a concedere una riduzione dei dazi-base per gli aerei e relativa componentistica; così come per i dispositivi medici e i superalcolici. Niente da fare, almeno per il momento, per il vino, bene d’esportazione importantissimo per Paesi come Italia, Francia e Spagna.

Più in generale, sembra concretizzarsi l’affermazione del Presidente durante l’annuncio dell’accordo commerciale con il Regno Unito, secondo il quale l’intesa fra Washington e Londra era la “migliore possibile”, e che difficilmente altri Paesi avrebbero potuto sperare nel trattamento riservato al Regno Unito. A dare ancora più credito a questa affermazione, secondo quanto riportato dal Financial Times all’Europa spetterebbe una tariffa base (applicata quindi a tutti i beni importati, salve eccezioni) superiore al 10%, valore ora applicato al Regno Unito.

Siamo quasi al “dentro o fuori” per l’Europa, l’alternativa a quella che sembra delinearsi come un’intesa imperfetta (per l’Europa), è far saltare il tavolo e imporre i contro-dazi già preparati dalla Commissione. Secondo quanto riportato da La Stampa, però, il pacchetto di beni americani che sarebbe eventualmente soggetto a dazi di ritorsione si è notevolmente assottigliato, passando da 95 miliardi di euro di valore a 72. Il motivo sarebbe da ricercare nelle richieste dei governi dell’Unione.

Le incognite rimangono comunque molte, soprattutto per via dell’imprevedibilità americana. Al momento il Commissario al Commercio dell’Ue, Maroš Sefčović è al lavoro per cercare di ridurre i dazi del 50% ora in vigore sull’acciaio e l’alluminio europeo, cui presto potrebbe aggiungersi il rame, come dichiarato ieri da Trump.

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