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Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi

Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi

Cugine di Chiara Poggi, Stefania e Paola non furono mai indagate, ma la loro presenza sullo sfondo del delitto continua a sollevare domande irrisolte

Figlie dell’avvocato Ermanno Cappa e di Mariarosa Poggi, sorella del padre di Chiara, le gemelle Paola e Stefania Cappa sono le cugine di primo grado di Chiara Poggi. All’epoca del delitto di Garlasco, avevano poco più di 18 anni e, sebbene non siano mai state formalmente indagate, nuovi elementi e testimonianze hanno riacceso l’interesse mediatico e investigativo nei loro confronti. A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso torna a far parlare di sé. E le indagini, riaperte nel 2025, hanno riportato l’attenzione su figure precedentemente marginali, tra cui proprio le “gemelle K”.

Un legame di sangue e ombre

Stefania e Paola Cappa sono figlie di Mariarosa Poggi, sorella di Giuseppe Poggi, il padre di Chiara. Le tre ragazze erano dunque cugine di primo grado, cresciute all’interno dello stesso tessuto familiare, in un contesto borghese e riservato della provincia pavese. All’epoca del delitto, nell’estate del 2007, le gemelle avevano poco più di diciotto anni. Erano all’inizio della loro età adulta, appena affacciate sul mondo, e come Chiara – che di anni ne aveva ventisei – si muovevano tra università, primi progetti professionali e dinamiche affettive ancora acerbe.

Nonostante il vincolo di parentela, secondo quanto ricostruito dalle testimonianze raccolte nei mesi successivi all’omicidio, i rapporti tra le cugine non erano particolarmente stretti. Non c’erano litigi eclatanti, ma nemmeno quella complicità solida che a volte unisce i rami più giovani di una famiglia. Tuttavia, alcune fonti indicarono che, nei mesi precedenti alla tragedia, Chiara e Stefania avevano tentato un riavvicinamento. Si erano scambiate qualche messaggio, si erano viste in occasioni familiari con maggiore apertura. Un avvicinamento, questo, che alimentò interrogativi quando il caso esplose e le forze dell’ordine iniziarono a scandagliare la rete dei rapporti personali della vittima.

Durante le prime fasi dell’indagine, emersero alcune voci – mai confermate – su episodi di tensione, piccoli screzi, incomprensioni. Qualcuno parlò di gelosie, di rivalità latenti, forse legate al confronto tra scelte di vita o attenzioni all’interno del nucleo familiare. Ma tutto rimase nel terreno delle suggestioni, delle intuizioni sfuggenti. Nessuna prova concreta, nessun indizio solido portò a coinvolgere le gemelle in modo diretto. Rimaste formalmente estranee all’inchiesta, furono tuttavia osservate con attenzione dagli investigatori e scrutate con insistenza dai riflettori della stampa.

Un’ombra sottile sembrava seguirle, alimentata più dal non detto che dai fatti. Un’ombra che, a distanza di anni, non ha mai smesso del tutto di riemergere, ogni volta che il nome di Garlasco torna al centro della cronaca.

Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi
Foto dalla pagina di Stefania Cappa su MySpace

Il fotomontaggio e l’attenzione mediatica

Pochi giorni dopo l’omicidio, le gemelle Cappa si presentarono davanti alla villetta di via Pascoli con un mazzo di fiori e una fotografia incorniciata. Nell’immagine, Chiara sorrideva accanto a loro, come in una posa d’affetto e complicità familiare. Ma ben presto emerse che si trattava di un fotomontaggio. Le luci e le ombre sui volti non combaciavano, il contesto risultava posticcio. Un dettaglio tecnico che, però, ebbe un peso simbolico enorme: perché simulare una vicinanza, perché creare artificialmente un ricordo?

Il gesto, anziché generare empatia, sollevò un’ondata di perplessità. La stampa, già calata in massa a Garlasco, colse l’occasione. Le gemelle finirono al centro della narrazione pubblica: prima come cugine della vittima, poi come figure ambigue. Apparvero in tv, fotografate mentre posavano davanti al cancello chiuso della casa del delitto. L’atmosfera si caricò di sospetti, ipotesi, insinuazioni.

Nei giorni successivi, si tentò di smorzare il clamore. Una delle due scrisse una breve testimonianza apparsa su una rivista, cercando di spiegare l’origine di quella fotografia: una vacanza, un ricordo di famiglia. Ma le contraddizioni emersero presto, persino tra le dichiarazioni rilasciate all’interno dello stesso nucleo. Il padre delle ragazze prese le distanze dall’articolo, affermando che non era stato autorizzato. Un’altra versione, ancora diversa, circolò per qualche giorno. Ma ormai l’opinione pubblica aveva formato il proprio giudizio.

Nonostante tutto, le autorità non ravvisarono elementi utili per procedere con indagini formali a loro carico. Restarono figure sullo sfondo, sfiorate dal caso, ma mai direttamente coinvolte. Eppure, quell’immagine – un’istantanea che non era reale – rimase impressa nella memoria collettiva, come un frammento emblematico di un mistero mai del tutto risolto.

Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi
Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi
Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi

Le nuove indagini e le piste riaperte

Nel 2025, la Procura di Pavia ha riaperto le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, concentrandosi su nuove piste e testimonianze. Una delle novità riguarda la scoperta di un martello in un canale a Tromello, vicino alla casa della nonna delle gemelle Cappa. Questo ritrovamento ha riacceso l’interesse su di loro, sebbene non siano emerse prove concrete del loro coinvolgimento. Inoltre, sono stati depositati circa 200 messaggi di Stefania Cappa, risalenti all’epoca del delitto. Questi messaggi potrebbero offrire nuovi spunti investigativi, ma al momento non è chiaro se contengano informazioni rilevanti per il caso.

Le vite di oggi

Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi
Paola e Stefania Cappa, chi sono le cugine (mai indagate) di Chiara Poggi

Stefania Cappa, oggi 41enne, ha intrapreso una carriera nell’ambito legale, seguendo le orme del padre. Dopo essersi laureata in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2009, ha conseguito un Master in diritto penale societario. Attualmente, è avvocata penalista e dello sport, collaborando con lo studio legale di famiglia a Milano. È membro della commissione disciplinare di varie federazioni del CONI e ha partecipato a eventi e convegni nel settore sportivo. Nel 2017, ha sposato Emanuele Arioldi, campione di equitazione ed erede di Annina Rizzoli, in una cerimonia a Cassano d’Adda.

Paola Cappa, invece, ha seguito una strada diversa, dedicandosi al mondo del food e del lifestyle. Lavora come content creator e food blogger. Attraverso i suoi canali social, condivide ricette, consigli di moda e lifestyle, collaborando con diverse riviste gastronomiche.

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