Sanremo 2020: buona la prima per Amadeus, Tiziano Ferro in lacrime

Buona la prima per Amadeus. Poteva inciampare nell'emozione e nella paura di innescare altre polemiche, invece il conduttore e direttore artistico di Sanremo 2020 se l'è cavata bene, partendo col freno a mano tirato ma entrando un passo alla volta nella scaletta monstre per portarla a casa senza troppe sbavature.

Ecco il meglio e il peggio della prima puntata, andata in onda martedì 4 febbraio.

Sanremo 2020, Amadeus conquista l'Ariston

Amadeus parte con il freno a mano tirato per l'emozione (e l'inevitabile peso di settimane di polemiche sulle spalle) ma poi va dritto e imprime ritmo a una scaletta che pare infinita (si chiude ai consueti orari da nottambuli, dopo l'1 e 15). Dopo mezz'ora, il palco dell'Ariston è già suo: si cuce addosso quello spettacolo che ha sognato di condurre da una vita e se lo gode tutto. Buona la prima.

Inarrestabile Don Fiorello

«C'è bisogno di pace. Bisognava iniziare con qualcosa di forte per questo Sanremo delle polemiche», annuncia Fiorello. E non si smentisce, presentandosi sul palco vestito da prete, con un abito originale della fiction Don Matteo. «L'unico Matteo che funziona in Italia. Questo è davvero un Sanremo a rischio 15% di share, c'era bisogno di qualcosa di potente», azzarda. Fiorello fa il mattatore e non si discute, si guarda bene dal rubare la scena all'amico Amadeus ma lo stuzzica divertito. «Se funziona la cosa dei vestiti, domani mi vesto da Maria De Filippi». E poi chiosa: «Sarò il Rocco Casalino di Amadeus». Può fare ancora di più.

Scongelate la Leotta!

Brava è brava, professionale pure, ma Diletta Leotta è così "precisetti" da risultare a tratti congelata. Scende la scalinata dell'Ariston bellissima in un maxi abito giallo, ed è così impeccabile che non sembra non la scalfisca nulla, nemmeno l'emozione. Non si scongela mai, nemmeno durante il (dimenticabilissimo) monologo sulle donne – cui si rivolge alla nonna, seduta in platea - abusando della solita retorica sulle rughe e l'invecchiamento. Con lei il patinato prende sempre il sopravvento, il brivido dell'imprevisto non è pervenuto.

Sanremo 2020 - I momenti più belli della prima serata

Ansa/Ettore Ferrari

Fiorello


Ansa/Ettore Ferrari

La scenografia del Teatro Ariston disegnata da Gaetano Castelli


Ansa/Ettore Ferrari

Fiorello e Amadeus


Ansa/Ettore Ferrari

Diletta Leotta


Ansa/Ettore Ferrari

Al Bano e Romina Power


Ansa/Ettore Ferrari

Rula Jebreal e Amadeus


Ansa/Ettore Ferrari

Diletta Leotta e Amadeus


Ansa/Ettore Ferrari

Amadeus con Fiorello e Achille Lauro


Ansa/Ettore Ferrari

Achille Lauro


Ansa/Ettore Ferrari

Amadeus e Achille Lauro



Il monologo di Rula Jebreal

«Le scale più emozionanti? Quelle che ho sceso a vent'anni quando sono arrivata in Italia. Rula Jebreal arriva con un carico di notevoli polemiche sulle spalle e decide di far parlare la sua storia, o meglio, quella si sua madre, per discutere di violenza sulle donne. «Si è suicidata quando io avevo cinque anni. Il suo corpo era stato il luogo della sua tortura: fu stuprata e brutalizzata due volte, a 13 anni da un uomo e poi da un sistema che non le ha consentito di ricominciare. E quell'uomo aveva le chiavi di casa», racconta cedendo all'emozione (e qualche volta a un eccesso di retorica).

Il finale è potente: «Dobbiamo lottare e urlare da ogni palco, anche quando ci diranno che non è opportuno». E agli uomini dice: «Indignatevi insieme a noi. Domani chiedetevi pure com'era vestita la Jebreal ma non chiedete mai più com'era vestita una donna la notte un cui è stata stuprata». E tutto l'Ariston si alza in piedi.

Achille Lauro Show

Saper stare sul palco e saper fare show sono due cose diverse. Può piacere o meno la sua musica e il suo stile ma Achille Lauro si conferma uno dei performer più forti in circolazione: entra con una maxi cappa di Gucci in velluto nero e nel momento clou dell'esibizione si spoglia restando in body e shorts in strass. Ruba la scena a tutti, sbanca i social, spacca il pubblico (o lo si ama o lo si sopporta a stento). Per fortuna però c'è chi sa fare spettacolo.


Fiorello con Achille Lauro
Ansa/Ettore Ferrari


Lo strapaese di Al Bano e Romina

Evviva lo strapaese, evviva Romina Power e Al Bano che appena scendono la scalinata fanno subito ripiombare l'Ariston in pieni anni '80. Scatta il karaoke collettivo e chi se ne frega se puristi e radical chic inorridiscono di fronte a qualche picco trash. Sanremo è anche questo, alto e basso, cantautorato e pop spintissimo. Come l'inedito scritto 25 anni fa da Cristiano Malgioglio, una traccia dimenticabilissima, ça va sans dire.

Le lacrime di Tiziano Ferro

«Ho rovinato l'esibizione». È un Tiziano Ferro così emozionato che viene voglia di abbracciarlo stretto dopo averlo visto cantante Almeno tu nell'universo: sul finale, teatrale, cede alle lacrime ma sul palco ci mette cuore e pancia. Avercene di artisti così. Ed è solo l'inizio. Speriamo che si diverta anche a fare da spalla ad Amadeus e a mettersi in gioco anche come co-conduttore.

YOU MAY ALSO LIKE