Le chiusure del Dpcm che scontenta tutti

Ci sono due cose già sicure del prossimo Dpcm con le nuove misure volute dal governo per cercare di frenare la seconda (o forse già terza) ondata di Covid. La prima è che l'esecutivo facendo sue le richieste del Cts ha scelto per la linea dura. Si prosegue quindi con le restrizioni, con la divisione regione per regione nelle famose zone rossa, arancione e gialla. Certo, per chi ha dati particolarmente incoraggianti ce ne sarà anche una bianca con un conseguente ritorno alla vita (quasi) normale, con le aperture di palestre e cinema tanto per fare due esempi), ma al momento sembra più una concessione che sa tanto di utopia e poco di applicabile nella realtà.

DPCM 15 GENNAIO (documento)

Schede-ALI_nuovo-Dpcm-2+%281%29.pdf

La seconda è che sono tutti scontenti. Basta guardare al gran numero di manifestazioni e proteste che da nord a sud stanno avvenendo in tutta Italia. Manifestano gli studenti che , come successo a Milano, provano a fare lezioni seduti fuori dalle loro scuole superiori dove è ancora proibito entrare. Ma scendono in strada anche bar e ristoratori (come accaduto in Puglia) esasperati dal continuo apri e chiudi che da una settimana con l'altra rende di fatto impossibile gestire i loro locali.

Protesta chi organizza eventi, protestano gli agenti di viaggio che non sanno ancora cosa raccontare ai loro clienti riguardo la prossima estate. Problemi ovvi quando si ha a che fare con restrizioni e chiusure che sembrano essere più improvvisate che il frutto di una strategia chiara.

Difficile ad oggi dire cosa succederà da lunedì prossimo. Al momento la Lombardia sembra avvicinarsi verso un ritorno in zona rossa. E molte delle regioni oggi gialle probabilmente diventeranno arancioni.

Spostamenti

No a spostamenti tra regioni, anche gialle, fino al 5 marzo con alcune concessioni. Si può infatti recarsi nelle seconde case, persino fuori regione, e anche se si tratta di case in affitto

Stretta sulla movida

Nel mirino, ancora una volta, c'è prima di tutto la movida. Per evitare assembramenti fuori dai locali e per le strade del divertimento, quindi, si starebbe valutando di istituire anche il divieto di vendita di bibite e cibo da asporto dopo le 18. Bar e locali, quindi, dovrebbero chiudere definitivamente dopo le 6 di sera.

Da definire la riapertura di impianti sciistici, palestre, piscine, musei, teatri, cinema e sale da concerto che, al momento appare lontana.

Un'Italia a "zone"

Se il sistema delle zone sembra convincere il Governo quelli che potrebbero cambiare saranno i criteri di accesso o uscita dalle diverse fasce. Al momento i parametri che determinano il colore di una regione sono 21, tanti; troppi. L'idea sarebbe di portarli a due ovvero positivi per 100.000 abitanti e indice Rt.

Per il primo criterio si valuta di alzare il valore di soglia a 250 positivi ogni 100.000 abitanti nell'incidenza settimanale. Per quanto riguarda l'Rt, invece, basterebbe un Rt a 1 per il semi-lockdown e un Rt a 1,25 per il lockdown mentre al momento serve un Rt a 1,25 per entrare in zona arancione e a 1,50 per entrare in zona rossa.

La zona bianca

C'è poi l'ipotesi, o meglio, l'utopia di istituire una "zona bianca" per quelle regioni (al momento ci si avvicinano solo alcune zone di Toscana, Abruzzo e Liguria) in cui il tasso di contagio è particolarmente basso (massimo 50 casi settimanali per 100.000 abitanti) e l'indice Rt è inferiore allo 0,50. Queste zone (al momento nessuna regione rientra nei parametri) potrebbero diventare la palestra del ritorno alla normalità e si potrebbe procedere alla riapertura di scuole, palestre, teatri, cinema etc in ottemperanza alle solite regole di distanziamento sociale (1 metro tra persona e persona) igiene (mascherina obbligatoria e gel disinfettante) e sicurezza.

Sci, palestre e cinema

Confermato lo stop agli impianti di risalita. Sci vietato fino al 16 febbraio. Per le palestre chiusura fino al 5 marzo. Stessa data per le piscine ed i cinema.

Week end arancione per tutti

L'esecutivo starebbe anche valutando l'idea di porre tutta Italia in zona arancione durante l'arco del fine settimana con la chiusura totale di centri commerciali, bar e ristoranti.

Mezzi pubblici, strade e piazze

Il Dpcm di metà gennaio dovrebbe anche confermare la capienza massima del 50% dei mezzi di trasporto pubblico e concedere ai sindaci la possibilità di chiudere strade o piazze se a rischio assembramento.

Case private

Confermato infine il divieto di organizzare feste private o di visitare amici o parenti in numero superiore alle 2 persone che non fanno parte del nucleo familiare, conteggio dal quale sono esclusi under 14 e persone non autosufficienti.

Il decreto è atteso in settimana e queste linee rappresentato una bozza. In conferenza Stato Regioni, in calendario nella giornata di lunedì, si giocherà il braccio di ferro tra Governo centrale e necessità locali con i Governatori regionali mai come oggi preoccupati per i nuovi modelli e le regole da seguire.

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