Lukaku, il tradimento

Adesso che il tradimento è conclamato e la rottura consumata, in tanti fanno a gara a raccontare di non essere sorpresi. Romelu Lukaku flirtava con la Juventus da settimane e allo stesso tempo teneva aperta la porta all’Inter per il ritorno con formula definitiva. O, forse, il contrario. E parlava con il Milan mentre garantiva fedeltà ai nerazzurri, metteva nell’angolo il Chelsea rifiutando ricche offerte arabe e nel contempo giocava su più tavoli. Pochissimi ne avevano avuto il sentore e tra questi, fino alle evidenze degli ultimi giorni, di sicuro non i dirigenti mercato dell’Inter e nemmeno gli uomini della potente agenzia Roc Nation che del belga cura(va?) gli interessi e non solo l’immagine.

Eppure la storia di Lukaku è una storia di tradimenti, cambi di fronte, capriole anche dialettiche e ripensamenti. La sua e quella dell’ineffabile avvocato Sebastien Ledure che lo segue da sempre e che già fu il tramite del penultimo passaggio, quello che segnò il ritorno dal Chelsea all’Inter abbandonando Federico Pastorello che solo 12 mesi prima aveva garantito Lukaku l’agognato trasferimento in Inghilterra e un contratto da superstar.

E prima ancora Mino Raiola, il primo agente,e dopo di oggi chissà chi e quando. Intanto, adesso che il tradimento è stato scoperto e consumato, l'unica certezza è che il futuro di Romelu Lukaku non sarà all'Inter che ha deciso di sbattergli la porta in faccia. Lo ha fatto comunicandoglielo di persona con toni tutt'altro che teneri, quando dopo essere sparito per giorni il belga ha alzato il telefono provando a capire quali margini ci fossero. Impossibile ricucire, dimenticare il tradimento di chi parla con te e flirta col nemico non solo a bocce ferme ma - questo hanno ricostruito i dirigenti nerazzurri - anche mentre la testa di tutti era sulla finale di Istanbul e il sogno della Champions League.

Ogni altra ricostruzione è troppo debole per essere realistica e definitiva in questa storia che ha pochi appigli nella logica e molti nella psicologia. Semplicemente Lukaku e il suo entourage ristretto, formato dall'avvocato Ledure e dai famigliari, questo è. Questione di carattere volubile e capriccioso, correttezza professionale sotto il minimo sindacale e soldi. Tanti soldi. Per lui, per il suo avvocato agente e per le persone care, le famose commissioni che altro non che un fiume di denaro carsico che esce dal sistema per non rientrare più. "Follow the money" è il motto, per Lukaku a maggior ragione. E anche chi oggi è incudine (l'Inter) in passato è stato martello perché il modo con cui il belga ha trattato il Chelsea che su di lui aveva investito oltre cento milioni di euro andrà studiato nei corsi di economia su cosa si deve fare per evitare bagni di sangue storici.

Non è dato sapere dove finirà questa volta la traiettoria di Lukaku. Forse alla Juventus, anche se il cortocircuito rispetto alle scuse pretese (e mai ufficialmente arrivate) dopo gli ululati razzisti dello scorso febbraio sarebbe difficile da spiegare per tutti. Anche per lui. Il Chelsea adesso ha fretta e non vuole più essere ostaggio della coppia. La Juventus ha bisogno di tempo e, in ogni caso, andare su Lukaku significa rimangiarsi l'idea di un ciclo che deve partire su basi diverse, fresche, giovani e meno costose. Altro? Dipende. In fondo Lukaku ha giocato da Lukaku solo gli ultimi tre mesi di una stagione in cui in ogni caso sarà ricordato soprattutto per la sequela di errori da Mai dire gol che condannò il Belgio ai Mondiali e per gli sbagli sotto porta a Istanbul. Dove col senno di poi avrebbe meritato di giocare di più, ma che non può essere la spiegazione dell'ultima bizzarria.

E' probabile che RL si troverà solo ad affrontare i prossimi mesi. Solo anche dal punto di vista comunicativo. Nell'elenco dei traditi c'è anche Roc Nation che pensava di gestirne affari e un'immagine a tratti complessa, da bambinone viziato. Fino all'ultimo hanno provato a indirizzarlo su una strada che fosse logica e razionale, ora si trovano a doverne assecondare un capriccio che fuori nessuno capisce. E non è detto che ci sia qualcuno che abbia voglia di farlo per strappargli di dosso l'etichetta di traditore infedele.

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