ANSA/ MASSIMO PERCOSSI
Economia

Il ritorno dei voucher, le cose da sapere

Dopo giorni di attesa e indiscrezioni, alla fine è arrivata la conferma ufficiale. Presto, con l'approvazione del Decreto Dignità,  tornerannoin Italia i tanto contestati voucher, i buoni-lavoro che servono a remunerare le prestazioni occasionali, come la raccolta dei frutti nella stagione estiva o la vendemmia in ottobre.

Previsti dal contratto

La reintroduzione dei voucher è uno dei provvedimenti contenuti nel contratto di governo, firmato nei mesi scorsi dai vertici di Lega e 5 Stelle. Dopo aver temporeggiato un po’, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, nonché leader dell’M5S Luigi Di Maio ha aperto la strada al ritorno dei voucher, ma soltanto in alcuni settori dove ce n’è bisogno, cioè nell’agricoltura e nellestrutture turistiche e del commercio con meno di 10 dipenenti, come gli alberghi e i ristoranti.Inoltre, i buoni-lavoro resteranno circoscritti a quelle categorie previste in origine dalla legge che li ha istituiti: i giovani studenti con meno di 25 anni, i pensionati e i disoccupati.

7 euro e mezzo all’ora

Va ricordato che i voucher eranodei buoni cartacei (o telematici nella loro versione “smaterializzata”) che valevano ciascuno 10 euro ed eranoin vendita nelle tabaccherie, negli uffici postali, in banca ma anche negli sportelli online dell'Inps. Fino all’anno scorso, se un datore di lavoro (in qualsiasi settore) aveva bisogno di una prestazione saltuaria, per esempio di un cameriere per servire al ristorante di tanto in tanto o di un giovane per sgombrare una cantina e un solaio, potevapagarlo almeno 10 euro lordi all'ora utilizzando appunto questi buoni. In base al tempo lavorato, il lavoratorericeveva i voucher a fine giornata, per poi incassarli attraverso gli stessi canali in cui erano venduti, cioè in banca,negli uffici postali o dai tabaccai.

Dei 10 euro lordi di valore previsto per ciascun voucher, 7,5 euro finivano in tasca al lavoratore, circa 50 centesimi (cioè il 5%) andavano all'Inail per l'assicurazione contro gli infortuni, una somma attorno a 1,3 euro (il 13%) era destinata ai contributi pensionistici mentre altri 50 centesimi erano rappresentati da una commissione sulla vendita applicata per gestire tutte le pratiche.

Il referendum della Cgil

I buoni-lavoro, dunque, sono nati conlo scopo di dare una copertura contributiva e contro gli infortuni a chi di solito lavora a spizzichi e bocconi. E servivano anche, almeno in teoria, per far emergere impieghi che spesso sono invece remunerati in nero, soprattutto quando vengono svolti dai giovani.

Lo scorso anno, però, la Cgil ha promosso un referendum per abolire i voucher, accusandoli di essere uno strumento utilizzato da molti imprenditori disonesti, per mascherare lavoro in nero o sottopagato. In pratica, secondo il sindacato rosso, c’erano troppe aziende o commercianti che si tenevano un bel po’ di questi buoni nel cassetto, per rispolverarli nel caso di qualche controllo dell’Ispettorato del lavoro. Con questo escamotage, era possibile far credere che i dipendenti irregolari erano soltanto dei collaboratori occasionali, remunerati appunto con i voucher.

L’intervento di Gentiloni

Per evitare il referendum della Cgil, che probabilmente sarebbe finito con una valanga di sì all’abolizione, nella primavera dell'anno scorso il governo Gentiloni ha deciso  di far sparire i voucher dalla circolazione, sostituendoli con dei contrattipensatiad hoc per regolare le prestazioni occasionali. La decisione è stata però molto contestata, soprattutto in certi settori come appunto il commercio e l’agricoltura dove i lavoretti saltuari sono una costante. Per questo l’attuale maggioranza di governo sembra intenzionata a far resuscitarei voucher, seppur fissando un po’ di paletti. L'esecutivo dovrà però fare i conti con il sindacato guidato da Susanna Camusso che ha già annunciato  la raccolta delle firme per un nuovo referendum qualora i voucher vengano reintrodotti. 

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