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(Ansa)
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Andrea Varnier, il «super tecnico» delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026

La sintesi è quella che il ministro Andrea Abodi ha fatto in maniera sincera e anche un po' brutale annunciando la sua scelta: "Non il migliore in assoluto, ma il migliore in relativo". Andrea Varnier è l'uomo che deve mettere in sicurezza le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina nel 2026, chiamato a riempire un vuoto apertosi con l'uscita di scena del suo predecessore Vincenzo Novari nell'ormai lontano agosto scorso e sbucato da una rosa di candidati che via via aveva perso petali importanti. Non ultimo, quello legato al nome dello stesso Abodi che era in viaggio verso Milano per raccogliere il testimone alla guida dei Giochi prima di essere dirottato da Giorgia Meloni sulla poltrona di ministro del (ri)nascente ministero dello Sport.

Una chiamata a sorpresa per chi si attendeva che il nuovo amministratore delegato della Fondazione Milano-Cortina dovesse essere un manager di grande fama, non necessariamente con un background sportivo. Paolo Scaroni, Letizia Moratti e altre opportunità erano state bruciate sull'altare della politica, Andrea Varnier può quasi essere definito un 'tecnico' perché a far pendere l'ago della bilancia dalla sua parte è stato un curriculum di spessore soprattutto alla voce "esperienze olimpiche" e "rapporti con il CIO". Che da Losanna in questi tre lunghi mesi ha osservato con crescente preoccupazione le vicende italiane e lo stallo provocato anche dalla crisi politica e dall'avvicendamento tra il governo Draghi e quello Meloni.

"Lo indicheremo domani ma già da dopodomani deve comprendere cosa fare" ha spiegato Abodi. Non c'è tempo da perdere. E' vero che il dossier sulle opere strutturali e infrastrutturali, secondo quanto garantito dai diretti interessati, non presenta al momento criticità oltre la soglia d'allarme, ma è tutta la parte commerciale e delle partnership che assomiglia a una macchina ingolfata che attende di essere messa in moto. Non è un dettaglio, visto che il successo dei Giochi italiani è legato alla loro sostenibilità e a quello che saranno capaci di lasciare in eredità sui territori una volta spenti i bracieri olimpici nell'inverno del 2026.

Varnier, che lascia la carica di amministratore delegato di Costa Edutainment e che nel recente passato si è occupato di comunicazione, ha legato la sua vita professionale ai cinque cerchi olimpici in due occasioni. Nel 2006 è stato il manager di tutte le attività collaterali dell'edizione di Torino occupandosi delle cerimonie di inaugurazione e chiusura con buoni risultati, tanto da diventare consulente del CIO nel 2008 (Pechino) e poi essere catapultato in Brasile per occuparsi delle cerimonie di Rio de Janeiro 2016. Un'esperienza che lo ha formato alla conoscenza di tutti i meccanismi che regolano la più grande manifestazione che lo sport concepisca e che lo hanno portato a stretto contatto con il CIO in tutte le sue funzioni.

E' evidente che ora il suo compito sarà più complesso, perché il ruolo di amministratore delegato della Fondazione lo pone al centro di tutta la macchina organizzativa di Milano-Cortina 2026, con il capello del Governo ma anche dovendosi interfacciare con enti locali sparsi su un territorio vasto e non tutti coerenti tra loro nella colorazione politica. Parte avendo almeno all'inizio un accordo trasversale: "La condivisione del percorso prima e del nominativo poi hanno raccolto consenso unanime nei soci fondatori" ha precisato Abodi. Alla cerimonia inaugurale del 6 febbraio 2026 mancano poco più di tre anni: il conto alla rovescia corre ormai veloce per potersi permettere divisioni.

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