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(Getty Images)
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La Ferrari, campione del mondo di «non capiamo»

Le modifiche portate in Spagna non funzionano, mentre quelle degli altri danno risultati immediati. L'ennesima prova che a Maranello esista un problema di capacità ormai cronico

Va bene essere competitivi in qualifica, va bene anche l’affidabilità ritrovata. Ma perché le modifiche fatte sulla Mercedes l’hanno spinta in cima all’ordine di arrivo e quelle fatte a Maranello non sembrano avere effetti sulla SF23? Lasciamo pur stare la Red Bull, che pare in un campionato a sé, una vera astronave sotto l’incantesimo della fata turbina, a pesare sono le parole di Charles Leclerc subito dopo la gara finita all’undicesimo posto: «Siamo inconsistenti, abbiamo un problema di gestione delle gomme impossibile da capire».

Fermi tutti, questa cosa del “capire” perseguita la Ferrari ormai da qualche campionato, l’abbiamo sentita da Binotto e poi da Vasseur, quindi dal monegasco. Allora, la domanda che ci poniamo è diversa: perché gli altri capiscono e quelli della Ferrari no?

La seconda parte del discorso di Charles fa ben sperare: «C'è del potenziale da sfruttare ma dobbiamo lavorare tanto, perché è stata una gara deludente». Forse, allora, siamo soltanto più lenti degli altri top team. Partito dal fondo dello schieramento, Leclerc ha dovuto fare una gara sempre in salita, e se i tifosi nella prima metà della gara speravano in una rimonta entusiasmante, dopo il primo cambio gomme, sverniciata dal sorpasso di Gasly, la macchina ha mostrato tutti i limiti anche se era stata presentata come “aggiornata”. E se durante le prove il problema era il posteriore, oggi in gara la questione si è spostata sull’anteriore. Le parole del monegasco quando dichiara: «Non capiamo perché uno stint va bene e uno no. È un problema impossibile da capire, non abbiamo la soluzione al momento».

Più ottimista Carlos Sainz, che ha terminato la gara al quinto posto: «Sapevamo che questo era un circuito difficile, con tante curve veloci e molto degrado delle gomme, sapevamo che avremmo sofferto. Il pacchetto nuovo ha fatto quello che ci aspettavamo facesse, ma portarlo su una pista come questa non ha fatto capire realmente i progressi che ci ha consentito».

E qui viene spontanea un’altra domanda: al punto di vedere Charles non qualificarsi per il Q2?

Su tutti Fred Vasseur: «Il problema principale si è riproposto (…), in gara fatichiamo ad avere costanza di mescola in mescola. Prima o poi riusciremo a sprigionare questo potenziale gestendo bene le gomme. Il nuovo pacchetto ci ha permesso di fare passi avanti, ma abbiamo avuto lo stesso problema di Miami, cioè una differenza di degrado da uno stint all’altro». Tuttavia ragionando con le (poche) certezze che la fisica ci consente, se la stessa macchina si comporta diversamente con lo stesso tipo di gomme ma in due momenti differenti di una gara, l’unica cosa che può essere cambiata è il suo peso, che bruciando carburante si riduce. E se questo non è posizionato perfettamente sul baricentro della vettura – e non lo è – significa che cambia anche il centraggio e con questo il carico sugli assi, precisamente dal posteriore all’anteriore.

Del resto, dopo i primi due GP della stagione la Ferrari aveva notato di come cambiasse l’altezza da terra della vettura quando a bordo non c’erano i circa cento chilogrammi di carburante della gara. E quando si curva, quella massa tende a continuare la sua traiettoria andando a cambiarne il comportamento, ciò che il pilota poi riporta come “feeling”. Purtroppo non basta irrigidire le sospensioni, perché poi se avevano risolto il saltellamento, con la modifica ricominci da capo. Non ci vuole Adrian Newey, basta un ingegnere al primo anno di università. Certo, poi c’è l’aerodinamica che rende tutto più difficile; Vasseur ha confermato che a Maranello ci sono parecchi tecnici che stanno affrontando il problema. Ma il peso e il centraggio variano su tutte le piste, mentre l’aerodinamica va ottimizzata di volta in volta. E allora il problema diventa un “sistema di problemi” da simulare, con soluzioni che non sempre possono essere realizzate a causa del budget-cap imposto dalla Fia.

Il bilancio del fine settimana è quindi positivo soltanto per il risultato in qualifica di Carlos Sainz, partito dalla prima fila, e nell’esperienza maturata. Ma prima di tutto, intendiamo, prima di partire per il Canada, è importante che a Maranello analizzino il retrotreno sostituito sulla macchina di Leclerc, per scoprire se avesse qualche difetto. O se invece non fosse semplicemente vittima di un equilibrio vettura ormai irraggiungibile.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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