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(Ansa)
Tecnologia

I social sollevano il «divieto dei capezzoli»

Facebook e Instagram hanno deciso di revocare il loro controverso divieto sui capezzoli, almeno per i corpi trans e non binari

Il consiglio di sorveglianza del colosso digitale Meta, che possiede piattaforme social come Facebook e Instagram, ha incaricato i social media di revocare il divieto di immagini di persone in topless per chiunque si identifichi come transgender o non binario. A riferirlo è Hypebae, un giornale online che tra argomenti di attualità su fashion e lifestyle si impegna a mettere al centro le donne di oggi.

La decisione è arrivata dopo anni di polemiche, che si sono rafforzate di recente dopo che Facebook aveva rimosso le foto di una coppia formata da una persona transgender e da una non-binary che mostravano il loro petto nudo, anche se coi capezzoli coperti. Il post era stato rimosso e ripubblicato dopo le polemiche, che nel frattempo erano aumentate sempre di più. Da anni, infatti, i social network di Mark Zuckerberg sono estremamente rigidi sulla nudità del seno femminile, censurando qualsiasi tipo di immagine che mostri le donne a seno scoperto, mentre nessun tipo di misura analoga è presa per il petto maschile.

In risposta alla rimozione del posto della coppia LGTBQ+, il consiglio di Meta ha dichiarato nella sua decisione: «La stessa immagine di capezzoli femminili sarebbe vietata se pubblicata da una donna cisgender, ma consentita se pubblicata da un individuo che si auto identifica come non binario».

Nel tentativo di essere inclusivo, Meta ha inavvertitamente continuato a sorvegliare i corpi delle donne e a perpetuare nozioni transfobiche. Consentendo alle donne trans di mostrare il petto piuttosto che alle donne cisgender. Significa che il conglomerato mediatico sta essenzialmente ammettendo di non vedere le donne trans e non binarie come donne reali.

Il consiglio, tuttavia, ritiene che stia influenzando la difesa della comunità LGBTQ+ poiché ha condiviso: «Valutiamo costantemente le nostre politiche per contribuire a rendere le nostre piattaforme più sicure per tutti. Sappiamo che si può fare di più per supportare la comunità e ciò significa lavorare con esperti e organizzazioni di difesa LGBTQ+ su una serie di problemi e miglioramenti del prodotto». Non è chiaro se il consiglio di sorveglianza di Meta revocherà il divieto per tutti i capezzoli.

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Francesca Catino