Louis Vuitton presenta Nike Air Force 1 by Virgil Abloh
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Louis Vuitton presenta Nike Air Force 1 by Virgil Abloh

Inizialmente accolti da un arancio splendente, l’interno del Greenpoint Terminal Warehouse si tinge di azzurro e ci offre la possibilità di toccare le nuvole LV con un dito.

Dal 20 al 31 maggio la vecchia fabbrica di Brooklyn ospita la mostra Louis Vuitton and Nike “Air Force 1” by Virgil AblohVirgil Abloh, un progetto iniziato lo scorso febbraio con l’asta che ha visto come protagoniste 200 paia di sneakers disegnate da Virgil e realizzate da Louis Vuitton e Nike, a beneficio del The Virgil Abloh “Post-Modern" Scholarship Fund.

La mostra è un’esperienza fondata sulla base del pensiero di Virgil, il quale ha sempre spinto il suo pubblico a sfidare l’immaginario collettivo. Scritte su muri artificiali che ci domandano: are you a tourist or a purist?; What is myth and what is reality?

Il designer sfruttava la moda come strumento di cambiamento, credendo in una cultura priva di pregiudizi sull’umanità.

In questi spazi immersivi vediamo esposte 47 sneakers che scalano muri, riprodotte anche in digitale. Solo nove tra queste edizioni saranno disponibili nei negozi, in particolare troveremo la classica sneaker bianca con il monogram Louis Vuitton in rilievo e una versione in suede nero.

Le edizioni bicolore in bianco con dettagli verdi, rossi e blu che richiamano l’arcobaleno. La sneaker oro metallizzata vuole render omaggio al debutto del designer per la maison, mentre la versione patchwork multicolor celebra uno dei suo linguaggi grafici distintivi. Infine, l’artista Ghusto Leon ha decorato un’edizione damier con un motivo graffiti “Louis Vuitton”.

Ma perché proprio la Air Force 1? Oltre che essere una delle scarpe di maggior successo mai realizzate, quest’anno si celebra il suo 40° compleanno. Virgil considerava questa sneaker come “un oggetto d’arte emblematico di provenienza culturale autogenerata».

Le 47 versioni sono state create in occasione della collezione uomo SS2022 ispirata all’Amen Break, un assolo di batteria del 1969 diventato fondamentale nell’hip-hop. Questa pausa di batteria spiega il fenomeno istintivo nell’arte di raccogliere e riprodurre un modello di base che, se applicata alla moda, ci offre una reinterpretazione infinita degli abiti.

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Elisabetta Cillo