La cyber guerra della Cina contro gli Usa
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La cyber guerra della Cina contro gli Usa

Negli ultimi  anni si sono moltiplicati gli episodi di spionaggio ai danni  del governo e delle imprese americane

La minaccia è considerata così grave che nello scorso ottobre l'allora Segretario alla Difesa Leon Panetta disse in un discorso: "Attenzione, corriamo il rischio di un Cyber Pearl Harbour". Al Museo Militare di New York, l'ex capo della Cia non fu parco di particolari e dipinse uno scenario quasi apocalittico, descrivendo la possibilità di perdere decine di centinaia di vite americane, attraverso l'intrusione di hacker dentro i sistemi di gestione informatici di settori come i trasporti o delle municipalità degli Stati Uniti.

Se un governo aggressivo contro di noi, o un gruppo estremista, volesse far deragliare un treno passeggeri o un convoglio che trasporta sostanze tossiche o chimiche - disse Panetta -, o se volesse contaminare l'acqua di un acquedotto pubblico, o far mancare l'elettricità in una delle nostre metropoli potrebbe farlo, visto le nostre falle nel sistema di sicurezza cibernetico.

Dopo queste dichiarazioni, il Pentagono è corso ai ripari e uno delle ultime direttive firmate da Panetta è quella relativa all'aumento dell'organico del Cyber Command, ma, nonostante ciò i vertici dell'amministrazione Obama sono ben consci del fatto che la cyber guerra è solo all'inizio e per identificare i nemici guardano in una precisa direzione: Teheran, Mosca, ma soprattutto Pechino. Una guerra dichiarata dalla Cina allo scopo di catturare il maggior numero di segreti finanziari, industriali e militari al governo e alle società private degli Stati Uniti. Una specie di Guerra Fredda del XXI°Secolo, condotta con i più moderni mezzi.

La denuncia del New York Times è solo l'ultimo episodio di questa offensiva. Addirittura la Casa Bianca è stata oggetto di un attacco qualche mese fa, quando molti dati riservati contenuti dei computer di sicurezza dell'Ufficio Militare della Casa Bianca vengono trasferiti su server cinesi. Lo spionaggio di Pechino è un flagello - ha detto il presidente della commissione intelligence della Camera dei Rappresentanti Mike Rogers nello scorso ottobre - gli attacchi sono ormai giunti a un livello intollerabile.

Rogers spiegava che la Cina aveva scatenato una vera e propria guerra commerciale, mettendo nel mirino delle squadre degli hacker centinaia di società statunitensi. Un'opera di spionaggio che ormai andava avanti da tempo, da anni. Nell'agosto del 2011, l'azienda di sicurezza informatica  McAffe aveva scoperto un cyber attacco nei confronti di governi, dell'Onu e di grande società, tra cui, ovviamente, numerose a stelle e strisce, tra cui la Lockeed Martin Corporation, una delle più importanti società di armamenti degli Usa.

Qualche tempo prima, nel 2009, il Wall Street Journal rivelava che sofisticate spie elettroniche in cerca di preziosi segreti erano riuscite a entrare nei meandri del progetto Joint Strike Fighter e a carpire i segreti del super - bombardiere F35 - Lightnin II, un affare da 300 miliardi di dollari. L'operazione esra sta condotta per avere informazioni in modo, non solo di avere gli strumenti per contrastare un potente arma nella mani di un potenziale nemico, ma anche per avere tutti i dati necessari per copiare il progetto.

Che i segreti militari americani siano i più ambiti dai cinesi non è certo una sorpresa. Qualche tempo fa si è venuto a conoscenza del fatto che nel 2007 e nel 2008 per ben quattro volte, pirati informatici, secondo gli americani provenienti dalle forze armate cinesi, abbiano interferito con due satelliti - spia utilizzati del governo Usa.

Ma oltre a quelli militari, ai cinesi interessano - e molto - quelli commerciali. Brevetti, progetti, strategie di mercato, nuovi prodotti. Nella competizione tra Potenze tutto è importante e l'ascesa della Cina passa anche attraverso questo forma di conoscenza delle informazioni sensibili americane. In passato Hacker cinesi hanno violato i computer della Camera di Commercio degli Usa. Per oltre anno, prima che nel 2011 venisse scoperta la vicenda - hanno potuto avere accesso ad informazioni su circa tre milioni di membri dell'associazione e hanno rubato mail e dati.

La mail sono uno degli obiettivi più pregiati. Sempre nell'estate del 2011, l'amministrazione Obama scopriva che la posta elettronica di molti suoi membri era sotto il controllo degli hacker cinesi. Decine di indirizzi mail controllati, accanto alle altre centinaia, appartenenti a importanti personagig dell'establishment statunitense e a quelli di alcuni noti dissidenti cinesi. "Questi attacchi informatici sono molto gravi" - disse l'allora segretario di Stato Hillary Clinton. Da allora, la sicurezza è stata intensificata, ma è evidente che l'opera di spionaggio vada avanti.

Quantificare i danni di tali attacchi non è facile. Ma secondo alcune stime - in termini di possibili profitti persi, di minore livello di occupazione - a causa dei progetti poi abbandonati - o di royalties non incassate, si arrivano a cifre di diversi miliardi di dollari. Il grande tema è comunque, più in generale, il fatto che il vantaggio in campo tecnologico che gli Stati Uniti hanno nei confronti della Cina può essere colmato da questa opera di spionaggio da parte di Pechino. Per questo, tra gli altri, il Pentagono è corso ai ripari.Taci, la Cina è vicina, ma soprattutto ti ascolta.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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