Musica

Stratovarius, Timo Kotipelto: "Chi ascolta metal è molto intelligente"

Intervista al leader della band finlandese reduce da un trionfale concerto al Live di Trezzo d'Adda

Durante un incontro svoltosi a maggio alla Casa Bianca con i capi di Stato di alcuni paesi scandinavi, il Presidente Obama ha voluto sottolineare come la Finlandia abbia attualmente il maggior numero di band heavy metal a livello mondiale. Esiste addirittura una heavy band per bambini, gli Heavysaurus.

Ne abbiamo parlato con Timo Kotipelto, leader degli Stratovarius, proprio una di quelle heavy metal band a cui si riferiva Barack Obama: “Credo che il fenomeno sia legato al carattere malinconico scandinavo e al particolare clima, con notti che durano una stagione ed estati dove il sole non tramonta mai. Non puoi giocare a calcio in inverno e neanche nuotare, così suoni heavy metal (ride, ndr)!”.

Gli Stratovarius esistono dagli anni Ottanta, ma raggiungono la notorietà internazionale all’inizio degli anni Novanta grazie a uno stile personalissimo che fonde velocità e tecnica con melodia ed eleganza. Kotipelto si è unito alla band nel 1995. Lo abbiamo incontrato a fine settembre in occasione dello Spazio Rock Festival – Power Metal Edition, al Live di Trezzo d’Adda (MI). Una kermesse all’insegna della musica power, ben organizzata, con ampi spazi al chiuso e all’aperto e una rosa di band di tutta eccellenza sia nel panorama metal nazionale che europeo. Puntualissimo Kotipelto ci accoglie nel camerino, è sereno, rilassato, l’atmosfera è perfetta, da fuori provengono le note di Luca Turilli’s Rhapsody che sta suonando in quel momento.

In novembre sarete in tour in Finlandia e farete un concerto speciale per Episode (il secondo album in cui appare Timo). Puoi dirmi qualcosa di più?

Certo, un paio di anni fa abbiamo suonato più che altro per divertimento una selezione di vecchi brani e abbiamo fatto tutto Visions. Ora vorremmo suonare Episode perché sono vent’anni esatti dalla sua uscita, è il mio secondo disco negli Stratovarius e il primo del nostro attuale tastierista (Jens Johansson, ndr), così abbiamo pensato di festeggiarlo. Sfortunatamente lo faremo solo in Finlandia, ma se ci fossero richieste dall’estero saremmo ben lieti di accettarle. Saranno sei concerti, pensa che ci sono canzoni che non ho mai cantato dal vivo, sarà un po’ come ristudiarle.

Dovrete provare molto allora.

Sì, dovremo provare. L’altra sera abbiamo preparato questo concerto, anche se conosciamo le canzoni è mentalmente più semplice se le proviamo il giorno prima. E poi, così, siamo più uniti sul palco.

Dopo questo tour in Filandia vi prenderete un periodo di riposo o comincerete a lavorare a un nuovo album?

Ci concentreremo sulla composizione di nuove canzoni. Per l’anno prossimo non abbiamo ancora molto in programma, uno show in febbraio e dei festival. Probabilmente inizieremo a lavorare a un nuovo album ma non so dirti quando uscirà, probabilmente quando le canzoni saranno pronte!

In questa line-up avete età differenti: un problema o una risorsa?

È sicuramente una risorsa. Quando Rolf (Pilve, il batterista, il più giovane) è entrato nella band ha portato una ventata di energia che ci ha portato a suonare anche meglio. E’ davvero un gran batterista, è molto potente. In ogni band, quando entra un nuovo membro, qualcosa cambia.

Parliamo dei testi, gli Stratovarius sono molto interessati all’ecologia. Pensi che sia importante affrontare certe tematiche nell’heavy metal?

La situazione nel mondo non sta assolutamente migliorando, gli oceani sono pieni di plastica, la politica non sta facendo molto a riguardo, le multinazionali spingono le persone a pensare nel modo sbagliato spingendole ad acquistare oggetti di cui non hanno bisogno. Noi cerchiamo di far riflettere il nostro pubblico sulla natura, proprio perché viviamo a contatto con essa. Passo molto tempo quando compongo nel mezzo del nulla, anche se ho vissuto in città per vent’anni, amo molto la campagna. Io scrivo di ciò che mi preoccupa, non sono uno scienziato, non devo trovare delle soluzioni, ma far riflettere. E’ il compito degli artisti. L’altro aspetto che emerge dalla nostra musica è la positività. Il power metal deve infondere energia. Quello che mi auspico è che il pubblico che canta durante i concerti rientrando a casa continui a cantare portando con sé un bel ricordo. Spesso i fan che mi raccontano di un determinato concerto a cui hanno assistito…io non mi ricordo sempre, ma per loro quel concerto è stato un evento importante. La musica deve dare emozioni alle persone. Quando scriviamo pezzi le nostre emozioni sono lì sul tavolo a disposizione delle canzoni. Per i ragazzi finlandesi è molto difficile parlare di cose personali, è più semplice scriverne, perché siamo per natura molto timidi.

Cambiando argomento, secondo Zygmunt Bauman la nostra è una società liquida, dove l’identità non è forte come prima, ma è mutevole ed è difficile trovare la propria strada. Possiamo estendere questo concetto anche alla musica in generale, anche se per quanto riguarda il metal sembra che nel corso degli anni abbia mantenuto un’identità forte. Sei d’accordo?

Ci sono degli studi apparsi sulla stampa finlandesi che affermano che le persone che ascoltano metal sono molto intelligenti. Uno dei motivi per cui le persone ascoltano questo genere è che riescono ad espellere le proprie frustrazioni. Difficilmente si verificano episodi violenti nei concerti metal. Sì, sono d’accordo, penso che abbiano un’identità forte e che questa musica possa essere d’aiuto. Non solo le parole, ma la musica stessa ti influenza. È un po’ come quando aspetti un figlio, lui percepisce la musica, e anni dopo è come se la riconoscesse. Il power metal non è così diffuso come lo era anni fa, ma la cosa più importante è che comunque è ancora qui. Ci sono generi che spariscono dopo poco, invece gruppi come gli Stratovarius hanno un pubblico leale nel tempo. Ti faccio un esempio, ho incontrato oggi Luca Turilli che non vedevo da almeno dieci anni, eravamo stati in tour assieme temo fa. Ma quando ci siamo visti era come se ci fossimo lasciati ieri. È come se i musicisti e il loro pubblico fossero un’unica grande famiglia.

Ti capisco, prima quando sono arrivata ho incontrato una persona che come me ascoltava metal e che non vedevo da vent’anni, siamo amici su Facebook, ma non abbiamo avuto scambi verbali in tutto questo tempo.

Veramente? Bello!

Negli anni 80 l’heavy metal era più diffuso, ed era più legato ad uno stile di vita. Oggi, chi ascolta metal ha una vita normale, famiglia, figli, lavoro. Ma poi ci si ritrova nei festival e nei concerti e l’anima metal riemerge.

Sì, sì esattamente! È una grande famiglia. Alcuni nostri fan sono quarantenni e portano i loro figli che sono super entusiasti di questi eventi. Sono generazioni che continuano. Mi hai detto che ci hai visto al Leyendas del Rock in Spagna, avrai quindi facilmente realizzato come la musica mette le persone in connessione, perché ci si muove sì per i concerti, ma poi ci si muove anche per vedere paesi diversi, è uno scambio di culture. E il concerto diventa il pretesto.

 

Jarmo Katila
Stratovarius headliner dello Spazio Rock Festival

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Michela Vecchia