Franco Zanetti, "Il libro bianco dei Beatles": la storia e le storie di tutte le canzoni
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Franco Zanetti, "Il libro bianco dei Beatles": la storia e le storie di tutte le canzoni

Il 5 ottobre 2012 Love Me Do, primo 45 giri dei Fab Four, compie cinquant'anni. Fra le celebrazioni dell'evento esce un'antologia destinata a diventare un punto di riferimento per gli appassionati del quartetto di Liverpool

È trascorso mezzo secolo, a pensarci non ci si crede. Il singolo di Love Me Do, con P.S. I Love You sul retro, comparve nei negozi britannici il 5 ottobre 1962. Eppure i Beatles sono ancora fra noi, vivissimi. Non tutti in carne e ossa d'accordo ma, "a day in the life", fanno capolino in una melodia diffusa nell'etere o in un riff di chitarra, in uno slogan o un taglio di capelli, in un verso, una rullata o un paio di occhiali tondi, nei nomi e soprannomi che ci hanno affibbiato. Ci sono sempre stati, almeno a partire da qualche generazione. Proviamo a immaginare: è come se nel 1962 i mass media si fossero trovati a celebrare le gesta canore di quattro "capelloni" degli anni Dieci la cui onda non accenna a esaurirsi...

Dunque ecco un nuovo progetto ambizioso, un'opera stuzzicante a partire dalla copertina ispirata, come il titolo, dal leggendario White Album. Firmato dal giornalista, scrittore e beatlesiano doc Franco Zanetti (traduttore italiano di The Beatles - L'opera completa , la Bibbia di Ian McDonald), Il libro bianco dei Beatles comprende 211 schede, una per ciascuna delle canzoni registrate e pubblicate dal gruppo durante la carriera attiva (1962-1969), cover comprese. Più un prequel denominato "Preistoria", che ricostruisce la genesi delle prime composizioni poi incluse nella Anthology, le registrazioni amatoriali, il mitico incontro di John e Paul alla festa dell'oratorio e l'ingresso a Abbey Road.

È uno di quei libri di cui aprire una pagina a caso e lasciarsi sorprendere dai ricordi o da una rivelazione inattesa. Zanetti di ogni canzone racconta tutto ma proprio tutto. Date e informazioni esaurienti su compositori ed esecutori si mescolano a curiosità e aneddoti affidati alle parole dei testimoni. Tra il vero e il verosimile, per evitare "l'accademicità e la spocchia". Le chicche non si contano: gli episodi nell'ashram di Rishikesh che ispirarono Sexy Sadie e Dear Prudence, la storia del falso documentario The Beatles At Shea Stadium, i crediti di Ringo Starr su What Goes On pur avendo scritto "cinque parole", le versioni discordi sulla genesi di Eleanor Rigby e In My Life...

Nelle memorabilia di un'epoca in fiore rifulgono gemme d'avanguardia perfino sul Magical Mistery Tour , strambo carrozzone di fotogrammi pop che i Beatles inventarono "strada facendo", come ammise Paul McCartney. Trasmesso per la prima volta in bianco e nero sulla Bbc il 26 dicembre 1967 e brutalmente stroncato (e poi semi dimenticato), viene ora riproposto, restaurato e sottotitolato in italiano, in una nuova edizione Dvd e Blu-ray con contenuti inediti. La colonna sonora, remixata, contiene capolavori come The Fool On The Hill e I Am The Walrus, di cui nel Libro Bianco sono raccontati i primi vagiti, l'improbabile cast ispiratore, le dicerie, le leggende metropolitane, i divertenti retroscena a proposito dei neologismi di conio lennoniano come crabalocker e texpert.

A fianco dell'egocentrico binomio Lennon-McCartney, in questo libro che dà spazio ai fatti e alle voci informate dei fatti anche gli altri due Beatles emergono con la loro personalità. In particolare George Harrison, che rispetto agli altri si portò dietro dall'avventura indiana non solo un nuovo bagaglio di suoni e modi musicali, esotici strumenti a corde e ispirazioni "world" ante litteram, ma un modo di percepire la realtà e vivere il presente e le relazioni che non avrebbe più abbandonato.

Fra le altre cose, rinsaldò l'amicizia con Ravi Shankar e proprio su una composizione del maestro lunga più di mezz'ora e registrata per All-India Radio è basata Within You Without You, composta nel 1967 per Sgt. Pepper. Per eseguire il raga, si racconta nel Libro Bianco, Harrison convocò a Abbey Road alcuni musicisti dell'Asian Music Circle, mettendoli a proprio agio "seduti su un tappeto, con le luci abbassate e bastoncini d'incenso che bruciavano". Intanto George Martin storceva il naso. Fu una delle rare canzoni Beatles in cui i due leader non suonarono neanche una nota.

Se invece volessimo leggere questa formidabile raccolta di storie tutta d'un fiato, troveremmo forse una chiave per comprendere gli anni Sessanta o perfino per illuminare la nostra, di epoca. Mezzo secolo dopo, quella voce antiautoritaria che dovunque era zittita e che John Lennon udiva nel rock'n'roll è ancora lì, "consumata dalla puntina" ma intatta nella sua energia misteriosa. E infatti continuiamo a parlarne.

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Michele Lauro