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Melania Dalla Costa: "Vi racconto la "mia" Beatrice"

"Beatrice ha una figlia, la sua stella polare, che le hanno portato via. La bambina di Beatrice è stata affidata alla famiglia di suo marito mentre lei vive in una clinica psichiatrica come un fantasma. Convive con le due identità che si è creata per sopravvive alla realtà. Scappa da un mondo all’altro per perdersi e ritrovarsi tutte le volte che vuole. Un giorno però dovrà scontrarsi con una crudele realtà: la realtà! Beatrice è dolce, un essere sensibile e fragile che lotterà per guarire e ritornare nella società con l’unico obbiettivo di riconquistarsi la sua vita, ma soprattutto sua figlia. Sapevo che dovevo interpretare un personaggio molto difficile e complicato, con diverse sfaccettature. Ho dovuto ingrassare, non badare alla mia esteriorità perché ho concordato con il regista, prima delle riprese, un mio peggioramento estetico su tutti i fronti. Per me interpretare Beatrice è stata una scommessa e soprattutto mi sono messa alla prova. Quando ho interpretato il personaggio di Beatrice mi sono detta: Voglio darmi una possibilità. Voglio fare un percorso inverso a quello standard. Sono ingrassata, mi sono imbruttita. Ho rinnegato la strada facile che poteva darmi la mia bellezza. Grace Kelly, Marilyn Monroe vengono ricordate per la loro presenza estetica e non per le loro interpretazioni. Volevo far capire che non ero solo bella, ma anche brava. Ho pensato al meraviglioso percorso che ha fatto Charlize Theron nel film “Monster” e ho provato a fare lo stesso, ad andare oltre me stessa e alle cose facili. Se la scelta è accessibile non c’è sfida e di conseguenza uno scarso impegno. La vita e la recitazione, secondo me, hanno lo scopo di evolverti, con il tempo, a qualcosa di migliore e più alto". Quando preparo un personaggio lo lego an una canzone così, quando la ascolto, subito ci colleghiamo. Beatrice è stata creata con Hallelujah cantata da Jeff Buckley, che tra l’altro è anche il mio cantante preferito, e scritta dal cantautore canadese Leonard Cohen per l’album Various Positions, pubblicato nel 1984. Con Beatrice ho avuto la responsabilità e la volontà di donare un messaggio importantissimo a chi si è trovato, si trova o si potrà trovare in un periodo brutto della propria vita: si può uscire dal buco nero lottando perché chi lotta, indipendentemente dal risultato, ha già vinto. Se lotti vinci e io ho lottato insieme a lei e insieme a lei ho vinto la sua rinascita. Beatrice è la fenice, Beatrice è l’oscurità che impara a diventare luce. In nome di tutte quelle persone che si sono trovate nella situazione di Beatrice e poi sono riuscite a ritrovare il coraggio di rialzarsi, riprendere in pugno la propria vita, la propria famiglia e camminare verso la gioia, ho voluto fortemente interpretare questo personaggio. Ringrazio Beatrice per avermi dato la possibilità di sentire quella gioia e quelle emozioni che resteranno per sempre dentro di me. E perché anche io, come tutti, ho dovuto lottare per avere ciò che ho. Vengo da un paesino di montagna dove non c’è nemmeno un semaforo. Per me riuscire a vivere in una città era già un grande sogno. Vorrei che le giovani donne si svincolassero dalla bellezza imposta dai mass media. Una persona non è fatta semplicemente di esteriorità, ma di un insieme di qualità.

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