Sarà Bologna contro Napoli: dopo un giro di oltre cinquemila chilometri la Supercoppa italiana è tornata a casa, nel senso della sfida originaria tra i campioni dello scudetto e quelli della Coppa Italia. Fuori i secondi o invitati a seconda della lettura dei protagonisti, avanti come un tempo e vinca il migliore. Per Vincenzo Italiano è l’ennesimo miracolo perché giocherà la quinta finale della carriera con l’obiettivo di regalare un altro sogno al suo Bologna. L’Inter perde un altro scontro diretto aggiungendolo all’elenco di quelli già persi in stagione: tecnicamente è un pareggio, ma non c’è dubbio che l’allergia a chiudere con un sorriso i grandi match sta diventando un tema.
Della partita, bella e intensa per far dimenticare insulti e polemiche di quella tra Napoli e Milan, restano alcuni flash. Intanto il volo di Thuram a impattare il traversone di Bastoni illudendo l’Inter che potesse essere tutto facile, poi il mani di Bisseck, ormai marchio di fabbrica di un difensore con potenziale pari alle distrazioni con cui dissemina le sue prestazioni, e infine la lunga teoria dei rigori sbagliati.
Bastoni (parato), Moro (parato), Barella e Miranda (alle stelle) e Bonny (parato) hanno stabilito quasi un record: cinque penalty consecutivi sprecati come non interessasse a nessuno strappare il pass per la finale contro il Napoli. Ovviamente non è vero e la gioia di chi ha vinto è uguale alla delusione di chi ha perso. Né Chivu né Italiano possono essere accusati di aver tirato indietro la gamba: Bologna e Inter se la sono giocata fino in fondo facendo dimenticare anche qualche scelta di turn over fatta nelle formazioni iniziali.
Altra suggestione: il timbro sulla qualificazione felsinea l’ha messo Ciro Immobile, uno da 330 gol in carriera che a Bologna sta vivendo l’ultimo giro di una storia bellissima. Mentre gli altri tremavano, lui ha piazzato il suo rigore sotto l’incrocio dei pali incurante della pressione.
Chivu ha perso e sa che lo attende di nuovo il plotone d’esecuzione della critica. Sia chiaro, aver lasciato per tempo l’Arabia Saudita ha anche un riflesso non negativo per una squadra spremuta dal susseguirsi degli impegni e attesa poco dopo Natale dalla trasferta in casa dell’Atalanta. Le buone notizie o suggestioni, però, finiscono qui. Quello che resta è la sensazione di un gruppo che ancora una volta ha raccolto meno di quanto seminato (anche se il Bologna è stato vivo e pericoloso sempre) e che si sta abituando a perdere. Non il miglior modo per presentarsi all’inizio del 2026.
Post scriptum – Dal Radu nella primavera 2022 al rigore di Immobile, passando per la rete di Orsolini che ha spinto lo scudetto vicino al Napoli qualche mese fa: il Bologna è ufficialmente la bestia nera dell’Inter. Pirandello assegnerebbe ai felsinei la patente ad honorem.
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