Grandi manovre spaziali per la Difesa Usa: le società SpaceX e L3 Harris, scelte per meriti tecnici tra una rosa di venti, costruiranno e lanceranno nuovi satelliti militari dedicati al tracciamento di armi ipersoniche. Si tratta della prima parte (tranche zero) di una grande costellazione la cui necessità è stata sostenuta dalla nuova forza armata spaziale Usa come tra quelle più urgenti per garantire la sicurezza nazionale.
In base ai contratti appena firmati saranno sviluppati i primi quattro satelliti dotati di sensori a infrarossi persistenti ad ampio campo visivo (detti Opir), i quali operando in orbita terrestre bassa permetteranno l’avvistamento di minacce lanciate a velocità che superano di molte volte quella del suono. Il progetto una volta completato non coprirà soltanto gli Stati Uniti, ma potrà essere esteso anche a nazioni amiche e dovrà interagire con i sistemi di difesa missilistica basati sulla presenza in orbita di altri veicoli spaziali equipaggiati con sensori di puntamento detti Hypersonic and Ballistic Tracking Sensor (Hbtss), come ha dichiarato il vice sottosegretario alla ricerca e ingegneria Mark Lewis alla testata Defence News lo scorso 5 ottobre.
Dopo Bush senior, che volle a tutti i costi il completamento della costellazione Navstar-Gps, è quindi il presidente Trump a spingere affinché gli Usa conservino la supremazia nello spazio. La SpaceX di Elon Musk riceverà quindi 149 milioni di dollari per questo scopo, mentre altri 193 andranno alla L3 Harris.
La scelta della Difesa americana per SpaceX sarebbe dovuta ai successi di questa per il lancio della costellazione Starlink, una serie di satelliti costruiti per fornire accesso alla banda larga commerciale dalla bassa orbita terrestre, servizio che il Dipartimento della Difesa ha provato con successo al fine di collegare tra loro vari sistemi d’arma. Tuttavia l’azienda di Musk non ha esperienza di costruzione nel campo della sensoristica e quindi dovrà collaborare con i partner per sviluppare il componenti che saranno poi posizionati sui satelliti solo quando questi saranno completati. Ecco il motivo della scelta di affidare la costruzione del carico utile a L3 Harris, azienda che ha decenni di esperienza sui piccoli satelliti, telescopi e tecnologie come sensori Opir.
A opera finita la costellazione di centinaia di microsatelliti costituirà una rete di difesa contro qualsiasi minaccia di tipo ipersonico in grado di scoprire, identificare e trasmettere i dati in diretta ad altri satelliti armati oppure all’aviazione militare per poter reagire istantaneamente.
La costellazione di satelliti armati sarà invece costruita da York Space Systems, che ha ricevuto 94 milioni di dollari per costruire i primi 10 esemplari, insieme con Lockheed Martin, finanziata allo scopo con altri 188 milioni di dollari. I satelliti della costellazione SpaceX – L3 saranno quindi in grado di calcolare la soluzione più rapida per il controllo del fuoco, inviare quei dati ai satelliti di comunicazione e questi alle piattaforme armate. Il progetto è nato nel 2019 sulla spinta delle crescenti preoccupazioni del Congresso Usa.
Ovviamente questa tranche iniziale di satelliti non fornirà una copertura globale, ma il dipartimento della difesa prevede di estendere la costellazione ogni due anni arrivando a raggiungere la copertura globale entro il nel 2026.
Con la tranche 1 prevista nel 2024 i livelli di monitoraggio e diffusione di informazioni raggiungeranno la capacità operativa iniziale, sempre che tutto fili liscio con la tranche zero che dovrà essere pronta entro il 2022. Il motivo per il quale il Congresso Usa è così preoccupato è che oltre agli States, Cina, Russia e India stanno collaudando missili balistici ipersonici che una volta messi a punto potrebbero raggiungere il suolo americano in meno di dieci minuti dal lancio, azzerando quindi le possibilità di attivare contromisure fatte per missili balistici che viaggiano a un quarto della velocità rispetto a quelli nuovi.
In generale l’amministrazione Trump ha dimostrato che quella precedente, guidata dai dem e da Barack Obama, di fatto aveva perso tempo riducendo gli investimenti nel campo della Difesa e in particolare per il settore aerospaziale. Nel 2015 l’ex presidente chiese una riduzione del budget dedicato alla Difesa di 671 milioni di dollari per poi valutare il taglio di 40.000 soldati. Mosse certamente amplificate ad arte che lo avvicinarono al Nobel per la pace, ma che inevitabilmente rischiarono di rallentare lo sviluppo tecnologico di nuove armi favorendo la riduzione della distanza tecnologica con la Cina.
