1. GUARDA, GLI OGGETTI TI ASCOLTANO – Molti di noi utilizzano device che ci incoraggiano a correre di più o mangiare meglio: sono i cosiddetti “wearables”, i dispositivi indossabili, o i “nearables”, gli oggetti che trasmettono dati all’ecosistema circostante. Che si tratti letteralmente di ascoltare i nostri comandi vocali, oppure i flussi di dati che creiamo, i device apprendono dagli utenti e rispondono in tempo reale attraverso la creazione di esperienze ad hoc, “micro-momenti”.
2. I SERVIZI E LE BUONE MANIERE – La crescita dei big data impone maggiore responsabilità, soprattutto verso i clienti: le aziende sanno che la fiducia digitale va guadagnata. Non sorprende allora che realtà leader di mercato ( è il caso di Microsoft) abbraccino il concetto di “Privacy by design”, integrando da subito gli standard sulla privacy nelle nuove tecnologie e prodotti.
3. B2We (BUSINESS TO WORKING EXPERIENCE) – Le aspettative “liquide” si stanno riversando nella nostra vita lavorativa, tanto che ora ci aspettiamo di poter avere gli stessi livelli di consumer experience anche sul posto di lavoro. C’è una nuova attenzione all’employee experience (EX) design che sta rinnovando i processi, la struttura e la cultura del posto di lavoro.
4. LA SCOMPARSA DELLE APP – Le applicazioni monouso sono destinate a sparire dalla nostra vita quotidiana man mano che verranno distribuite su piattaforme o atomizzate in servizi di terze parti. La prossima ondata di app potrebbe anche non richiedere l’interazione umana per essere attivata.
5. LA DEMOCRATIZZAZIONE DEL LUSSO – La digital experience ha democratizzato il lusso ed elevato il nostro standard di vita. Certi servizi, una volta appannaggio di poche persone – si pensi all’autista personale (vedi Lyft) o all’assistente virtuale (vedi Facebook M) – cominciano ad essere accessibili a tutti.
6. LA PA SI AVVICINA – I governi stanno ripensando la citizen experience, passando da un approccio unico, valido per tutti, a servizi su misura, personalizzati cioè in base ai bisogni individuali. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito la pubblica amministrazione ha ridisegnato l’esperienza digitale dei cittadini, producendo anche delle guide dettagliate in merito. Da noi ci vorrà ancora un po’, ma la strada è segnata.
7. SALUTE, LA NUOVA RICCHEZZA – La capacità di monitorare, attraverso la tecnologia, lo stato di salute non è più dominio di un piccolo gruppo di esperti. Sono sempre di più i consumatori, grazie ai propri dispositivi personali, a misurare il loro benessere. Negli Stati Uniti agenzie assicurative come Kaiser Permanente ed Aetna stanno aprendo le loro piattaforme a terze parti per consentire la creazione di servizi di Quantified Self, sulla base dei dati a loro disposizione integrati con wearables, app e servizi di terze parti.
8. LA REALTÀ VIRTUALE DIVENTA… REALTÀ – Non più una fantasia futuristica, la VR farà nel 2016 il suo debutto nel mainstream, con le prime versioni “acquistabili” di prodotti come Sony, Oculus e Samsung VR. La realtà virtuale è pronta quindi a superare i confini del gioco per trovare nuovi utilizzi, dalla ricerca scientifica al turismo virtuale, fino all’apprendimento immersivo.
9. DOVER PENSARE A MENO COSE – La velocità dell’innovazione porta con sé un ciclo senza fine di decisioni e scelte. I servizi in grado di anticipare le esigenze dei consumatori suggerendo soluzioni o automatizzando le decisioni più semplici, come Google “Now on Tap”, possono facilitare la vita dei consumatori.
10. PROGETTARE PER FARE – Le aziende stanno usando il “design thinking” per promuovere internamente il cambiamento. L’adozione di un approccio incentrato sulle persone e sul service design può infatti permettere loro di trovare nuove soluzioni per processi all’interno dell’organizzazione. Tuttavia è con il passaggio al “design doing” che ci sarà il vero cambiamento, fa notare Fjord.