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“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana

“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana

Una storia (tutta da ridere) raccontata da Roberto Manfredi

“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana
Ufficio stampa /Olycom

Totò

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I Brutos nel 1952

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I Gufi nel 1969

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Dario Fo e Franca Rame nel 1962

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Enzo Jannacci e Roberto Benigni a Milano nel 1983

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Giorgio Gaber a Milano nel 1971

“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana
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Elio e le Storie Tese alla 63esima edizione del Festival di Sanremo

“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana
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Pitura Freska nel 1997

“Skanzonata”, un libro sulla canzone umoristica e satirica italiana
ufficio stampa

La copertina del libro di Roberto Manfredi “Skan-zo-na-ta”, pubblicato da Skira

“E chi se ne frega della musica/di tutti/questi libri sulla musica/di tutte/le interviste, di tutte le riviste…”

La canzone è ormai di culto e il suo autore, Caparezza, ha scritto un quasi manifesto della canzone umoristica e satirica degli ultimi anni: mette in ridicolo un mondo intero, dando al rap una nota ironica che, a suo stesso dire, lo ricollega a Petrolini.

Siamo alle ultime pagine di un libro che comincia proprio con Petrolini e si pone un obiettivo importante: raccontare la nascita e la storia (fino a Caparezza, appunto) della canzone umoristica e satirica in Italia. Il titolo è Skanzonata e il suo autore, Roberto Manfredi, procede per differenza: “Il background musicale di questo paese è ancorato al melodramma, alle storie di amori sofferti, tristi, persino tragici (…) eppure il primo disco della discografia italiana è stato ‘A risa, una canzone di Bernardo Cantalamessa il cui testo del ritornello è uno scoppio di risate“, si legge nella prefazione di Alberto Tonti.

Da quelle parole comincia un viaggio divertente e scanzonato lungo una storia tutta da ridere che comincia con Petrolini e Rodolfo De Angelis, passando, tra gli altri, per Carosone, il Quartetto Cetra (presentato come i Fab Four italiani), Fred Buscaglione (con la mitica Teresa non sparare o Eri piccola così, che inizia con un’immagine fantastica: T’ho viziata/Coccolata/Latte burro/Marmellata/Eri piccola/Piccola così). I Brutos, “gli inventori del genere demenziale, vent’anni prima degli Skiantos”, come scrive Manfredi, forti di un successo internazionale (sono approdati anche all’Olympia di Parigi); Enzo Jannacci, Dario Fo, Gaber, Cochi e Renato. Ma anche Stefano Rosso, della scuderia RCA, con la sua Odio chi; Rino Gaetano; il grandissimo Freak Antoni, che oltre ai suoi dischi irresistibili, ai suoi spettacoli stupefacenti e al suo lavoro culturale decisamente dadaista, dava prova della sua genialità anche nelle normali conversazioni. Come quella con una sventurata giornalista che in tv gli chiese: “Che differenza c’è tra demente e demenziale?” Rispota: “La sua domanda”.

Il viaggio è lungo, si prosegue con Elio e le storie Tese, l’incredibile storia di Sandro Oliva, il Frank Zappa italiano, per arrivare a oggi con Daniele Silvestri e Caparezza. Tra canzoni, luoghi, persone, stili di vita e avventure, questo libro è un riutratto dell’Italia in musica. Da leggere.

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Roberto Manfredi, “Skan-zo-na-ta”, prefazione di Alberto Tonti, Skira, 16,50 euro.

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