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Fuori, da Mario Martone un omaggio affettuoso a Goliarda Sapienza – Recensione

Fuori, da Mario Martone un omaggio affettuoso a Goliarda Sapienza – Recensione

Nella Roma degli anni ’80, dalla luce calda e rarefatta, un affresco anticonformista e pieno d’amore, che conquista, anche se a volte perde di vigore. Con Valeria Golino che si dà e Matilda De Angelis tormentata, in connessione

È facile entrare nelle atmosfere della Roma anni ’80 e nel mondo appassionato e inquieto di Goliarda Sapienza, interpretata da una Valeria Golino pensosa e calda. Fuori di Mario Martone, in concorso al Festival di Cannes e dal 22 maggio nelle sale italiane, ci porta subito dentro. E subito siamo parte di quei colori vivaci, di vie con cabine telefoniche, Fiat 127 e Citroën Dyane, di un universo femminile libero, che si interroga e freme.

Martone ci offre un affresco pieno d’affetto, che conquista, anche se a volte perde di vigore e incisività, smarrendosi esso stesso in umori rarefatti, e aprendo a cadute di stanchezza.

Scrittrice anticonformista, mossa da ideali progressisti, in un’intervista rilasciata nel 1983 a Enzo Biagi – e riportata a fine film tra i titoli di coda – Goliarda Sapienza affermava: «A casa mia si diceva che il nostro Paese si conosce conoscendo il carcere, l’ospedale e il manicomio».

Ed è proprio sull’esperienza del carcere – che Goliarda visse per pochi giorni all’età di 55 anni – e sulle emozioni a venire, che il regista napoletano concentra il suo racconto.

Fuori di Martone, tra finzione e verità

Fuori è liberamento tratto da due libri di Goliarda Sapienza, L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, in cui lei mescola verità e immaginazione. Lo stesso ha fatto Martone, che ha sceneggiato insieme alla moglie Ippolita Di Majo, che è anche autrice del soggetto.

Quella che vediamo nel film è la vera casa di Goliarda. Martone ha anche girato nel carcere romano di Rebibbia, insieme alle detenute.

Per la Roma del 1980, che affascina con una luce potente e scorci che rubano gli occhi, non ci sono state ricostruzioni. «Ho rievocato scavando con la macchina da presa nella città di oggi», dice Martone nelle note del film. «Fuori mi ha permesso di muovermi senza costrizioni, di lavorare su lunghe sequenze che non dovevano per forza approdare a qualcosa di concluso. Di lasciarmi andare alla deriva anch’io, portato dal vento di Goliarda Sapienza e delle donne protagoniste di questo film, Ippolita di Majo che l’ha scritto con me, Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie».

Fuori, da Mario Martone un omaggio affettuoso a Goliarda Sapienza – Recensione
Valeria Golino nel film “Fuori” di Mario Martone (Credits: 01 Distribution)

Un affresco affettuoso di donne appassionate 

«Perché mi sospetti?», chiede più volte la Goliarda Sapienza di Valerio Golino a Roberta, interpretata da Matilda De Angelis, ex detenuta dai misteriosi legami con le Brigate Rosse, con cui la scrittrice nel film crea un legame speciale, di attrazione e respingimenti. «È sempre negli amori con le donne che mi perdo. Con gli uomini è più semplice».

Donna libera e senza orpelli, tanto da sentirsi poco accolta nel suo circolo di intellettuali, Goliarda Sapienza trovò tutta la sua libertà, per assurdo, proprio nel carcere. «Con quelle donne a Rebibbia mi sembrava una libertà impensata», dice Goliarda, nel film, a suo marito, l’attore Angelo Pellegrino (interpretato da Corrado Fortuna). «Loro stanno dentro anche quando stanno fuori. E così, quando sto con loro, mi sento libera».

Per Goliarda, anima tormentata «perseguitata dall’idea del suicidio», il carcere era lo specchio degli squilibri e delle ingiustizie della società ma anche luogo dove, venute meno le barriere di classe, riscoprire solidarietà, amicizia e rapporti umani autentici.

Con il suo cappello bluette e un’aria svagata, di chi è sempre intento a pensare e a smarrirsi, volando chissà dove, Goliarda sembra perdersi nella ricerca di Roberta. Tra Golino e De Angelis c’è una buona chimica di connessione e attrito al contempo.  E intanto, di sottofondo, risuona spesso il rock progressivo di Robert Wyatt.

Golino, che già ha percorso lo spirito multiforme di Goliarda nella serie tv da regista e sceneggiatrice L’arte della gioia, si dà generosa, nuda, in ogni senso.
La scena della doccia a tre, con Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie senza veli, potrebbe cadere nel voyeuristico e invece Martone dosa, con sobrietà.

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Elodie, Valeria Golino e Matilda De Angelis nel film “Fuori” (Credits: 01 Distribution)

La tardiva fortuna de L’arte della gioia

L’arte della gioia è il romanzo capolavoro di Goliarda Sapienza, che però diventò famoso solo dopo la morte di lei.

Figlia di genitori atei e socialisti, considerati sovversivi dal regime fascista, Sapienza ha anche recitato e girato documentari insieme a Citto Maselli, suo compagno per lunga parte della vita. Negli anni ’60, dopo la morte della madre, ebbe un momento di grande crisi fino a un tentativo di suicidio, al ricovero e alla terribile esperienza dell’elettroshock. Successivamente trovò nella scrittura la sua missione, fino alla stesura de L’arte della gioia, terminata a fine anni ’70.

Fu l’inizio dell’affannosa e infruttuosa ricerca di un editore, che anche Fuori racconta. «Non riesco a farmi amare», dice la Goliarda di Golino. Quando Roberta le chiede «Perché scrivi?», lei risponde: «Per stronarmi, come fai tu con l’eroina».

Goliarda Sapienza arrivò al grande pubblico solo dopo l’uscita postuma de L’arte della gioia. Tra l’altro, fu un editore francese a intuirne le potenzialità e a farlo diventare un successo.

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Matilda De Angelis nel film “Fuori” di Mario Martone (Credits: 01 Distribution)

L’accoglienza di Fuori al Festival di Cannes

Fuori ha avuto una buona accoglienza a Cannes. Ha ricevuto sette minuti di applausi alla prima al Grand Théâtre Lumière, ma si sa che standing ovation e pletore di mani che battono contano ormai poco ai festival: quando c’è il cast in sala, scatta la voglia di tributarlo e compiacerlo.

Martone era già stato ospite della Croisette, nel concorso principale,  con L’amore molesto (1995) e Nostalgia (2022).

«Diretto in modo efficiente, seppur un po’ blando, da Mario Martone, e interpretato dall’ospite abituale di Cannes Valeria Golino, il film dovrebbe trovare un pubblico nei luoghi in cui i libri di Sapienza sono popolari, principalmente in Italia e Francia». Così scrive The Hollywood Reporter.

Più critico TheWrap: la stampa estera, che non conosce Goliarda Sapienza, pretende una narrazione più ricca su di lei. «Nonostante i continui riferimenti al passato, la sostanza è scarsa, poiché Fuori non riesce a dipingere ritratti completi dei suoi personaggi in nessuna delle due linee temporali. È un film alla ricerca di un personaggio la cui unica salvezza potrebbe essere quella di indurre il pubblico a leggere l’opera di Sapienza in prima persona, perché il film non rende giustizia né a lei né alla sua eredità».

Buone parole da IndieWire: «Realizzando una sorta di studio di personaggio incentrato sulle donne, un dramma sulla detenzione e un biopic letterario di nicchia, i due grandi artisti italiani (Mario Martone e Valeria Golino, ndr) creano un edificante omaggio all’anticonformismo».

Variety è rimasto colpito da Matilda De Angelis: «Valeria Golino interpreta la celebre scrittrice italiana Goliarda Sapienza, ma è Matilda De Angelis, nei panni della sua vivace compagna di prigione, a dare a questa storia piuttosto oscura la scintilla di vita».

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Immagine del film “Fuori” di Mario Martone (Credits: 01 Distribution)
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